Poche canzoni al mondo trasmettono un frastornante senso di libertà come Ramblin’ Man degli Allman Brothers. Partono le prime note della canzone e si aprono immensi spazi, che suggeriscono immediatamente il desiderio di mettersi in viaggio, di vagabondare senza metà, la testa svuotata da ogni pensiero che non sia il desiderio di provare a vedere cosa c’è là in fondo, proprio dietro l’orizzonte.
Il brano fu composto dal chitarrista degli Allmans, Dickey Betts, che prese in prestito il titolo da un brano di Hank Williams del 1951, intitolato proprio Ramblin' Man.
Betts, che è anche la voce solista della canzone, ha detto di essersi ispirato per la stesura delle liriche (che raccontano la storia di un ragazzo i cui viaggi lo portano ovunque e che prende la vita così come viene, senza pensieri), ad avvenimenti autobiografici, vissuti, quindi, in prima persona.
Quando era un bambino, infatti, il padre lavorava nell’edilizia e continuava a spostarsi dalla costa orientale e quella occidentale della Florida. Il piccolo Dickey, così, frequentava una scuola per un anno, e l’anno successivo ne frequentava un’altra, finendo per crearsi, in questo ripetuto andirivieni, due diversi gruppi d’amici. Questo continuo vagabondare, spesso e volentieri sui sedili di un autobus Greyhound, era un vero e proprio stile di vita che, invece di deprimerlo, fu motivo di arricchimento esistenziale per il giovane chitarrista.
Il primo abbozzo della canzone risale al 1969, poco prima di entrare a far parte degli Allman, quando Betts suonava in varie band della Florida, senza avere ancora ben chiaro quale sarebbe stato il suo futuro. A quei tempi, il chitarrista era pappa e ciccia con Kenny Harwick, un ragazzone che aveva il curioso vezzo di fare delle domande, a cui rispondeva lui stesso prima di dare all’interlocutore il tempo di farlo. Un giorno, mentre Dickey stava strimpellando la chitarra, Kenny gli chiese: “Hey amico, come stai?”. E prima che Betts potesse proferire parola, soggiunse: “Scommetto che stai solo cercando di guadagnarti da vivere e di fare del tuo meglio”. Quelle parole furono l’abbrivio per la scrittura delle liriche di Ramblin’ Man, incentrate proprio sul verso: “Tryin' to make a livin' and doin' the best I can”. Il resto della canzone fu scritta nel 1972, a Macon, in Georgia, nella casa che il chitarrista condivideva con il resto della band.
Ramblin’ Man è stato il primo singolo della Allman Brothers Band registrato senza il loro leader, Duane Allman, morto in un incidente motociclistico nel 1971. Una perdita esiziale che, aldilà del dolore per la morte di un caro amico, apriva un immenso vuoto creativo e sonoro, colmato proprio dalla canzone scritta da Betts, che trainò il nuovo album della band, Brothers And Sisters, divenendo anche il più grande successo commerciale degli ABB.
La struttura della canzone è molto particolare. La prima parte si sviluppa in modo abbastanza convenzionale (ritornello/strofa/ritornello/assolo di chitarra/strofa/ritornello), ma successivamente ci sono altri due minuti particolarmente intricati, che erano ispirati al finale di Layla, il leggendario brano dei Derek & The Dominos, su cui aveva suonato anche Duane Allman. Per realizzarlo, Betts ha prima provato a sovraincidere molte parti di chitarra, ma poi, visto il risultato scadente, chiese al suo amico Les Dudek, che era in studio con la band, di suonare la chitarra solista insieme a lui, esattamente come avrebbe fatto Duane. Così i due crearono un intreccio sonoro di chitarre, ripetendo le stesse linee più e più volte, risuonandole con un registro più basso, e sovraincidendo il tutto. Solo a quel punto, Betts diede vita alla parte solista con la chitarra slide, che si adagia perfettamente sulla base precedentemente creata.
Questa canzone, quindi, è anche un omaggio al compianto Duane, dal momento che si basava proprio sul quel suono armonico della doppia chitarra che era un marchio di fabbrica della band, quando il più anziano dei due Allman era ancora in vita.
E’ triste ricordarlo, ma questa è anche l’ultima canzone registrata dal bassista Berry Oakley, che l’11 novembre del 1972 morì in un incidente automobilistico, in circostanze analoghe a quelle in cui perì il povero Duane.
Blackswan, giovedì 25/05/2023
Nessun commento:
Posta un commento