“Brad non ha paura di esprimersi. Quale altro artista country, o qualsiasi artista in questo momento, parla di schiavitù?" A pronunciare questa frase fu il rapper LL Cool J, che prestò la propria voce a Accidental Racist, un brano scritto da Lee Thomas Miller e Brad Paisley, che compare su Wheelhouse, album pubblicato dalla star del country nel 2013.
Paisley voleva scrivere una canzone che affrontasse il tema della schiavitù e le efferatezze che la stessa ha prodotto nella società americana. Il cantante è sempre stato orgoglioso di vivere nel Tennessee e di essere un cittadino del Sud degli Stati Uniti, ma era altrettanto colpito dalle tensioni razziali che perduravano senza soluzione di continuità. La sua idea era quella di affrontare un tema così doloroso attraverso la musica, di prendere finalmente posizione, di porre domande che fossero uno stimolo per il proprio pubblico a darsi delle risposte.
E il testo, in tal senso, è diretto, esplicito: “Sono orgoglioso delle mie origini, ma non di tutto ciò che abbiamo fatto. E non è che io e te possiamo riscrivere la storia. La nostra generazione non ha creato questa nazione. Stiamo ancora raccogliendo i pezzi, camminando sulle uova, litigando per ieri, intrappolati tra l’orgoglio del sud e la colpa del sud”.
Paisley ebbe l’ispirazione per scrivere la canzone dopo aver visto due film che trattavano lo stesso argomento, e cioè Lincoln e Django Unchained. Tuttavia, pensò di estendere la collaborazione a un artista di colore, perché riteneva che fosse necessario affrontare il tema anche dalla prospettiva afroamericana. Così contattò il rapper LL Cool J, che incontrò a Nashville. Lo portò a vedere il Ryman Auditorium e poi a fare un giro in macchina per le strade della città. E mentre i due giravano senza metà, fece ascoltare la demo del brano al rapper, che, entusiasta, dopo aver battuto la mano sul cruscotto, esclamò semplicemente: “E’ troppo importante! Ci sto!”. A suggello dell’accordo, Paisley disse a LL Cool J che non aveva alcun tipo di vincolo, che nelle liriche che avrebbe scritto per il suo contributo poteva dire ciò che voleva, senza preoccuparsi di essere censurato.
Il songwriter sapeva, in realtà, che la pubblicazione della canzone avrebbe creato inevitabilmente delle polemiche e che stava infilandosi in un vero e proprio ginepraio. Ma non gli importava. In un’intervista su Entertainment Weekly disse, infatti: “Penso che che l’America stia attraversando una sorta di adolescenza, è come se fossimo quasi cresciuti. Penso solo che l'arte abbia la responsabilità di aprire la strada, e anche se non conosco le risposte, sento che porre la domanda è il primo passo, e con questa canzone la stiamo ponendo in grande stile.”
Come previsto, Accidental Racist creò un polverone non da poco. Da un lato, il mondo dell’hip hop attaccò LL dandogli del traditore, e lo stesso fece con Paisley, il mondo del country, notoriamente reazionario e conservatore.
Ma Paisley fu anche preso di mira dal “fuoco amico”. Jason Lipshutz di Billboard scrisse che la canzone aveva senz’altro buone intenzioni, ma che il brano di Paisley non riusciva a diventare qualcosa di più di un'imprevista scusa per il disagio indotto dall'odio, e criticò anche i versi di LL Cool J, sostenendo che i suoi proclami riguardanti la storia della schiavitù e la soluzione alla tensione razziale erano decisamente bizzarri, e che il verso "Se non giudichi le mie catene d'oro, dimenticherò le catene di ferro", ridicolizzava il tema della schiavitù. Della stessa opinione fu anche David Graham di Atlantic, che considerava folle paragonare i gioielli del rapper alle catene degli schiavi, e più duro ancora fu Brandon Soderberg di Spin, che smontò letteralmente il brano anche sotto il profilo squisitamente musicale, sostenendo che si trattava di un facsimile di Nashville dal suono di plastica, dotato di rudimentali accenni alla produzione hip-hop, mentre definì il messaggio, pur riconoscendo le buone intenzioni del duo, come "la cosa più educatamente tossica da inserire su Internet quest'anno".
Una serie di bastonate niente male, che affossarono un tentativo di parlare di razzismo, forse non perfettamente riuscito, ma comunque meritevole di attenzione. E che il brano produsse più derisione che attenzione, divenne esplicito quando Accidental Racist fu parodiata durante una puntata del seguitissimo Saturday Night Live (un programma di satira politica e varietà in onda su NBC) in cui Paisley e LL Cool J vennero interpretati rispettivamente da Jason Sudeikis e Kenan Thompson, che presentarono il loro sketch dicendo: “Ecco la canzone che ha curato il razzismo!".
Blackswan, martedì 02/01/2023
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