martedì 28 marzo 2017

CANZONI





E’ prevista per il 16 giugno l’uscita del terzo disco dei Fleet Foxes. A distanza di ben sei anni dal successo clamoroso del precedente Helplessness Blues (2011), la band originaria di Seattle (Washington) è pronta a dare alle stampe Crack-Up per la nuova etichetta Nonesuch Records. Da qualche settimana circola in rete il primo brano tratto dal nuovo full lenght: si intitola Third Of May/Odaigahara ed è un lunghissimo brano (quasi nove minuti di durata) dalla struttura complessa e dall’andamento altalenante, ricco di pathos e di soluzioni inaspettate.






Blackswan, martedì 28/03/2017

lunedì 27 marzo 2017

IL MEGLIO DEL PEGGIO





Riceviamo dalla nostra freelance Cleopatra e integralmente pubblichiamo.

"La vita è così amaro...se possiamo ridere dieci minuti, ridiamo". 

Non è la citazione maccheronica di Cetto La Qualunque, ma di Antonio Razzi.
Il senatore abruzzese è senza dubbio l'espressione del berlusconismo più becero. Più che un politico per caso, rappresenta una sorta di macchietta strappata alla rivista del Bagaglino o alla saga dei cinepanettoni vanzianiani e prestata alla politica, grazie al fiuto infallibile di quell'Antonio Di Pietro, più abile in veste di sostituto procuratore che in quella di talent scout. All'ex magistrato dalla scarpa grossa e dal cervello fino, si deve la promozione di quella eccellenza della politica italiana, come Domenico Scilipoti, ex agopuntore, di recente insignito del titolo di vicepresidente della Commissione Scienza, Tecnologia e Sicurezza nella Nato. 
Per indubbia capacità e visione politica, gli fa concorrenza Antonio Razzi, altro talento proveniente dall'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Oltre a sedersi sullo scranno di Palazzo Madama, il nostro senatore è impegnato in qualità di membro di delegazioni parlamentari all'estero. Ebbene, in un contesto tanto solenne quanto quello internazionale, Razzi, già tristemente noto per le boutade sulla bonomia del dittatore nordcoreano Kim Jong-un, ha pensato bene di "promuovere" la cooperazione tra stati, facendosi immortalare in un selfie con il feroce sterminatore del popolo siriano, Bashar al- Assad. Vero è che ognuno intrepreta il dialogo tra popoli come meglio crede. Del resto, "mica è sicuro che Assad ha ammazzato tanta gente, dicono tutti stronzate", si è giustificato dopo le polemiche. Stronzate, appunto. Le stesse in cui è incappato chi ha avuto la brillante intuizione di investire Razzi del ruolo di membro di una delegazione parlamentare. 
Ad ogni modo, cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: il nostro simpatico senatore cerca di dare un contributo alla soluzione del conflitto siriano con i mezzi di cui dispone, come il selfie. Lui che è così esperto in fatto di guerra, specie con la lingua italiana e soprattutto con la decenza.

Cleopatra, lunedì 27/03/2017

domenica 26 marzo 2017

SUNDAY MORNING MUSIC



 

 

Hoodoo Gurus – What’s My Scene

Quando nel 1987 uscì Blow Your Cool! gli Hoodoo Gurus capitanati dal cantante/chitarrista di Perth Dave Faulkner (attivo fin dal 77 con il gruppo Punk The Victims), erano già tra le band più eccitanti e ben recensite di tutto il continente australiano. L’album, il terzo della loro discografia dopo i magnifici Stoneage Romeos (84) e Mars Needs Guitars! (85), annovera alcune delle canzoni più popolari dei Gurus, In The Middle Of The Land, My Caravan, Good Times, What's My Scene, ed entrerà di diritto nella storia del Power Pop degli anni 80. La facilità di Faulkner nello scrivere canzoni a presa immediata raggiunge con Blow Your Cool! i suoi vertici assoluti inducendo vera e propria dipendenza in chiunque le ascolti. Ciliegina sulla torta la presenza delle Bangles e di Steve Wynn dei Dream Syndicate. Con Smithereens, Fleshtones e Creeps  la migliore party-band del decennio. 




Devo - Mongoloid

Universalmente conosciuti per la loro versione di (I Can’t Get No) Satisfaction degli Stones, una delle cover più folli (e geniali) di tutti i tempi, i Devo dei fratelli Mothersbaugh (Mark, Bob e Jim) e Casale (Gerald e Bob) si formano ad Akron nella prima metà dei 70 dove cominciano ad elaborare la bizzarra teoria della “De-Evoluzione” che troverà le prime testimonianze discografiche tra il 76 e il 77 con l’uscita dei singoli Mongoloid e (I Can’t Get No) Satisfaction (racchiusi in seguito nell’Ep Be Stiff). Impossibile non notarli: indossano tute di plastica dai colori sgargianti e ridicoli copricapo anti-radiazioni. Se il contesto scenografico è volutamente demenziale, come anche i postulati che sottintendono le loro paranoie pseudo scientifiche, la musica invece è avanguardistica e rivoluzionaria: mischiano i generi più diversi creando sonorità tra le più riconoscibili della New Wave americana. L’anno successivo dopo l’interessamento di David Bowie e Iggy Pop sarà Brian Eno, per la potente Warner Bros., a produrre il loro capolavoro: Q: Are We Not Men? A: We Are Devo! Mark Mothersbaugh oggi è un apprezzato compositore di colonne sonore e ogni tanto rispolvera la band per un nuovo capitolo dell’inverosimile saga della “De-Evoluzione”.




Wilco Johnson & Roger Daltrey – Going Back Home

Questo splendido disco del 2014 racconta una storia d’amicizia e indomita resistenza alla malattia. Vede insieme due leggende del Rock inglese sotto l’egida di una delle più importanti etichette americane di R’n’R e Blues, la Chess Records. E’ Roger Daltrey il regista dell’operazione, Wilco Johnson il protagonista, il cancro al pancreas in fase terminale di quest’ultimo il fantasma che aleggia sull’intera vicenda. L’album è composto unicamente da pezzi tratti dal repertorio dei Dr. Feelgood e dai lavori solisti di Johnson che il cantante degli Who interpreta magistralmente, quasi fossero gli inni senza tempo di Tommy o Quadrophenia. A rendere ancora più imperdibile Going Back Home il contributo dell’ex Style Council Mick Talbot alle tastiere, Norman Watt-Roy al basso e Dylan Howe alla batteria (la sezione ritmica che fece grandi i Blockheads di Ian Dury). Registrato velocemente, quasi in presa diretta, il disco avrebbe dovuto essere il testamento artistico di Wilco Johnson. L’esorcismo messo su da Daltrey ha funzionato, Wilco è ancora tra noi.






Porter Stout, domenica, 26/03/2017