martedì 28 gennaio 2025

Babybird - There's Something Going On (Echo, 1998)

 


I Babybird, indie rock band britannica creata dalla mente geniale del suo leader Stephen Jones, hanno attraversato poco più di tre lustri di storia musicale inglese, lasciandosi alle spalle undici album in studio e, soprattutto, due canzoni che ne hanno decretato un momentaneo, quanto labile successo: "You’re Gorgeous", hit del 1996 dall’album Ugly Beatiful e "The F-Word" (da Bugged del 2000) diventata sigla dell’omonimo programma di cucina condotto da Gordon Ramsey. Per il resto, i Babybird hanno sempre rivestito il ruolo di band di culto, capace di sfornare album di valore ma dal modesto appeal commerciale.

Pubblicato 26 anni fa, il 24 agosto 1998, There's Something Going On non ha scalato le classifiche dell’epoca, raggiungendo solo la ventottesima piazza delle charts britanniche, ma rimane, anche a distanza di tanto tempo, un disco splendido, amato profondamente da tutti coloro che hanno avuto la fortuna di ascoltarlo.

Ma andiamo con ordine. La storia dei Babybird inizia alla fine degli anni '80 quando Stephen Jones inizia a scrivere musica per una compagnia teatrale sperimentale di Nottingham. Nel 1994, aveva composto la bellezza di quattrocento canzoni, senza tuttavia riuscire ad aggiudicarsi un contratto discografico. Consapevole del proprio talento, Jones ha investito tutti i risparmi producendo da solo i primi quattro album (con il nome Baby Bird, poi mutato in Babybird), fino a quando, con il citato Uglly Beautiful il suo progetto diviene una band vera e propria, e la sua produzione, inizialmente molto casalinga e lo-fi, diventa più strutturata grazie al passaggio sotto l’etichetta Echo.

Arriva così il successo di "You’re Gorgeous", autentico tormentone che si piazza alla posizione numero tre delle classifiche inglesi, rimanendo in classifica per tre settimane. Una canzone, questa, caratterizzata da una struttura semplice e da un ritornello orecchiabile, che fece spesso associare i Babybird al movimento brit pop e che identificò la band con connotati romantici che mai, in realtà, gli sono appartenuti. Quello che a un orecchio poco attento poteva apparire come una canzone d’amore, era in realtà cinica e caustica, dal momento che racconta la storia di un fotografo perverso che offre a una ragazza 20 sterline in cambio di qualche scatto hot. Eppure la canzone è diventata un tormentone per coppie innamorate, un must alle feste nuziali e un punto fermo delle radio britanniche.

Così, i consumatori occasionali di pop, che avevano comprato il disco, rimasero esterrefatti dalla restante scaletta, un mix di canzoni abbastanza inquietante che trattava di morte, di disagio, di religione, alternando qualche melodia carina a cupi momenti lo-fi. Un disco talmente straniante che venne argutamente rinominato "You're Gorgeous and some other songs". Avere avuto un enorme successo pop li aveva resi imperdonabilmente poco cool agli occhi del pubblico alternativo, mentre agli amanti occasionali delle hit non importava molto di sentire altro da loro, dal momento che si accontentavano di ascoltare "You’re Gorgeous" a ripetizione. Jones avrebbe dovuto essere seduto sul trono insieme a Albarn, Yorke, Gallagher, Cocker e tutti gli altri migliori songwriter del Regno Unito. Invece, era solo l'autore di questo grande successo pop e la gente non poteva prenderlo sul serio.

Ciò di cui Jones e la sua band avevano bisogno era di bandire quel ricordo con un album diverso, che mettesse in mostra e definisse veramente il loro talento. Un disco più mirato e più compiuto, in cui ogni traccia avesse vera profondità e sostanza, un album in cui l'oscurità e la luce potessero essere combinate in modo più efficace.

Due anni dopo, nel 1998, come lancio per la promozione di There's Something Going On, i Babybird pubblicarono un nuovo singolo, che non avrebbe potuto essere più lontano da "You're Gorgeous". "Bad Old Man" è una canzone scioccante, oscura, priva di ogni ammiccamento al romanticismo, il cui testo menziona la parola pedofilo, probabilmente unica canzone al mondo che, nonostante ciò, abbia conquistato la top 40. "Bad Old Man" si muove lentamente, è una marcia funebre punteggiata dal suono di un pianoforte malinconicissimo, un brano che sarebbe stato benissimo in un disco dei Black Heart Procession e che ha come protagonista un pervertito. Ecco, questi sono i veri Babybird, non quelli di "You’re Gorgeous".

Nonostante fosse uno dei singoli più belli pubblicati in quell’anno, "Bad Old Man", come prevedibile, si attestò solo alla trentunesima piazza delle charts. Le radio, soprattutto nelle programmazioni diurne, lo evitavano come la peste, e gli appassionati di musica, i fruitori attivi, tenevano a distanza quella band che due anni prima incarnava l’idea di un pop sdolcinato e buono per la truppa. Pochi mesi dopo, uscì il secondo singolo dell'album.

Dopo il terrificante "Bad Old Man", fu una scelta saggia fornire un netto contrasto con la sbalorditiva "If You'll Be Mine", un brano dolce e sognante, avvolto dalla luce luminosa di un mattino di primavera. Una canzone meravigliosa, che suonava dannatamente U2, ma che gli U2 non sarebbero più stati in grado di comporre. "If You'll Be Mine" esprime al meglio il talento di Jones, abile a usare melodie dolci per mascherare testi che sono tristi o inquietanti: in questo caso, abbiamo una storia di amore perduto per sempre, avvolta, però, in una calda e confortante coperta melodica.

"Back Together" è la canzone più amata dai fan della band, misteriosa ma stranamente spensierata, è un momento perfetto di pop barocco, intima e calda un secondo prima, palpitante ed emozionante, quello dopo. È un brano arrangiato e strutturato magistralmente, che delinea lo spazio in modo brillante durante il ponte strumentale, e che si apre a un ritornello memorabile.

Atmosferica e vagamente spettrale è "I Was Never Here", in cui una maestosa sequenza di accordi gira apparentemente senza meta sotto la voce quasi colloquiale, eppure così intensamente drammatica, di Jones, prima che il brano improvvisamene esploda come una bomba di chitarre feroci e sferraglianti. Il ritmo è accelerato nella malata e inquietante "First Man On The Sun", una scorribanda perversa tra ritmi di rumba e vibrazioni drum n bass, seguita dalla cruda e delirante "You Will Always Love Me", un brano musicalmente trasognato, che parla di uno stalker e affronta il lato oscuro dell’amore, un tema centrale in There's Something Going On. Lungi dall'essere sentimentali o romantiche, le canzoni di Jones riguardano ossessione, potere, controllo, dipendenza, perversi istinti umani ed ego maschile.

Più focalizzato del suo predecessore in termini di liriche, l’album mette, poi, in evidenza una ragionata diversità musicale. "The Life", ad esempio, è un pezzo di trip-hop schizofrenico e paranoico, un po' come se fosse suonato dagli Happy Mondays in down di anfetamine, e la rabbiosa "All Men Are Evil" è attraversata da un groove torbido e da versi cantati come una sinistra filastrocca, mentre una stralunatissima armonica accresce l'urgenza già totalmente frenetica del brano.

Poi, arriva quella che potremmo definire la miglior canzone dell'album, e probabilmente il brano più potente che Stephen Jones abbia mai scritto. Strutturata su una ritmica spazzolata, poche note di pianoforte e voce in falsetto, è impossibile pensare a qualcosa di più inquietante di "Take Me Back", il racconto straziante di uno stupro a bordo strada e i conseguenti sentimenti di vergogna, colpa e desiderio di vendetta. La versatilità di Jones come cantante è qui esibita in modo spettacolare, la sua voce si eleva da sussurro inquietante a urlo trattenuto ma schizofrenico, mentre l'atmosfera seducente e angosciante prende possesso dell'ascoltatore, trasportandolo in una dimensione da incubo.

Un brano così teso, che la successiva, lunga e dolente "It's Not Funny Anymore" suona come un momento di sollievo al confronto: un'altra scintillante ballata lo-fi basata su synth lacrimosi e loop di batteria sovrapposti, e che si libra verso il cielo quando raggiunge il suo lungo e commovente outro. Fornisce un ideale penultimo climax prima che questo straordinario disco si concluda in modo sottile e delicato con la title track, scarna e leggera, ponendo il suggello a un intenso viaggio musicale intitolato "There's Something Going On".

Cosa è successo dopo? L'album è stato ben accolto dalla critica ma ha venduto modestamente, raggiungendo il numero 28 nelle classifiche degli album del Regno Unito. All'inizio dell'anno seguente, una versione remixata di "Back Together" entrò nella classifica dei singoli al numero 22. L'album successivo Bugged ebbe molto meno successo, non arrivando nemmeno nella Top 100, con il risultato che la band dovette arrendersi.

Stephen Jones lavorò ad altri progetti e pubblicò un disco da solista, prima di riformare il gruppo nel 2005 e pubblicare altri tre album, uno dei quali con un'apparizione come ospite di Johnny Depp alla chitarra. L’avventura Babybird si sarebbe conclusa di nuovo nel 2012, con Jones che tornò alle sue radici lo-fi e pubblicò un'enorme quantità di musica fatta in casa sotto vari alias tramite la sua pagina Bandcamp. Solo pochi anni dopo avrebbe ripreso in mano il progetto Babybird per la terza volta, riportando la band in tour e pubblicando una serie di album in edizione limitata.

 


 

 

Blackswan, martedì 28/01/2025

 

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