venerdì 11 ottobre 2013

TAMIKREST - CHATMA





Sembra strano agli occhi di un occidentale, abituato magari a frequentare i convenzionali circuiti mainstream, immaginare che dal Malì arrivi così tanta musica rock e di così alta qualità. Eppure, nel giro di pochi anni, il territorio sub sahariano ha prodotto alcuni dei dischi più interessanti e fascinosi degli ultimi tempi. Se  i Tinariwen sono i capostipiti del genere e Bombino ha avuto accesso al grande pubblico grazie alla produzione di quel volpone di Dan Auerbach, i Tamikrest rappresentano, se così si può dire, le propaggini meno note e forse più "indie" della musica suonata dagli uomini blu, nonostante in passato abbiano avuto un momento di gloria, collaborando al progetto Dirtmusic con Chris Eckman (Walkabouts). Giunti al loro terzo album (recuperatevi anche i precedenti, Adagh del 2010 e Toumastin del 2011), i Tamikrest hanno realizzato quello che si suol definire il disco della maturità artistica, che, nello specifico del genere, vive nella perfetta simbiosi tra cultura musicale tuareg e sonorità derivate dalla scena rock blues occidentale (senza dimenticare ovviamente che il lungo fiume del blues nacque nel Mali e defluì nelle limacciose acque del Mississippi). E non è un caso che un album tanto equilibrato e appassionato sia dedicato alla figura delle donne tuareg, quelle mogli, madri e sorelle, a cui l'eterna guerra civile ha lasciato in eredità un fardello infinito di lutti e sofferenza. Un messaggio, quello voluto dai Tamikrest, che si evince immediatamente dalla bella foto in copertina e da un titolo che non ammette fraintendimenti (Chatma in lingua tamashek significa "sorelle"). Le dieci canzoni che compongono la scaletta del disco, per una durata di poco più di quaranta minuti, ci prendono per mano e ci conducono attraverso territori nei quali solo una mente bolsa e priva di fantasia riuscirebbe ad annoiarsi e a non provare sotto pelle quei palpiti di vitalità di cui questa musica, nonostante nasca in un territorio martoriato dalla violenza, si nutre. Un coloratissimo caleidoscopio di blues, rock, funk, psichedelia si fonde con la tradizione tuareg, il djembè e i caratteristici youyou si intrecciano all'elettricità delle chitarre e di bassi pulsanti. Con orgoglio e consapevolezza. Bastano solo tre brani, quelli iniziali, a trasformare in oro un disco che surclassa di un bel pò la maggior parte della produzione rock blues del 2013. Come se Clapton e Hendrix fossero in jam session con il vento del deserto, il rock dei Tamikrest si perde nel tempo e realizza quell'integrazione culturale che dovrebbe essere, a ogni latitudine, il soffio egalitario che anima il mondo. Imperdibile.

VOTO : 9





Blackswan, venerdì 11/10/2013

giovedì 10 ottobre 2013

INDIENITROGLICEROCK VOL 2

Amici tutti di RadioPaneSalame, in attesa della nuova puntata di Attenti A Quei Blu, la trasmissione radiofonica web che non si ascolta nemmeno nei peggiori bar di Caracas, per non lasciarvi con le orecchie troppo a riposo, Indie & Danny hanno pensato di regalarvi un’ altra esplosiva compilation dei brani più interessanti del momento. Tutte canzoni recentissime, che spaziano dal rock al pop, dal soul al blues, dal desert rock al garage. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti ! Dove si può ascoltare questa meraviglia ? A partire da stasera, 10 ottobre, ore 22.00, sul sito di RadioPaneSalame (clicca sul banner della radio alla destra della pagina), la radio che stuzzica l’appetito di buona musica !
MI RACCOMANDO, NON PERDETEVI  6 + 6 PEZZI DA MILLE : E’ UNA BOMBA, E’ 
INDIENITROGLICEROCK !
Blackswan, giovedì 10/10/2013 

mercoledì 9 ottobre 2013

DISCOGRAFIE : INTERPOL





INTERPOL

Genere : Post-Punk Revival, New Wave

Periodo di Attività : 1997 -ancora in attività

Fondati a New York nel 1997 da Daniel Kessler (chitarra) e Greg Drudy (batteria), gli Interpol si affacciano fattivamente sulla scena musicale statunitense solo dopo l'ingresso nella formazione di Sam Fogarino (subentrato alla batteria al posto dello stesso Drudy), di Carlos Dengler (basso e tastiere) e del cantante Paul Banks. Sono anni di tour sfibranti in cui Banks e soci presentano un repertorio composto essenzialmente da cover e da alcuni brani originali dalle sonorità eighties, che rappresenteranno il marchio di fabbrica della band.  Non siamo di fronte però a uno dei tanti gruppi che si limitano al copia e incolla : gli Interpol partono dalla lezione dei Joy Division, dei Cure, dei The Sound di Adrian Borland e dei Chameleons, ma modernizzano quel suono, creando atmosfere di maestoso lirismo gotico e derive malinconiche al neon. 



Centrale nelle canzoni Interpol è l’intreccio fra le due chitarre, che danno vita a un suono stratificato, pieno, supportato da beat ansiogeni, dalla voce baritonale e distante di Banks e da epici declivi crepuscolari tracciati dalle linee di algidi synth. Quando l'etichetta Matador mette la band sotto contratto, gli Interpol si chiudono in studio per quasi due anni. Il risultato di questa maratona in sala di registrazione si intitola Turn On The Bright Lights (2002, Voto : 9), manifesto del post-punk revival, che fa gridare al miracolo la stampa specializzata (per Pitchfork è il miglior disco del 2002) e proietta gli Interpol verso l'Olimpo degli dei del rock. Tra ritmiche pulsanti e riff serrati (Stella Was A Driver And She Was Always Down), nevrosi del nuovo millennio (Obstacle 1) e romanticismo notturno e denso (NYC), Turn On...propone una scaletta di cinquanta minuti che non si concede un momento di stanca e che affonda in un buio scuro come la pece, risultando a tutt'oggi non solo il miglior lavoro della band newyorkese, ma anche uno dei dischi più emozionanti della nuova avanguardia del wave-sound. Antics (2004, Voto : 7,5) è il seguito ideale del fulminante esordio della band. 

E proprio per questo, se paragonato a quel primo lavoro, si attesta su un gradino qualitativo leggermente inferiore. Si è perso infatti l'effetto sorpresa e la scaletta si presenta più convenzionale per alcune soluzioni marcatamente rock e per i testi più comprensibili e meno elusivi. E' il tentativo, peraltro riuscito, di accedere al grande pubblico, con una produzione che risulta più curata e canzoni che sostituiscono l'aura di mistero con una linearità a tratti addirittura rassicurante. Non mancano tuttavia  gioiellini da conservare fra i migliori ricordi della band : la zampata rock di Slow Hands, i languori depressi di Public Pervert e le pulsioni pop di Not Even Jail. Our Love To Admire (2007, Voto: 7) segna il passaggio della band a una major (Capitol) e rappresenta anche il capitolo che regala agli Interpol una solida statura internazionale. Meno cupo di Turn On...e meno umbratile di Antics, Our Love To Admire mantiene vivo il mood malinconico che aveva contraddistinto i due album precedenti, ma lo innesca attraverso una formula canzone molto più strutturata che nei due primi capitoli e caratterizzata da un wall of sound chitarristico più incline al rock. 

Non tutto è di livello (Who Do You Think?, Mammoth sono passi falsi), e The Heinrich Maneuver è un singolo dal piglio aggressivo ma banalotto; tuttavia, vere gemme come l’albeggiare nebbioso di Pioneer To The Falls, la struggente Pace Is The Trick, la cupa Rest My Chemestry salvano il disco dall'anonimato garantendo al terzo capitolo della saga un punto in più della sufficienza. Interpol (2010, Voto : 5), ultimo capitolo in ordine di tempo della discografia della band capitanata da Paul Banks, è un disco cupo, claustrofobico, pesantemente new wave, ma tuttavia privo di quei vertici di ispirazione che avevano animato i lavori precedenti. Davvero difficile misurarsi con un album che ci restituisce un gruppo che appare spento, privato di motivazioni (visti dal vivo durante il tour dell'album, rammento uno degli show più frusti e insulsi della mia vita) e algidamente autoreferenziale. Una scaletta uniforme, senza picchi emozionali, con le uniche eccezioni di Lights, primo singolo estratto dall'album, e della complessa e affascinante Always Malaise (The Man I Am), di sicuro la migliore di un lotto al di sotto delle aspettative




Blackswan, mercoledì 08/10/2013

martedì 8 ottobre 2013

ROCK PILLS



 


HAIM - DAYS ARE GONE

Genere : Indie Pop

La new sensation pop del momento è un disco dai suoni incredibilmente datati, uno di quelli per cui il termine vintage calzerebbe alla perfezione. Non stiamo però parlando del solito gruppo di giovanotti che riscopre il rock degli anni '70, ma di tre sorelle losangeline che stanno spopolando nel circuito indie e sulla rete con un pugno di canzoni irresistibili. Non hanno inventato nulla ovviamente, e pescano a piene mani dagli anni '80 e dal pop che a quei tempi vendeva milioni di dischi sotto l'egida Madonna. Ma ci sanno fare, e anche bene, e sfoderano un frizzante e orecchiabilissimo repertorio di brani che è impossibile non finire a cantare sotto la doccia.

VOTO : 7







KING KHAN & THE SHRINES - IDLE NO MORE

Genere : Garage, R&B

In circolazione dal 1999, ma da sei anni lontano dalle scene, il canadese King Khan, dopo aver superato una brutta depressione, si ricongiunge ai suoi Shrines e torna con un nuovo disco di canzoni esplosive e groove urticanti. La formula è consolidata, il passo è accelerato e King Khan non sbaglia praticamente un colpo. R&B, soul, funky, il tutto miscelato con sapienza e irrorato da dosi generosissime di garage rock. Tante le belle canzoni che meriterebbero di assurgere allo status di hits del momento : Byte My Tongue, I Got Made e la conclusiva, struggente, Of Madness I Dream.

VOTO : 7,5







THE RESENTMENTS - GHOST SHIP

Genere : Americana, Country rock

In circolazione dal 2004, I Resentments nascono ad Austin (Texas) e si fanno le ossa sul palco del mitico Saxon Pub, uno dei templi della roots music. Nonostante fra le fila della band abbiano militato il compianto Stephen Bruton (partner artistico di Kriss Kristofferson, morto di cancro nel 2009) e Jon Dee Graham (che in seguito si è dedicato alla carriera solistica), i Resentments non sono mai riusciti a sfondare nel giro che conta, restando una piccola realtà, conosciuta in Europa solo grazie all'etichetta Blue Rose, che fortunatamente ne ha diffuso i dischi. Ed è un peccato, perchè quest'ultimo Ghost Ship dimostra che siamo di fronte a una band che suona benissimo e affronta il genere uscendo dai soliti schemi. Ecco allora che il country rock viene intriso di soul (Nothin I Can Do), deraglia verso orizzonti psichedelici (Ghost Ship) o cita addirittura i Beatles (Everybody Freeze). Un disco che non sarà facile da reperire, ma il cui ascolto compenserà abbondantemente gli sforzi della ricerca.

VOTO : 7,5 




Blackswan, martedì 08/10/2013

lunedì 7 ottobre 2013

IL MEGLIO DEL PEGGIO - 3^ puntata





Ricevo dalla nostra freelance Cleopatra e integralmente pubblico.

Cari amici, la settimana che ci lasciamo alle spalle non la dimenticheremo facilmente : la girandola di dichiarazioni dei pidiellini sul voto di sfiducia al governo Letta, le dimissioni dei ministri del Pdl, il terremoto nel centrodestra e il rischio di formazione di un gruppo di dissidenti (rischio, poi, rientrato), la sfiorata crisi del governo Letta conclusasi con una rocambolesca giravolta del Cavaliere con il rinnovo della fiducia, la decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore votata dalla Giunta fino alla tragedia di Lampedusa. Direi che anche stavolta non ci siamo fatti mancare proprio niente. E' stata la settimana in cui tutti tradiscono tutti. Una battuta fulminante di Spinoza descrive plasticamente il momento appena trascorso : " Berlusconi tradisce Berlusconi. Non ci si può fidare più di nessuno ".
Buona lettura !

Mara Carfagna (Pdl), in occasione del settantasettesimo compleanno del Cavaliere, cita una frase di Albert Einstein " Presidente, le grandi menti hanno sempre avuto la violenta opposizione delle menti mediocri ". Penso che si commenti da sè...

Silvio Berlusconi in occasione di una telefonata durante una riunione del Pdl campano a Napoli : " Dopo 59 notti passate a guardare il soffitto, finalmente, stanotte ho dormito dieci ore di fila " . Il Cavaliere si riferisce alla ritrovata serenità dopo la decisione di fare dimettere i ministri del proprio partito dal governo Letta. Viene da ridere se si pensa a cosa è accaduto qualche giorno più tardi !

Emilio Fede (ex direttore di Tg4) : " Sì, è vero che qualcuno mi ha chiesto di scrivere la mia verità, non solo su Arcore. Lo farò. Ci sarà la storia di Berlusconi, uomo leale, generoso oltre ogni limite. Ma anche quella di ruffiani, traditori che hanno perso il senso della gratitudine. O forse non lo hanno mai avuto. Li conosco quasi tutti. I cosiddetti angoli bui saranno presto illuminati dalla verità ". Fede cominci ad illuminare i propri angoli bui, che sono davvero tanti.

Gaetano Pecorella (ex parlamentare del Pdl) ospite della trasmissione " Funamboli ", in onda su una rete locale : " Quel giorno in cui si doveva votare in Parlamento sulla parentela tra Ruby e Mubarak, ho votato come ha voluto il partito ( Pdl ). Mi sono poi vergognato molto di questa cosa. Pochi giorni dopo sono passato al Gruppo Misto. Alla parentela tra Ruby e Mubarak nessuno ci credeva " . Ci credono (o, meglio, dicono di crederci) i suoi lacchè che, purtroppo, sono ancora tanti...troppi, direi.




Sandro Bondi (Pdl) : " Non possiamo rimanere in Parlamento mentre decade Berlusconi ". Segue Daniele Capezzone (Pdl) : " Non si può stare allo stesso tavolo con i carnefici di un principio democratico " . Poi, Renato Brunetta (Pdl) : " L'opzione di votare la sfiducia è stata assunta all'u-na-ni-mi-tà ". Il Cavaliere qualche ora dopo in Senato spiazza tutti : " Non senza travaglio interno, votiamo la fiducia al Governo Letta ". Insomma, hanno scherzato!

Daniela Santanchè (Pdl) a proposito del sorprendente dietrofront del Cavaliere  : " Sono vent'anni che dicono che Berlusconi è emarginato, morto.E, invece, oggi ha vinto lui. Ma li avete visti quelli del Pd ? Sono basiti, spiazzati, non sanno più che dire nè che pesci pigliare. Berlusconi è come il Crodino, fa impazzire il Pd ". La pitonessa parla per slogan. E da domani si beve Bitter.

Vittorio Feltri (editorialista de " Il Giornale ") a Lettera43.it  sulle dichiarazioni bellicose di Brunetta & Co e della fiducia al Governo Letta, poi : " Se un confine c'era tra politica e psichiatria,beh quel confine è stato superato. Di fronte ad una situazione come questa è difficile anche fare analisi politiche. Ci vogliono conoscenze psichiatriche ". Per una volta, Feltri ne dice una giusta.

Michaela Biancofiore (Pdl), a proposito del voto di decadenza di Berlusconi da senatore : " Il Pd si dimostra il solito partito comunista " . Ma Biancofiore ci è o ci fa ?

Nunzia De Girolamo (Ministro per le Politiche Agricole, Pdl) dopo avere fatto parte della " fronda " dei dissidenti pidiellini, ora dichiara : " Siamo un po' figli di Berlusconi : lui è il fondatore e il leader del movimento e lo sarà anche quando una giustizia ingiusta lo avrà privato di una carica che gli hanno dato dieci milioni di italiani " . E aggiunge : " Nessuno può negare che il carisma di Berlusconi abbia rappresentato e rappresenta la carta di identità del Pdl. Ma lo sono ancora di più i valori che lui ha voluto portare in politica, i valori liberali" . Alla faccia dei valori...oltre al curriculum non certo edificante del Cavaliere, la condanna definitiva in Cassazione dove la mettiamo, cara Nunzia ?  

Cleopatra



 
Cleopatra, lunedì 07/10/2013