lunedì 9 gennaio 2023

LEAGUE OF DISTORTION - LEAGUE OF DISTORTION (Napalm Records, 2022)

 


Esordiscono con un album omonimo, i tedeschi League Of Distortion, progetto nato di recente e capitanato da Anna Brunner (Exit Eden) e Jim Müller (Kissin’ Dynamite). Promosso dai media come "l'imperdibile debutto metal moderno dell'anno", l'album offre una versione aggiornata di un genere (siamo dalle parti degli Halestorm), vantando un apparato sonoro aggressivo che proviene sia dalla voce graffiante della Brunner che da un tiro strumentale molto schietto. Questa è sia la forza dell'album, sia la sua più grande debolezza, dal momento che la formula, abbastanza ripetitiva, risulta è un po' faticosa per le orecchie e, dopo le prime due canzoni, ogni cosa sembra scontata e già ascoltata.

Ci sono anche brani decisamente accattivanti, per carità, ma la scaletta, nel suo insieme, fatica a decollare e ad ammantarsi di reale interesse. Ci sono alcune canzoni che rompono gli schemi, come "The Bitter End e Sin", ma la maggior parte dei brani è impostata con il pilota automatico e presenta più o meno le stesse caratteristiche: riff graffianti, prontamente diluiti in essenze melodiche di facilissima presa, un corposo uso dell’elettronica, qualche incursione nell’industrial ("L.o.d.") e, soprattutto, la voce potente della Brunner, vero collante dell’operazione ed elemento maggiormente distintivo della band.   

Pubblicato come primo singolo, "Wolf or Lamb" è una valida dimostrazione di ciò che la band è in grado di fare, ed è anche l’immagine più nitida che si trova nei quaranta minuti di durata dell’album, vale a dire ritmi potenti, melodie immediate, tecnica e grinta. La successiva "My Revenge" alza l’asticella della qualità con potenti riff di chitarra, eccellenti dinamiche vocali e alcuni elementi elettronici per amalgamare il suono, mentre "It Hurts So Good", ospite il cantante degli Annisokai, Christoph Wieczorek, rilascia potenti vibrazioni post-hardcore. "Rebel by Choice" possiede un ritornello killer che la solleva dall’anonimato, e vanta una grande prova vocale di Anna Brunner. Buone anche le due citate ballate dell’album, probabilmente gli episodi migliori, a parare di chi scrive, di un disco che non suona sempre alla stessa altezza.

Non tutto, infatti, funziona a dovere. L’innodica "L.o.d." e l’elettronica spinta della rombante "Solitary Confinement" rappresentano due epidosi privi di originalità e suonano abbastanza piatti, così come "I'm a Bitch" e "Do You Really Think I Fuckin' Care" hanno le caratteristiche del deja vù (Halestorm?), sembrano più dei riempitivi e seguono più o meno la stessa formula, che si poggia esclusivamente sul cantato rabbioso della Brunner.

I League Of Distortion mostrano un evidente potenziale e dispongono di tutte le armi necessarie per incidere nel panorama del metal moderno. Tuttavia, l’impressione è che la band, individuata la formula vincente, si limiti a rielaborarla usque ad finem, con qualche piccola variazione piazzata qui e là.  Certo, Anna Brunner ha una voce potente con cui può fare ciò che vuole, ma a volte l'abilità del cantante non è sufficiente per salvare una canzone, se questa manca, e qui casca l’asino, di originalità. Siamo al debutto, e fortunatamente, siccome del talento s’intravvede, le cose, in futuro, non potranno che migliorare, e i League Of Distortion, è molto probabile, saranno in grado di rendere più efficace una scrittura, oggi, abbastanza prevedibile.

VOTO: 6,5

 


 

 

Blackswan, Lunedì 09/01/2023

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