martedì 22 giugno 2021

SILVER LAKE BY ESA HOLOPAINEN - SILVER LAKE BY ESA HOLOPAINEN (Nuclear Blast, 2021)

 


Durante i giorni incerti e bui della pandemia, il chitarrista Esa Holopainen ha sfruttato il periodo di inattività per portare a termine quell’album solista che presumibilmente era in lavorazione da alcuni anni. E’ stato necessario il lockdown, per allontanarsi dalla casa madre Amorphis, raccogliere tante idee sparse nel tempo e farle confluire sotto il moniker di Silver Lake by Esa holopainen, grazie anche all’aiuto di alcuni colleghi di livello provenienti dalla scena del metal scandinavo.

Se, nel corso degli anni, gli Amorphis sono riusciti a creare un suono immediatamente riconoscibile in quello che potremmo definire death metal melodico, la domanda che sorge spontanea è quale direzione abbia preso Esa con questo lavoro solista. La risposta è quella di un eclettico mix di passaggi acustici e riff da batticuore, in cui confluiscono più elementi che vanno dal folk al pop, dal metal al progressive. Il risultato è più che buono, anche se alla fine il disco soffre un po' a causa della mancanza di una direzione precisa.

La strumentale title track apre il disco tra corde pizzicate e avvolgenti tastiere, come una danza delicata, un librarsi arioso che evoca reminiscenza prog e che si gonfia di vento in un crescendo maestoso. La successiva Sentiment vede alla voce Jonas Renkse (Katatonia) il cui timbro sensuale (che tornerà nella conclusiva Apprentice) fa da collante fra la band di provenienza e le tessiture progressive immaginate da Esa. Con Storm la scaletta prende una direzione inaspettata con un brano pompato, in cui l’enfasi pop delle strofe confluisce in uno ritornello trascinante e orecchiabilissimo. La successiva Ray Of Light si muove per la stessa strada segnata dalle influenze pop di Esa. Qui, alla voce troviamo Einar Solberg dei Leprous, il cui timbro divinamente acuto spinge verso il cielo un irresistibile ritornello, di quelli che è praticamente impossibile levarsi dalla testa.

Due canzoni davvero inusuali rispetto a ciò che ci si sarebbe potuto aspettare dal chitarrista degli Amorphis e che probabilmente suoneranno “stonate” alle orecchie dei fan della band finlandese. I quali, però, troveranno in scaletta anche momenti più congeniali al proprio gusto: In Her Solitude, che presenta proprio Tomi Joutsen alla voce (pulita e growl) è assolutamente in linea con l’ultima produzione folk metal degli Amorphis, mentre Bjorn "Speed" Strid dei Soilwork si cimenta nella tiratissima (ma melodica), Promising Sun.

Se, da un lato, è ammirevole l’intento di Esa di uscire dalla comfort zone, come a voler dimostrare che può esserci vita ben oltre la casa madre, dall’altro, è inevitabile qualche momento meno centrato e poco a fuoco. Nulla d’imbarazzante, per carità, ma Fading Moon, che sfoggia il cantato della sempre brillante Anneke Van Giersbergen, è un brano un po' troppo prevedibile per brillare di luce propria, e Alkusointu, su cui si srotola lo spoken ipnotico dell’attore finlandese Vesa-Matti Loiri, suona come un fiacco riempitivo.

Nel complesso, però, Silver Lake è un progetto encomiabile, che tiene bene per tutti quaranta minuti di durata, senza, tuttavia, essere particolarmente rivoluzionario. La produzione è, comunque, impeccabile, le ospitate vocali perfettamente in sintonia con le canzoni e il lavoro di Esa alla chitarra è semplicemente stellare. Tanto basta per consigliarlo ai fan degli Amorphis ma anche a coloro che amano i suoni estremi mitigati dalla melodia.

VOTO: 7 




Blackswan, martedì 22/06/2021

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