Nata a Detroit, il 13 maggio del 1943, da una famiglia indigente, ammalatasi di tubercolosi all’età di dieci anni, Mary fin da bambina conobbe il pane duro della vita. Il padre assente, un fratellino gravemente malato di meningite spinale, la Wells aiuta la mamma a sbarcare il lunario facendo le pulizie. Questo, tuttavia, non le impedisce di coltivare la sua passione per la musica e per il canto, prima come distrazione per i patimenti di un’esistenza grama, poi, con l’intento di raggranellare qualche dollaro per aiutare la famiglia. Prima la chiesa, poi i localini notturni di Detroit, fino a quando, nel 1960, ha l’occasione della sua vita. E la sfrutta benissimo.
Viene, infatti, notata da Berry Gordy, il fondatore della Tamla Records, il quale le chiede di esibirsi, interpretando Bye Bye Baby, un brano che era destinato al grande Jackie Wilson. Gordy rimane così impressionato dalle doti vocali della Wells, che le fa registrare la canzone e firmare un contratto. Il singolo viene lanciato nel settembre del 1960 e raggiunge l’ottava piazza della classifica r’n’b e, poi, la quarantacinquesima piazza di quella pop. Davvero niente male per una sconosciuta esordiente, che fino al giorno prima viveva solo di sogni, e che ora è diventata la first lady della Motown (fu la prima artista donna solista di successo dell’etichetta), tanto da essere affidata alle cure delle esperte mani di Smokey Robinson.
In tandem con quest’ultimo, la Wells assapora il successo con un pugno di singoli tutti entrati nella top ten r’n’b, milioni di dischi venduti e la nomea di grande performer live, visto che il suo modo di stare sul palco era decisamente grintoso rispetto ai canoni dell’epoca. Il botto, quello vero, arriva però nel 1964, quando pubblica My Guy, un brano scritto e prodotto dal pigmalione Smokey Robinson. La canzone, un delizioso e ballabile r’n’b, racconta la storia di una donna che rifiuta le profferte sessuali di un bell’uomo, perché fedele al proprio fidanzato, un ragazzo ordinario nel fisico e nell’aspetto, di cui però è innamoratissima. My Guy è subito un clamoroso successo, tanto da diventare la signature song di Mary Wells: raggiunge la vetta di Billboard 100, dove rimane per due settimane e guida la classifica R&B della rivista Cashbox per sette settimane di fila.
A questo punto, però, qualcosa si rompe. Dopo aver pubblicato un paio di duetti con il compagno di etichetta, Marvin Gaye, la Wells, forte di una clausola del contratto, molla la Motown, e firma per la 20th Century Fox, etichetta per la quale pubblica un paio di singoli di buon successo, Ain't That the Truth e Use Your Head. Tuttavia la nuova carriera stenta a decollare, a causa anche di Gordy che, non avendo preso bene l’allontanamento della Queen Of Motown, costringe molte stazioni radio a non passare le canzoni dell’ex pupilla.
Così, in un solo anno, il rapporto con la 20th Century Fox va a rotoli, Mary passa da un’etichetta all’altra, me non se la fila più nessuno. Nel 1974, molla tutto e si allontana dalle scene, per prendersi cura della famiglia.
Nel 1977, Wells divorzia da Cecil Womack e torna a esibirsi, venendo notata dal presidente della CBS Urban Larkin Arnold, che le offre un contratto con la sussidiaria della CBS Epic Records, con cui pubblica In and Out of Love, nell'ottobre 1981, che viene trainato a un discreto successo dal singolo disco funky, Gigolò. Poi, di nuovo, la lenta discesa nelle ombre dell’anonimato.
Nel 1990, mentre sta registrando un album per la Motorcity Records di Ian Levine, Mary si accorge di avere problemi alla voce. Si fa visitare in ospedale e i medici le diagnosticano un cancro alla laringe. I trattamenti per la malattia ne devastano la voce, costringendola a lasciare per sempre la carriera musicale, e dal momento che non ha un'assicurazione sanitaria, i costi per le cure la mandano in bancarotta, costringendola a vendere anche la casa. Viene aiutata da vecchi amici, colleghi, ammiratori (Diana Ross, Mary Wilson, Martha Reeves, Dionne Warwick, Rod Stewart, Bruce Springsteen, Aretha Franklin e Bonnie Raitt) e vince una causa sui diritti d’autore sui suoi vecchi successi contro la Motown. Nonostante la situazione economica sia sensibilmente migliorata, la malattia però non dà scampo. La Wells viene ricoverata d’urgenza in ospedale per una polmonite e muore, la sera del 26 luglio del 1992, all’età di quarantanove anni.
Oggi, la First Lady della Motown riposa nel Forest Lawn Memorial Park di Glendale a soli duecentosessanta metri dalla tomba di Sam Cooke. E pare che di notte, passando davanti al cimitero, se fai molta attenzione, puoi sentire duettare gli angeli.
Blackswan, martedì 04/10/2022
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