Gli svedesi Eclipse, formatisi a Stoccolma nel lontano 1999, sono una certezza, se li conosci sai che non ti deluderanno mai. Immutabili nel tempo, alfieri di un hard rock melodico dalle suggestioni Aor, prevedibile, forse, ma sempre sinonimo di qualità. In una carriera che dura da oltre due decenni, infatti, pochi gruppi che masticano il genere sono stati così coerenti e fedeli a loro stessi. E ciò che per altri potrebbe essere un limite, per gli Eclipse, vista la qualità della loro discografia, è senza dubbio un pregio. Il loro decimo album Megalomanium conferma una regola non scritta, quella di una band che, pur cambiando pochissimo alla propria proposta, non sbaglia un colpo. Così, chi ama quell’elettrizzante mix di muscoli e ritornelli uncinanti, di tecnica e mestiere, di divertimento e sfacciataggine, anche in questo caso non resterà deluso.
Megalomanium è un disco attraverso il quale gli svedesi rendono omaggio alla loro fan base in continua espansione, un album che, come dice il titolo, con un filo di consapevole arroganza, afferma lo status di una band che non si pone limiti, conscia del proprio successo e delle proprie qualità. Che si raggrumano, in poche parole, in hook immensi, da mandare subito a memoria, e canzoni che sono indirizzate a un unico scopo: divertire l’ascoltatore.
All’interno
di una proposta che, come si diceva, resta fedele a sè stessa fin dagli
esordi, piccole variazioni sul tema rendono, tuttavia, la scaletta
varia e appetibile.
La canzone di apertura "The Hardest Part is Losing You" combina pop e rock, un testo abbastanza sdolcinato e alcuni ganci melodici insuperabili, che la rendono un incipit accattivante e vibrante, il cui mood innodico è pronto per coagulare entusiasmo sotto il palco. "Got It!" apre le porte a un pop punk cialtrone e scanzonato, mentre "Anthem" possiede un retrogusto vagamente celtico, che con un po’ di fantasia potrebbe richiamare alla mente qualcosa dei Big Country più mainstream.
Non mancano, ovviamente, brani più heavy come "Children of the Night", che si apre con un riff di apertura martellante e il basso pulsante di Victor Crusner in primo piano. È una delle canzoni più ostiche dell’album, avvolta in un’oscurità che non è certo una caratteristica principale degli Eclipse. Se "The Broken" è un brano già sentito, tutto mestiere e furbizia, una canzone come "So Long Farewell Goodbye", a dir poco travolgente, spiega, invece, alla perfezione la qualità di una band che possiede in un cantante eccezionale come Erik Mårtensson la freccia più acuminata a disposizione: prova vocale di prim'ordine, per una canzone orecchiabile, contagiosa e che impone ripetuti ascolti.
Megalomanium è composto di brani brevi, la maggior parte appena al di sopra dei tre minuti, e questo forse è anche il trucco vincente per garantire una fruizione davvero godibile. Le ricche melodie, e l’ottimo lavoro alla chitarra di Magnus Henriksson danno al disco un suono scintillante, rendendo Megalomanium un album vibrante e dinamico, che si fa fatica a togliere dal lettore. Poco da dire: passano gli anni, ma gli Eclipse restano una delle migliori band di genere in circolazione.
VOTO: 7,5
GENERE: Hard Rock Melodico
Blackswan, giovedì 05/10/2023
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