lunedì 10 febbraio 2020

IL MEGLIO DEL PEGGIO



Mentre il premier Conte si è trovato alle prese con le bizze di Matteo Renzi sulla prescrizione e con il rischio di una possibile crisi di governo, l’altro Matteo ha ripreso il tour elettorale in vista delle prossime sfide che si svolgeranno in Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana e Veneto. Dopo avere portato sul palco di Bibbiano il dolore dei genitori dei bambini oggetto di presunti abusi, il Capitano, fresco di scoppola elettorale in quel dell’Emilia Romagna, precisa con la solita sicumera che rifarebbe tutta la campagna elettorale incluso “il citofono, il radiotelefono, il magnetofono e il grammofono”. 
Ora però la narrazione salviniana si arricchisce di un nuovo capitolo. Il Coronavirus dilaga, semina centinaia di vittime in Cina e -scimiottando un vecchio spot di successo degli anni ‘80- dove c’è il panico c’è Salvini. “Quando andiamo al governo le frontiere non le chiudiamo, le sigilliamo” scandisce il Nutella Boy. E in una delle innumerevoli sortite, aggiunge il carico da novanta: “Ristorante cinese? Stasera fortunatamente ceno con mio figlio a casa con un piatto di pastasciutta quindi il problema non me lo pongo. Domani sono a Vignola e quindi mangio emiliano. Dopodomani sono a Firenze e quindi mangio toscano”. Siamo tutti d’accordo che il Coronavirus sia un’emergenza da tenere sotto stretta osservazione ma da qui a tacciare il governo di incapacità è tutt’altra storia. 
Il fatto è che più che una strategia elettorale, quello di Salvini è un canovaccio ormai fin troppo prevedibile e oserei dire stucchevole, con la tragica conseguenza di erigere barriere non solo fisiche ma anche mentali. Non meravigliamoci, dunque, se a Torino una ragazza è stata costretta a scendere dall’autobus perché cinese. La narrazione del citofono non è casuale ne’ un autogol. È frutto di un preciso piano di azione. Esporre il diverso a un processo sommario, alimentare il sospetto e un clima di intolleranza sono le cifre della propaganda leghista. Richiamando una celebre gag di Giobbe Covatta, Salvini and Friends sembrano volerci suggerire che non sono loro a essere razzisti. Sono gli altri ad essere immigrati.

Cleopatra, lunedì 10/02/2020

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