Quando nel 2007, il loro debutto, Oracular Spectacular, si trasformò in un sorprendente successo, Andrew VanWyngarden e Ben Goldwasser avrebbero potuto imboccare la strada più facile, tentando di replicare il mood di quelle canzoni avvolte in una brillantezza luminescente.
Invece, da allora, hanno tracciato un nuovo percorso, misurandosi con lo psych-folk e l’acid-rock, dando alle stampe due dischi non proprio centrati (Congratulations del 2010 e MGMT del 2013), e più recentemente con il synthpop, pubblicando l’eccellente Little Dark Age (2018), un album tanto riuscito da potersi posizionare alla stessa altezza del loro debutto.
Con il loro quinto album in studio, Loss of Life, la band azzecca un delizioso punto d'incontro tra la le sonorità psych-pop dei loro primi lavori e la loro nobile determinazione nel cercare qualcosa di sempre diverso, che in questo caso lambisce i territori di un soft pop dai contorni leggermente umbratili.
Questo non vuol dire che gli MGMT abbiano rinnegato il loro consueto approccio surreale e ironico, basti pensare che l’album si apre con "Loss of Life, Part 2", un titolo che starebbe bene a chiusura dell’album, che è invece affidata alla title track.
Loss of Life inizia veramente con la seconda traccia "Mother Nature", un brano che suggerisce una certa influenza brit pop, grazie a melodie vocali accattivanti, nitide chitarre acustiche e un retrogusto vagamente nostalgico. L'esplorazione del duo continua con una ballata potente, "Dancing in Babylon", melodrammatica, ma non ampollosa, e rigogliosa di rimandi agli anni ‘80, mentre "Bubblebum Dog" e "People In The Streets" chiamano in causa addirittura David Bowie, la prima più glam e barocca, la seconda decisamente lunatica.
Ogni canzone di Loss of Life ti porta in viaggio attraverso dimensioni parallele, e così "Nothing to Declare" sembra una semplice canzone folk prima di turbinare in una cacofonia di ticchettii di orologi e contrappunti di chitarra acustica a spirale, mentre "Nothing Changes" è oscura e si sviluppa lentamente, giungendo a un climax di lussureggianti cori, fiati e batteria.
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