venerdì 15 aprile 2022

JIVE TALKIN' - BEE GEES (RSO, 1975)

 


Ci sono dischi che si pongono come veri e propri spartiacque nella carriera di un artista o di un gruppo, dischi segnano una svolta, spingono verso una rinascita, o rappresentano un punto di non ritorno. Uno di questi dischi è Main Course, tredicesimo album in studio della storia dei Bee Gees e autentica rivoluzione per il terzetto anglo-australiano, che da questa pubblicazione in avanti entrerà nell’Olimpo degli Dei, per restarci a lungo.

Uno spartiacque, dicevamo, che cambiò il corso degli eventi per svariati motivi. Perché è stato il primo disco a includere principalmente canzoni influenzate dal soul, dal R’&’B e dal funk, creando un modello per la restante produzione artistica degli anni ’70, perché ha tirato a lucido e ringiovanito, soprattutto negli Stati Uniti, l’immagine pubblica del gruppo, facendolo uscire da un periodo di stanca e di insuccessi commerciali, perché è il primo in cui compare il celeberrimo logo della band, disegnato dall’artista statunitense Drew Struzan, e il primo a presentare nella backing band il tastierista Blue Weaver, noto per la sua militanza negli Strawbs.

Il disco, che venne registrato, su suggerimento di Eric Clapton, presso i Criteria Studios di Miami, vide in cabina di regia Arif Mardin, che, insieme al manager Robert Stigwood, fu uno degli artefici del successo di Main Course, per aver plasmato quel suono, che entrerà nella leggenda con la successiva pubblicazione di Saturday Night Fever. L'album raggiunse la posizione numero 14 nella classifica degli album di Billboard nel 1975, ed è rimasto nella classifica dei 200 migliori album di Billboard per 74 settimane fino al dicembre 1976, grazie a tre singoli che sono prepotentemente entrati nelle prime piazze delle chart: "Fanny (Be Tender with My Love)" al n. 12, "Nights on Broadway" al n. 7 e, soprattutto, "Jive Talkin'" al n. 1. Quest’ultima, che ha segnato il rilancio della band a livello commerciale, raggiunse straordinari livelli di vendita anche in Inghilterra, e fu, per i Bee Gees, la prima hit da top ten dai tempi di How Can You Mend a Broken Heart (1971).

Inizialmente, la canzone venne intitolata Drive Talking, perché la ritmica (replicata dalla chitarra elettrica di Barry) era stata modellata sul rumore che faceva l’auto della band passando per la Julia Tuttle Causeway, la strada che, a Miami, portava da Biscayne Bay ai Criteria Studios. Durante la registrazione del brano, però, saltò fuori il titolo Jive Talkin’, che secondo Barry si sposava perfettamente con il groove dance del brano, il cui testo, proprio per questo, stava prendendo forma come una sorta di invito a provare la gioia del ballo. Fu Mardin, però, a far presente alla band che quell’espressione, “jive talkin”, era un’espressione gergale usata dai neri per dire ”sparare cazzate”.

Per cui, le liriche furono cambiate completamente, e il brano, il cui titolo non fu modificato, divenne il racconto di una scaramuccia fra due innamorati, in cui uno accusa l’altra di mentire, di raccontare frottole (“It's just your jive talkin', You're telling me lies, yeah, It's just your jive talkin', You're telling me lies, yeah, Jive talkin', You wear a disguise”).

Una curiosità. Al momento del lancio, il singolo fu distribuito dalla casa discografica alle radio con una semplice copertina bianca, senza alcuna indicazione di come s’intitolasse la canzone e di chi ne fosse l’autore. Una fortunata strategia di distribuzione, che la band aveva già adottato nel lontano 1967, per il singolo di debutto New York Mining Disaster 1941




Blackswan, venerdì 15/04/2022

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