venerdì 2 dicembre 2022

I CAN SEE CLEARLY NOW - JOHNNY NASH (Epic, 1972)

 


Johnny Nash è quello che si può considerare un texano doc, essendo nato a Houston, nel 1940, dove è anche morto, ottant’anni dopo, nel 2020. Eppure, il suo nome è da sempre legato indissolubilmente alla Giamaica e al reggae.

La sua storia di musicista inizia, come spesso accade ai talenti precoci, in giovanissima età. Fin da bambino fece parte del coro della chiesa di quartiere, e poi, a tredici anni, ebbe la fortuna di esibirsi cantando in un programma televisivo locale, chiamato Matinee, diventando così così uno dei primi, e rarissimi, volti neri a comparire sullo schermo. A 16 anni, ottenne un contratto discografico con la ABC Paramount, cosa che gli permise di esibirsi regolarmente nel The Arthur Godfrey Show, una trasmissione a diffusione nazionale. Durante questo periodo, ebbe la possibilità di scrivere le sue prime composizioni, registrando un paio di canzoni, A Very Special Love e Almost In Your Arms, che sono state piccole hit, grazie alla sua esposizione in televisione.

Dopo aver cambiato diverse case discografiche, senza tuttavia riuscire ad accasarsi in modo definitivo, la carriera di Nash ha una svolta decisiva 1967, quando si recò in Giamaica per registrare un suo brano, Hold Me Tight, e una cover di Cupid di Sam Cooke, con la collaborazione di una sezione ritmica locale. Inaspettatamente, entrambe le canzoni divennero grandi successi in terra di Giamaica, e nei due anni successivi, entrarono anche nelle classifiche del Regno Unito e degli Stati Uniti. Nel 1972, altre due canzoni, Cecilia e Mother And Child Reunion trovarono un certo successo negli States, incorporando inusitati ritmi reggae, tendenza che Nash seguì anche per la sua celebre I Can See Clearly Now. Insomma, fra Nash e la Giamaica si instaurò un vero e proprio rapporto d’amore, consolidato anche dalla collaborazione con Bob Marley, un giovane musicista e arrangiatore locale, che di lì a poco sarebbe diventata una stella di prima grandezza, e che per l’amico texano compose qualche canzone, tra cui Stir It Up, che sarà anche l’ultima hit del musicista americano.

Il successo, quello vero, Nash lo consegue, però, con la citata I Can See Clearly Now, un brano scritto di suo pugno, che venne registrato a Londra con i membri della The Average White Band, un gruppo funk, noto anche per la collaborazione con Eric Clapton, che, nel 1974, sfornò una clamorosa hit con Pick Up The Pieces, che raggiunse la prima piazza di Billboard 100.

Il titolo del brano e liriche in esso contenute, furono oggetto di curiose interpretazioni. Quando I Can See Clearly Now uscì, infatti, girava una storia secondo cui Nash l’aveva scritta mentre si stava riprendendo da un intervento di cataratta. Non c’è nessuna prova che ciò sia realmente accaduto, e con tutta probabilità questa curiosa notizia fu fatta circolare dall’agente del musicista, per creare un po' di rumors intorno al brano. Ancora più strampalata, la voce che girava su quello che avrebbe dovuto essere il significato recondito della canzone, che a dispetto del testo ottimista, era, invece, una consapevole presa di coscienza delle brutture del mondo, attraverso la quale, in buona sostanza, si rendeva auspicabile il suicidio, come soluzione a tutti i problemi. Un volo pindarico, questo, magari affascinante, ma privo completamente di fondamento.

Perché I Can See Clearly Now è un canto di coraggio e di speranza, un’ode a tutte quelle persone che hanno vissuto delle avversità, ma sono riuscite a superarle. Difficile attribuire un diverso significato a liriche tanto ottimiste e assertive, corroborate, peraltro, da una melodia incredibilmente allegra:”Posso vedere chiaramente ora che la pioggia è sparita, riesco a vedere tutti gli ostacoli sulla mia strada, sono finite le nuvole scure che mi rendevano cieco…sarà una luminosa giornata di sole, Oh, sì, posso farcela ora il dolore è scomparso, tutti i cattivi sentimenti sono scomparsi, ecco quell'arcobaleno per cui ho pregato…”.

I Can See Cearly Now, che è anche una delle canzoni più usate nel cinema (la trovate, ad esempio, nella sequenza finale di Ti Odio, Ti Lascio, Ti…, gustosa commedia romantica del 2006, con Vince Vaughn e Jennifer Aniston) è stata la prima canzone dalle sonorità reggae a raggiungere la prima piazza di Billboard 100, dove rimase, per quattro settimane, alla fine del 1972. Gira voce, inoltre, che sebbene il brano, ai tempi, vendette ben sette milioni di copie, Martyn Ford, che ne era stato l’arrangiatore, percepì come compenso la misera somma di 35 dollari.  




Blackswan, venerdì 02/12/2022

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