La canzone più famosa dei Marillion, un brano che ha venduto milioni di copie e ha scalato le chart inglesi e di mezzo mondo, Stati Uniti compresi, nasce, strano a dirsi, da un dilacerante senso di colpa e da un pentimento tardivo. Kayleigh venne, infatti, scritta da Fish, cantante e paroliere della band inglese, come un tentativo per scusarsi per alcune relazioni sentimentali del suo passato fatte naufragare per incuria ed egoismo. Erano anni in cui Fish aveva solo un obiettivo in testa: sfondare come musicista. Di tutto il resto, non gli importava nulla, e le donne con cui stava erano più una sorta di corollario alla propria scalata al successo che partner di relazioni profonde e stabili, a cui dedicare tempo e devozione.
Kayleigh è, quindi, una canzone dedicata a tutte le donne che Fish ha trascurato, a tutte quelle relazioni che sarebbero potute essere importanti e che invece sono finite, perché prima venivano i Marillion, la musica, i tour e, il cantante non ne ha mai fatto mistero, la bottiglia. La canzone è dedicata soprattutto a Kay, una ragazza con cui Fish aveva rotto in modo brusco, ma di cui sentiva ancora nostalgia. Il brano, inizialmente, doveva intitolarsi semplicemente Kay. Poi, per motivi di opportunità, Kay Lee, aggiungendo al primo anche il secondo nome della ragazza. Tuttavia, visto che il riferimento sarebbe stato troppo esplicito, il titolo si trasformò in Kayleigh, nome di fantasia che, dopo l’uscita del singolo divenne straordinariamente popolare in Inghilterra, tanto che molti genitori chiamarono così i propri figli femmina appena nati.
Un vero e proprio fenomeno di massa che, nel 2011, spinse Harry Wallop, giornalista del Daily Telegraph a scrivere un lungo articolo sull’eredità sociale lasciata dalla canzone. Dallo studio fatto, emerse che alcuni nomi, prima mai usati o usati solo raramente in Inghilterra, grazie alla musica rock erano diventati diffusissimi. Il più diffuso era proprio Kayleigh, che grazie alla hit dei Marillion, divenne il trentesimo nome più popolare della Gran Bretagna. Non solo. La cosa davvero bizzarra è che dal nome Kayleigh ne derivarono altri che ne erano una storpiatura: Wallop, infatti, contò ben 101 Demi-Leigh, sette Chelsea-Leigh e quattro chiamate Lilleigh.
Il brano compare nel terzo album in studio dei Marillion, Misplaced Childhood, che è anche il vertice discografico della prima parte di carriera della band inglese. Uno straordinario disco di progressive pennellato di pop e dal suono settantiano, che ha il tema dell’infanzia come filo conduttore, che sfoggia una progressione irresistibile di canzoni (Kayleight, Lavander e Heart Of Lothian), che fotografa lo stato di grazia di una band definita come “i nuovi Genesis”, e che regala a Fish e soci un successo di vendite sbalorditivo.
Merito di una canzone di scuse, pervasa dall'amarezza e dal pentimento di Fish per aver maltrattato Kay, una ragazza la cui unica colpa era quella di essersi innamorata di un uomo cinico e ambizioso: “Kayleigh, I just want to say I'm sorry, But, Kayleigh, I'm too scared to pick up the phone, To hear you've found another lover, To patch up our broken home, Kayleigh, I'm still trying to write that love song”.
Kay è morta il 24 ottobre del 2012. E se è certo che il suo nome vivrà in eterno, viene da chiedersi se abbia mai trovato quell'amore e quella felicità che la brama di successo le ha portato via.
Blackswan, martedì 27/04/2021
2 commenti:
Post dolcissimo.
Grazie.
Grazie a te :)
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