mercoledì 29 gennaio 2025

Angel Of Death - Slayer (Def Jam, 1986)

 



Difficile trovare in attività band, la cui musica abbia suscitato tante polemiche come accaduto per gli statunitensi Slayer, una dei gruppi più noti e seminali del movimento thrash metal.

Gli esempi si sprecano

Nel 1996 gli Slayer vennero citati in giudizio con l'accusa di aver spinto alcuni giovani a uccidere una ragazza: la vittima era Elyse Marie Pahler, una quindicenne assassinata il 22 luglio 1995. All'epoca, gli assassini Roger Casey (17 anni), Jacob Delashmutt (16) e Joseph Fiorella (15) suonavano in un gruppo ispirato agli Slayer chiamato Hatred; i tre confessarono di aver rapito la giovane, di averla drogata, stuprata e pugnalata a morte su un altare satanico, per poi concludere le sevizie con atti di necrofilia. I ragazzi, dopo l'arresto, dissero di essere stati plagiati da alcune canzoni degli Slayer come Altar of Sacrifice (contenuta in Reign in Blood), Kill Again e Necrophiliac (entrambe presenti in Hell Awaits). Ciò indusse i parenti della povera vittima a promuovere un’azione legale nei confronti degli Slayer e della loro etichetta discografica: il processo terminò nel 2001, a sei anni dall'accaduto, e si concluse con l'assoluzione del gruppo, motivata dal fatto che la legge statunitense non può censurare la libertà di espressione musicale. Il giudice, inoltre, non ritenne la loro musica oscena, indecente o pericolosa per i minori.

Negli anni successivi si è tornato a parlare degli Slayer per un fatto di cronaca avvenuto in Italia: il 28 maggio 2004, infatti, vennero ritrovati due cadaveri in una fossa di un bosco nei pressi di Somma Lombardo. Le due vittime erano Fabio Tollis e Chiara Marino, uccisi da alcuni membri di una setta chiamata Le Bestie Di Satana, di cui i due erano parte integrante. Dopo il ritrovamento dei corpi, iniziarono le indagini che condurranno al gruppo satanico, portando così a numerosi arresti. Indovinate un po’: si ritiene che i feroci omicidi commessi dalla setta furono ispirati dal brano Kill Again, ricompreso, come citato, nella scaletta di Hell Awaits.

Altri duri attacchi vennero rivolti al nono album del gruppo, Christ Illusion, che contiene un brano intitolato Jihad, in cui si parla degli attentati dell’11 settembre dal punto di vista degli estremisti islamici. Una presa di posizione che ha generato rabbia da parte di alcuni parenti delle vittime della tragedia, costringendo il chitarrista della band, Kerry King, a chiarire più volte il senso del brano che, dal punto di vista della band, parla semplicemente delle storture che può ingenerare la religione.

La circostanza che più di tutte, però, ha scatenato contro la band l’ira dei media, delle associazioni culturali e della chiesa ebraica, è il presunto filo nazismo degli Slayer, come sembrerebbe emergere dal frequente utilizzo di citazioni e simbologie hitleriane. Il fanclub ufficiale del gruppo si chiama, infatti, Slaytanic Wehrmacht, termine quest'ultimo che indicava le forze armate tedesche, il logo del gruppo raffigura l’aquila romana, stemma presente sugli elmi dei soldati nazisti, infine la grafia della S di "Slayer" è stata accostata al faamigerato simbolo delle SS.

E per quanto la band abbia sempre smentito, aver scritto una canzone intitolata Angel of Death, prima traccia dal terzo album della band, Reign In Blood, non ha certo aiutato. La canzone, infatti, si riferisce a Josef Mengele (l’angelo della morte), il crudele medico di Aushwitz che eseguì raccapriccianti e sadici esperimenti sui prigionieri durante l'Olocausto. Apriti cielo: gli Slayer sono nazisti, antisemiti e satanisti. Difficile far credere il contrario, visto che Angel Of Death è tuttora oggetto di dibattito tra gli Slayer, le associazioni favorevoli alla censura e diverse organizzazioni religiose.

In realtà, la canzone fu scritta dal chitarrista Jeff Hanneman, grande appassionato della seconda guerra mondiale, e il cui padre, giova ricordare, sbarcò sulle spiagge della Normandia il 6 giugno 1944, proprio per combattere i nazisti.

L’ispirazione per il brano arrivò quando i membri della band erano in tour per promuovere Hell Awaits, e per passare il tempo, tra una data e l’altra, si davano alla lettura di libri tascabili comprati nelle aree di servizio. Uno di questi, acquistato da Hanneman, parlava proprio di Mengele: da qui, l’ispirazione per la controversa canzone.

Angel of Death è diventata nel tempo uno dei brani più famosi degli Slayer e un classico del genere thrash metal. A metterci mano in fase di produzione fu l’allora giovanissimo Rick Rubin, che era il patron della Def Jam, etichetta nel cui portafoglio, ai tempi, militavano anche i Beastie Boys. Rubin per la produzione si avvaleva della collaborazione di una major, la Columbia, i cui dirigenti, non appena visto il pentacolo sulla copertina di Reign In Blood e ascoltata Angel of Death, si rifiutarono di collaborare, passando la patata bollente alla Geffen, etichetta che si fece molti meno scrupoli.

Musicalmente, Rubin fece un lavoro straordinario: dato che gli Slayer suonavano molto velocemente, il produttore, in fase di registrazione, lasciò disattivato il riverbero, per evitare che il suono diventasse un’indistinguibile poltiglia, mentre, affascinato dalla grande tecnica di Dave Lombardo, potenziò la batteria, tenendo in secondo piano le chitarre. Oggi, il doppio pedale e il tom fill di Lombardo su Angel Of Death sono diventati, nell’immaginario collettivo, uno dei momenti di drumming più eccitanti e famosi della storia del metal.  




Blackswan, mercoledì 29/01/2025

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