Strano a dirsi, ma negli anni ’70, la città di Akron, in Ohio, era il palcoscenico di una vibrante scena musicale. Lì, prendevano quota artisti quali Jane Aire & The Belvederes e Rachel Sweet, il cui successo era dovuto a canzoni scritte dal giovane songwriter, Liam Stemberg. Quando agli inizi degli anni ’80, lo slancio creativo si stava inevitabilmente affievolendo, Stemberg si spostò dall’Ohio a Los Angeles, la metropoli dove, in quel momento, stava accadendo tutto, portando con se tante idee e un pugno di canzoni che ancora non avevano trovato un artista che le indossasse come un guanto. Una di queste era Walk Like An Egyptian, un brano che Sternberg scrisse ispirandosi a un curioso episodio da lui stesso vissuto. Un giorno, mentre faceva una traversata in traghetto, il mare iniziò ad agitarsi e il vento a crescere. Allora, notò come tutte le persone sul ponte, lottassero per mantenere l’equilibrio: il modo in cui tendevano le braccia e si muovevano sussultando faceva sembrare che stessero rappresentando delle figure egiziane, e l’impressione era che con uno scossone più forte, sarebbero finite in mare, nonostante i bizzarri tentativi di restare in piedi.
Giunto a Los Angeles, Stemberg fece amicizia con David Kahne, il produttore delle Bangles, che stava cercando un’ultima canzone per completare Different Light, il secondo album del gruppo. Gli bastò un solo ascolto del demo propostogli da Stemberg per innamorarsi perdutamente di Walk Like An Egyptian.
E qui inizia un’altra storia, dal momento che la canzone, che diventò la più grande hit delle Bangles, ne sancì, inaspettatamente, anche il declino. Perché quel successo clamoroso, non era il successo che la band guidata da Susanna Hoffs e Vicki Peterson voleva.
Formatisi nel 1981, dopo qualche anno di gavetta, quando pubblicarono il disco d’esordio, All Over The Place (1984) le Bangles entrarono di diritto in quel nuovo movimento definito Paisley Underground, che includeva fra le sue fila band straordinarie come Rain Parade e The Dream Syndicate. Il loro debutto sfoggiava un suono influenzato dagli anni '60, una delle caratteristiche del PU, e allineava in scaletta un filotto di canzoni di grande spessore, ben scritte e costruite dal talento delle due chitarriste, la Hoffs e la Peterson. Il disco funzionò bene, tanto che le quattro ragazze vennero chiamate ad aprire i concerti di Cyndi Lauper. Ma per quanto le cose girassero a mille, commercialmente l’album ebbe tiepidi riscontri, finendo solo all’ottantesima piazza di Billboard.
Le cose cambiarono radicalmente con il loro secondo disco, Different Light, che fu la svolta della loro carriera, ma che, a dispetto del talento compositivo delle ragazze, presentava brani scritti da altri. Prima arrivò Manic Monday, regalo dall’amico Prince, fan incallito della band, poi If She Knew What She Wants scritta da Jules Shear, e quindi Walk Like An Egyptian, un bizzarro divertissement scritto, come detto, da Liam Stemberg, che la band inizialmente si rifiutò di pubblicare come singolo perché ritenuto "troppo strano".
Quando uscì, invece, arrivò subito al primo posto, producendo nelle quattro ragazze, stranissimo a dirsi, un pesante senso di frustrazione. Il brano, così divertito e leggero, diede, infatti, un colpo mortale al pedigree rock del gruppo, che all'improvviso divenne famoso per una canzone scritta da altri e lontanissima dallo stile della band. E in molti, inopinatamente, ancora oggi pensano alle Bangles come un gruppettino pop, privo di spessore artistico.
Così, le Bangles, si trovarono al centro di un’attenzione mediatica che, se le rese famose, le rese anche incredibilmente infelici. Si trovarono a gestire l’inaspettata eco di Walk Like An Egyptian, circostanza che le esaurì psicologicamente e mise a seria prova il loro rapporto di amicizia. Andarono avanti, quasi per inerzia, i successi continuarono ad arrivare (Eternal Flame, In Your Room), ma al culmine della notorietà, la band implose, e si sciolse nel 1989.
Alla fine degli anni '90, dopo che ne era passata abbastanza di acqua sotto i ponti, le Bangles si sono riunite (in teoria sono ancora in attività, anche se l’ultimo disco è del 2011), hanno fatto pace fra di loro e, soprattutto, hanno fatto pace con Walk Like An Egyptian, che ha indossato agli occhi delle quattro musiciste gli abiti di un dolce ricordo nostalgico condiviso coi propri fan. A tal proposito, in un’intervista di qualche anno fa, Vicki Peterson ebbe a dire: “È così divertente suonare Walk Like An Egyptian dal vivo a causa di come viene accolta dal nostro pubblico: sono completamente innamorati e si divertono. Ricorda loro quel periodo al liceo, quel periodo al college, qualunque cosa si colleghi a un momento di puro divertimento, gioia, sciocchezze e passi di danza. Quindi, in questo momento, quando la suoniamo, mi diverto un mondo". Meglio tardi che mai.
Blackswan, venerdì 28/04/2023