lunedì 22 luglio 2024

Airbag - The Century Of The Self (Karisma Records, 2024)

 


L’espressione anglosassone “less is more”, cioè dare una risposta semplice a un bisogno complesso, ben si adatta a The Century Of The Self, sesto album in studio dei norvegesi Airbag, band originaria di Oslo, attiva dal 2004. Solo cinque canzoni, ma dal minutaggio corposo, che scorrono placide, come un lento fiume tranquillo. Sembra non succeda mai niente, eppure questi quarantasette minuti di musica sono densi di emozioni che nascono per sottrazione o da quasi impalpabili stratificazioni, in un flusso che è pacificazione, meditazione, malinconico intimismo.

Creatura nata da un’idea di due compagni di liceo, Asle Tostrup (voce) e Bjørn Riis (chitarra e basso), a cui, nel 2011, si è aggiunto il batterista Henrik Bergan Fossum, gli Airbag hanno ricevuto rapidamente il plauso della critica per una miscela distintiva di rock progressivo, ambient e alternative, influenzata dai loro eroi musicali di gioventù, tra cui i Pink Floyd e i Radiohead (non è un caso che il nome Airbag sia preso in prestito dalla canzone di apertura del capolavoro dei Radiohead del 1997, OK Computer). 

Composto tra il maggio del 2022 e il gennaio del 2024, The Century of the Self conferma lo status degli Airbag come una delle band più importanti emerse dalla scena progressive norvegese degli ultimi decenni. Dalle note iniziali dell'opener "Dysphoria", fino alle chitarre cariche di emozione della chiosa "Tear It Down", questo si presenta come un album seducente e suggestivo, che non ha bisogno di artifici o pirotecnici arrangiamenti per esprimere la sua straordinaria carica melodica.

E’ progressive, ma un progressive asciutto, senza fronzoli, in cui gli strumenti sono al servizio della canzone e non, come talvolta accade, il contrario. È un disco, poi, accessibile e facile da ascoltare, in cui la band evita di esibire la superiorità tecnica del virtuosismo fine a se stesso, per arrivare al sodo di una musica essenziale, che fluisce senza scossoni, e in cui la differenza la fanno piccole variazioni sul tema, che esaltano la bellezza di melodie immediatamente assimilabili

Ci sono passaggi dell’album in cui la musica sembra estremamente semplice, ma questa è un’impressione ingannevole, smentita dall’abilità artistica necessaria nel comporre canzoni di una bellezza così delicata e stratificata con cura artigianale. Se spesso quello del progressive è un linguaggio logoro, quella contenuta in Century Of The Self è un’esperienza di ascolto che supera di slancio i clichè del genere, rivelando più profondità a ogni successivo ascolto.

Sebbene gli Airbag abbiano un'identità musicale distintiva, come dicevamo, le influenze dei Pink Floyd e dei (primi) Radiohead sono evidenti, e ci sono anche sfumature che richiamano alla mente i Porcupine Tree. Durante questo inusuale viaggio sonoro, poi, l’ascoltatore proverà svariati stati d’animo: la cupa linea di basso che traina "Erase" lambisce territori post punk, trasmettendo un senso di ansiogena inquietudine, "Tyrants and Kings" (anche qui il basso in bella evidenza) ammicca a sonorità rock mainstream, declinate sempre con gran parsimonia di arrangiamenti, "Awakening" è una morbida ballata acustica, che sembra uscita dalla penna di Steven Wilson, l’iniziale "Dysphoria" è un volo radente su una melodia minimal a cui vengono aggiunte le spezie di una chitarra dal sapore pinkfloydiano. Chitarra, poi, che è la protagonista assoluta della conclusiva, e lunghissima "Tear It Down", brano che oscilla tra i fremiti malinconici di poche note di synth e di un piano elettrico con vista su OK Computer, le leggere extrasistole di un drumming in controtempo e l’epicità di coinvolgenti assoli di chitarra.  

Il timbro vocale di Tostrup, così apertamente emotivo, lascia respirare la musica, ritagliandosi pochi, ma efficacissimi spazi, mentre è soprattutto il basso di Bjørn Riis, lasciato alto nel mix, a prendersi la scena, evocando la caratura tecnica di altri iconici bassisti prog.

The Century Of The Self non è solo un grande disco, ma conferma ulteriormente la qualità compositiva di una band, il cui merito evidente è quello di insufflare nuova linfa vitale nel cuore di un genere, che troppo spesso ristagna in tropi logori e privi di mordente.

Voto: 8

Genere: Progressive, Alternative

 


 

 

Blackswan, lunedì 22/07/2024

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