Quella degli House Of Lords è una gloriosa storia hard rock che si dipana nel corso di quasi quarant’anni, a partire dal 1988, quando cinque musicisti losangelini, provenienti da diverse esperienze, pubblicarono, sotto l’egida di Gene Simmons, bassista dei Kiss, il loro album d’esordio, che ottenne un buon riscontro sia di pubblico che di critica.
Da qui in avanti, la parabola artistica della band fu punteggiata da numerosi cambi di line up e dallo scioglimento avvenuto nel 1993, che mise in stand by il gruppo fino al 2004, quando uscì nei negozi il disco della resurrezione, The Power And The Myth.
Trascorsi
quattro decenni, oggi l’unico membro originale degli House Of Lords è
il cantante e bassista James Christian, a cui si sono affiancati Jimi
Bell alla chitarra, Mark Mangold alle tastiere e Johan Kolemberg alla
batteria. Ciò che non è mai cambiato, nonostante il passare del tempo, è
la classe della band nel declinare la materia Aor e Hard Rock con
immutato trasporto, e la qualità dei dischi pubblicati, sempre
all’altezza di un nome che, negli anni, pur non uscendo dallo status di
gruppo di culto, non ha perso un briciolo del proprio appeal.
Full Tilt Overdrive, a dispetto di una copertina non proprio attraente, è l’ennesima buona prova di una band che non ha perso smalto ed è rimasta ancorata a una forma espressiva pressochè immutabile nel tempo, il cui suono continua a costruirsi intorno ad accattivanti melodie, suntuosi tappeti di tastiere e riff di chitarra adrenalinici; tanto che, quando parte l’iniziale "Crowded Room", con le sue armonie, gli hook e il suo riff arrembante, la sensazione è quella di trovarsi di fronte a un inossidabile marchio di fabbrica.
Se la formula è ormai consolidata, non mancano tuttavia le canzoni, tutte decisamente buone: "Bad Karma" è il manuale d’istruzioni su come scrivere la perfetta canzone Aor, la title track è una sgasata a cento all’ora che ricorda i Deep Purple di "Highway Star", "Taking The Fall", con il suo retrogusto country blues, fa il verso al Bon Jovi di "Dead Or Alive", mentre gli accenni orrorifici che contornano "You’re Cursed" nulla tolgono alla potenza melodica di un brano tagliato in due da un assolo spettacolare di Jimi Bell.
Se "Not The Enemy",
con il suo vestito metal moderno, è un po’ fuori contesto, la power
ballad "I Don’t Want To Say Goodbye" riporta immediatamente le
suggestioni all’arena rock con vista anni ’80. Il disco, poi, si chiude
con i nove minuti abbondanti di "Castles High", una lunga suite
costruita come un brano progressive e contraddistinta dalla consueta
ottima melodia.
C’è mestiere e consapevolezza, in questo nuovo Full Tilt Overdrive, ennesimo capitolo di una band che ha dribblato le ingiurie del tempo e che continua a sfornare dischi, forse non indispensabili, ma di sicuro pregio. Gli House Of Lords non tentano strade alternative, non stupiscono per originalità, ma gli va dato atto di sapere come si scrive un’accattivante canzone rock. Basta poco a renderci felici.
Voto: 7
Genere: Hard Rock, Aor
Blackswan, venerdì 10/01/2025
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