lunedì 15 settembre 2025

Halestorm - Everest (Atlantic, 2025)

 


Gli Halestorm sono una di quelle band che, fin dall’omonimo esordio del 2009, ha avuto le idee chiarissime su quella che doveva essere la propria identità artistica, sviluppata, nel corso degli anni, con invidiabile coerenza. Il quartetto originario della Pennsylvania ha sempre saputo esattamente cosa voleva essere, abbracciando una formula rifinita, disco dopo disco: hard rock rabbioso ma ricco di ritornelli, assoli di chitarra affilati, e una voce di ferro, quella di Lzzy Hale, che si è conquistata una posizione altissima nel novero delle migliori interpreti di genere.

Cinque album, pubblicati fino a oggi, uno più bello dell’altro, che hanno portato il gruppo a conquistare le arene, la presenza ai migliori festival hard/metal, fino a divenire band di supporto degli Iron Maiden durante il tour di quest’anno.  

Con il sesto disco, Everest, le cose iniziano esattamente come qualunque fan della band si sarebbe aspettato iniziassero. L'ultimo album degli Halestorm, Back From The Dead del 2022, li ha visti alle prese con il materiale più pesante e rabbioso della loro carriera, e il brano d'apertura di Everest, Fallen Star, riprende esattamente da dove si era interrotto il suo predecessore, con un riff metallico spacca ossa, un groove incandescente, e Lzzy che mostra ogni centimetro della sua potenza e della sua estensione.

Dopodiché, però, le cose iniziano a deviare dal copione. A produrre, al posto di Nick Raskulinecz (Alice In Chains, Foo Fighters, Mastodon, etc), c’è Re Mida Dave Cobb, che ha gettato nel cestino i demo delle canzoni già scritte, obbligando la band a misurarsi con un lavoro in continuum in sala di registrazione. Una metodologia che ha esaltato l’immediatezza dell’approccio, ha favorito lo svilupparsi di idee meno prevedibili rispetto ai consueti standard, e ha permesso al produttore di levigare un suono meno chirurgico in favore di uno decisamente più caldo.

Ne deriva che Everest è senza dubbio il lavoro più audace della band fino ad oggi, un disco nella cui scaletta compaiono alcuni dei brani più interessanti mai scritti finora, grazie proprio a uno scarto rispetto a una proposta da tempo consolidata. Così la labirintica traccia che dà il titolo all'album si propone come un brano dalla forma camaleontica, che passa da un'introduzione sinuosa e serpentina a un ritornello elaborato e malinconico, attraversato dal tocco quasi lugubre della chitarra solista di Joe Hottinger. È diverso da qualsiasi altro brano del loro catalogo, così come la furibonda "Watch Out!" un pugno in faccia scagliato a velocità thrash, mentre Lzzy percuote i padiglioni auricolari con uno screaming belluino.

E quando parte "K-I-L-L-I-N-G", se non fosse per la voce della frontwoman (che comunque ammicca a Serj Tankian), sembrerebbe di ascoltare una classica canzone dei System Of A Down, pura ferocia alternata a momenti di estasi malinconica. Una bomba.

Anche "Darkness Always Wins" sembra lontana dai consueti schemi. Il ritornello ciondolante è la quintessenza degli Halestorm, perfetto da cantare sotto il palco all’unisono con Lzzy: "Siamo tutti combattenti, che reggono i nostri accendini". Eppure, il viaggio per arrivarci è meno prevedibile, dispiegandosi lentamente ma inesorabilmente da uno spoglio tappeto di tastiere, prima che si scateni un crescendo di chitarre stridenti.

Sarebbe sbagliato, però, definire Everest come una sorta di grande svolta. Gli Halestorm saranno sempre gli Halestorm, e ogni traccia è immediatamente riconoscibile come opera dei suoi creatori. Eppure è evidente la volontà di aggiungere nuove spezie a piatti che andavano già benissimo così, ma che adesso sono in grado di conquistare nuovi palati.

In scaletta, poi, come di consueto, non mancano le ballate, nello specifico, tutte di livello: mentre il pianoforte sgocciola la melodia di "Like a Woman Can", Lzzy si trasforma in Beth Hart, fremendo di sanguigna passione, per poi ammantarsi di tinte cupe nelle trame gotiche di "Gather The Lambs", che piazza un ritornello irresistibile e un paio di assoli da brividi. L'album si chiude con "How Will You Remember Me?", una ballata elettrica 100% Halestorm, un po’ prevedibile, ma piacevolissima.

Con Everest, è chiaro che la band pur senza snaturarsi, si è spinta oltre i propri confini artistici, dando vita a quello che, fino a oggi, possiamo definire il suo album più eclettico di sempre.

Voto: 8

Genere: Hard Rock, Rock

 


 


Blackswan, martedì 15/09/2025

Nessun commento: