Ci
sono band che trovano nella dimensione live la loro massima espressione
artistica: suonano in studio come se fossero sul palco e stanno sul
palco come se non ci fosse un domani, come fosse sempre l’ultimo
concerto. E non è un caso che i Blackberry Smoke abbiano acquisito fama e
fan, e vengano indicati come i legittimi successori di leggende quali
Lynyrd Skynyrd, Allman Brothers Band e Black Crowes proprio in virtù
della loro attività concertistica che vanta, come a pochi accade, un
numero di show che si aggira sulle duecento date circa l’anno.
A conferma di quanto appena scritto, ecco questo Homecoming,
terzo live di una discografia che vanta sei album in studio, a riprova
di quanto sia importante per la band di Atlanta suonare la propria
musica dal vivo, fianco a fianco con schiere di fan festanti e
partecipi. Registrato nel novembre del 2018 a casa, al Tabernacle di
Atlanta, ed appuntamento fisso che prende il nome di Brothers and Sisters Holiday Homecoming,
organizzato per raccogliere fondi in favore di bambini malati di
cancro, questo live è vibrante, appassionato, suonato da una band che sa
picchiare duro ma anche incantare con ballate dal cuore in mano,
imboccando spesso derive jammistiche entro le quali sbrigliare gli
strumenti e la fantasia.
Bastano i primi due brani in scaletta (Nobody Gives A Damn e Waiting For The Thunder) per immergersi immediatamente nel clima torrido della serata e sentirsi esattamente come essere sotto il palco.
In scaletta, la parte del leone spetta ovviamente alle canzoni estratte dall’ultimo disco in studio, Find A Light, da cui vengono proposte Flesh And Bone, Run Away From It All, Medicate My Mind, Beat Seat In The House, Mother Mountain e la lunga e travolgente I’ll Keep Ramblin’,
che fonde idealmente il suono degli Allman Brothers al gospel,
sublimati in una lunga coda strumentale. Non mancano, ovviamente, i
classici della band, come la citata Waiting For The Thunder, la struggente ballad Pretty Little Lie, una delle canzoni più belle del songbook BBS, il country malinconico di One Horse Town, l’acustica Ain’t Got The Blues, cantata a memoria da un pubblico caldissimo, o l’incalzante rock’n’roll di Let It Burn.
Su tutte le canzoni in scaletta svettano i quattordici minuti di Sleeping Dogs,
in cui emerge con gagliardia l’inclinazione alla jam dei Blackberry
Smoke, in un brano che fonde rock, psichedelia e funky, e sfocia, poi,
in una vibrante cover di Come Together dei Beatles e in un call and
response col pubblico, che non fa mancare il proprio trascinante
entusiasmo.
Palpitante
e suonatissimo, Homecoming è dunque l’ennesima testimonianza della
grandezza di una delle band che interpreta al meglio un suono antico,
ripulendolo però dalla ruggine e dalla polvere, e che sta sul palco come
pochi altri al mondo sanno stare. Sudore, emozioni, rock’n’roll.
VOTO: 8
Blackswan, mercoledì 22/01/2020
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