Nella vita, la ricchezza più importante di un uomo è la propria dignità, persa la quale, si è perso tutto.Da questo punto di vista Berlusconi può vantare un deficit incalcolabile.Altro che debito pubblico italiano: il nano ha un debito privato di onore che sgomenta.Prendete, ad esempio, la cruenta morte del suo sodale libico.Sono tre giorni che le televisioni di tutto il mondo trasmettono in loop le immagini della mattanza a cui è stato sottoposto il corpo di Gheddaffi.Scene terribili che, pur riguardando un feroce dittatore, annichiliscono chiunque serbi in cuore anche solo un briciolo di quella che i latini chiamavano “pietas”.Ebbene, Berlusconi, di fronte allo scempio, è stato capace di proferire solo un laconico brocardo : “ Sic transit gloria mundi “ ( come sono effimere le cose mortali ).Come se lui non fosse una cosa mortale, la cui caducità perraltro è prossima; come se quell’uomo, Gheddaffi, non fosse stato in vita suo amico, socio in affari, compagno di merende; come se, non più tardi di un anno fa non gli avesse baciato la mano, in segno di deferente rispetto. Il rispetto, appunto.Un valore che Al Nanone non sa nemmeno dove stia di casa.Un uomo capace di dignità, innanzi al corpo martoriato di un amico, avrebbe detto altro, non un’ inutile e distaccata citazione latina.Un uomo, avrebbe detto : “ A prescindere da ogni valutazione politica, il mio cuore è triste per la morte di Mu’ammar “. Se queste parole fossero uscite dalla bocca del nostro premier, la gente, pur consapevole di chi fosse il dittatore libico, avrebbe compreso, e in qualche modo lo avrebbe anche rispettato.Perchè se è un errore scegliersi gli amici sbagliati, è molto più grave tradirli nel momento della fine.Come se avessimo bisogno di ulteriori prove, B. ci dimostra per l’ennesima volta che per lui il senso della vita è solo quello di un reiterato mercimonio dettato da convenienza. Amicizia, amore, sesso, giustizia, politica, tutto, se conviene, si compra.Così, mentre l’amico libico esce di scena azzannato dalla stessa ferocia con cui aveva governato il proprio paese, il nano, leggiadro come una piuma al vento, va a rendere omaggio a Scilipoti, l’ominide che con il proprio voto tiene in vita un agonico governo. Al congresso dei Responsabili, quando B. entra in scena, è tutto un florilegio di baci, abbracci, pacche sulle spalle, sventolio di bandiere e sorrisi finti.Così come è finto il parterre dei congressisti, composto da figuranti prezzolati, disorientati nel tempo e nello spazio . “ Mimmo ! “,ecco come il premier interloquisce confidenzialmente Scilipoti, un individuo tanto losco e dall’abito etico così miserevole, che le persone perbene sgomiterebbero a sangue pur di tenerlo a debita distanza.Eppure, Mimmo tiene in piedi il governo, Mimmo è la ragione per cui il vecchio satiro continua a sgovernare il paese. Mimmo. Uno che parla in terza persona, che dice di portare la croce, che è l’anello di congiunzione fra l’analfabetismo e la mafia, che bacia i crocefissi e nel contempo stringe la mano al neonazista Saya. Mimmo, che per un voto di fiducia ha preteso, ottenendola, la genuflessione del nano.Sic transit dignitas mundi.
Blackswan, sabato 22/10/2011