venerdì 11 ottobre 2019

PREVIEW



Il nuovo album dei no-man, "Love You To Bits", in uscita il 22 novembre in 12''/CD/DIGITALE su Caroline International, distribuzione Universal.
no-man (il duo composto da Tim Bowness e Steven Wilson) ha annunciato i dettagli del nuovo album, Love You To Bits
Undici anni dopo l’ultima uscita della band – la malinconica suite, Schoolyard Ghosts - i no-man ritornano con un’ambiziosa dichiarazione d’intenti diversa da ogni altra uscita del catalogo della band. Composto da due pezzi di 20 minuti connessi tra loro e divisi in 5 parti (Love You To Bits e Love You To Pieces), l’album combina elementi pop ed elementi di elettronica in modi sorprendenti (incorporando aspetti di Fusion, Ambient e molto altro). 
Love You To Bits presenta melodie commoventi, beat e assoli mozzafiato che collidono in trame eteree e audaci esperimenti per crare l’album più dinamico e diversificato dei no-man finora.
Gli ospiti sono Adam Holzman, David Kollar, Ash Soan e la Dave Desmond Brass Quintet. Prodotto dai no-man, Love You To Bits è stato mixato da Bruno Ellingham e masterizzato da Matt Colton.





Blackswwan, venerdì 11/10/2019

giovedì 10 ottobre 2019

LAUREN TATE - SONGS FOR SAD GIRLS (Trash Queen Records, 2019)

E’ stato un anno davvero importante per la cantante dei Hands Off Gretel. Prima, il secondo album della band, I Want The World, che ha avuto un ottimo riscontro di pubblico e critica, e adesso, un disco solista, l’esordio con brani interamente originali, visto che Lauren Tate, in passato, aveva già pubblicato un paio di album di cover e un paio di Ep.
Songs For Sad Girls è un progetto decisamente ambizioso, e nasce dall’idea della ventiduenne britannica di uscire dalla sua comfort zone e di provare a fare da sola. E non è solo un modo di dire, visto che il full lenght esce sotto l’egida della sua casa discografica, la Trash Queen Records, ed è stato quasi interamente registrato nello studio di casa sua, senza alcun aiuto esterno: scrittura, registrazione, produzione e artwork sono esclusivo frutto del suo talento.
Un disco che si allontana dalla rabbia punk della casa madre e che sceglie, invece, la strada della ballata elettro-acustica, di arrangiamenti scarni ma non scheletrici, dell’intimità raccolta di voce e chitarra acustica, di una narrazione costruita sul racconto e la riflessione. Come intuibile dal titolo, Songs For Sad Girls parla di ragazze, di femminilità e sensualità, di storie d’amore non sempre appaganti, di gioie e profonde delusioni, di una società che pensa alla donna solo come oggetto sessuale o la marginalizza. E lo fa, con quello sguardo di copertina, ammiccante, torvo e provocatorio, in un fermo immagine in cui la ribellione sovrasta un evidente pungolo di tristezza, in un mix fra languida femme fatale e grintosa riot grrrl, epigono di Amy Winehouse, Pink e Courtney Love.
Canzoni che convivono fianco a fianco, diverse fra loro, eppure legate da uno stile ben preciso, da idee brillanti, da passionalità e una forte carica impressionista. E poi c’è quella voce, davvero stupefacente, che miagola, graffia e urla, con interpretazioni che sfiorano talvolta il confine del melodramma, eppure talmente sincere e convincenti da far sembrare anche le canzoni più prevedibili un assalto all’arma bianca al cuore dell’ascoltatore.
Apre il disco Mondays Make Me Feel So Awful, un minuto di cacofonia, tra voci, chitarra acustica e rumori di fondo, che viene chiosato da una frase in italiano, “mi fai del male, ma ti amo”, esplicita rispetto alle contraddizioni contenute in liriche in cui l’amore è tutto e il contrario di tutto. La successiva Can’t Keep My Hands Off You, parla di lui, che è droga e diavolo, di un amore tossico e di un’attrazione che cannibalizza la volontà, e per un istante è quasi impossibile non farsi tornare in mente l’appassionata Liz Phair di Exile in Guyville.
In What About The Kids, la dolce melodia iniziale è la miccia per accendere un ritornello in cui la Tate rappa con consumata maestria, guardando al mondo delle armi attraverso gli occhi di una bimba la cui innocenza è stata violata per sempre (“Papà, mi hanno sparato con una vera pistola, non come quella con cui abbiamo giocato per divertimento. E quella pistola, assomigliava molto alla tua, quella che hai detto ci avrebbe sempre protetto”).
Lauren, poi, gioca con gli anni ’50 e ‘60 (d’altra parte uno dei suoi album precedenti, Love Song, coverizzava grandi brani di quegli anni), ma lo fa col suo timbro inconfondibile, con audacia e sfrontatezza (Naturally Born Bad, He Loves Me), parla del mito del corpo, della ricerca della taglia 0 e delle umiliazioni subite dalle donne su internet a causa del proprio fisico (Miss American Perfect Body), instillando inusuale dolcezza e un pathos, sottolineati da un sobrio arrangiamento d’archi,  e poi, chitarra acustica alla mano, racconta in modo spietato la storia d’amore fra un’adolescente e un uomo predatore, il tormento, l’angoscia, la disperazione di una giovane donna che deve fare i conti con sentimenti sviliti e frustrati (Rock‘n’Roll Radio).
In questo esordio, non c’è un solo momento che non appaia credibile e intenso, e se alcune canzoni sono belle, altre sono addirittura bellissime. Il blues dissonante di Bad Egg Blues suona pericoloso come un cane rabbioso che si aggira nel cuore della notte, Monsters è uno sprofondo cupo di disperazione patologica pervaso da una tensione destabilizzante e How Fucking Dare You è una feroce invettiva contro un amante traditore, che lascia attoniti. Tre brani che sono il fiore all’occhiello di una scaletta senza sbavature, opera di un’artista già affermata, che ha però scelto di seguire una strada parallela più distante dalle sue origini. Strumenti acustici ed elettrici che si piegano alla ballata, riletta però da un’insopprimibile indole punk e abrasa da una voce che scartavetra ogni residuo di zucchero, in nome di una consapevolezza tanto rara quanto preziosa.
Ci sono tante brave cantanti in circolazione, anche più brave tecnicamente, per carità, ma come interpreta le sue canzoni questa ragazza, con quanta grinta e quanta sincera passione, è qualcosa che lascia senza parole. Uno dei migliori dischi ascoltati quest’anno.

VOTO: 8





Blackswan, giovedì 10/10/2019

mercoledì 9 ottobre 2019

PREVIEW




FOREIGNER: i membri originali si riuniscono per celebrare il 40esimo anniversario dell'album multi-platino DOUBLE VISION e annunciano FOREIGNER - DOUBLE VISION: THEN AND NOW, un live album disponibile su CD, vinile, DVD e Blu-ray, in uscita il 15 novembre su earMUSIC.
Con oltre 80 milioni di album venduti e 16 hit da Top 30, i Foreigner sono universalmente riconosciuti come una delle più famose rock band del mondo. Foreigner - Double Vision: Then And Now porta gli spettatori dietro le quinte mentre i membri originali della band si uniscono a quelli attuali e a Mick Jones per la prima volta in 40 anni di storia del gruppo. Entrambe le incarnazioni della band condividono lo stesso palco per una esibizione epica.
I membri originali Lou Gramm, Al Greenwood, Dennis Elliott, Ian McDonald e Rick Wills salgono sul palco con Mick Jones e gli attuali Foreigner (Kelly Hansen, Tom Gimbel, Jeff Pilson, Michael Bluestein, Bruce Watson e Chris Frazier) per dare lustro ad alcune delle canzoni di maggior successo che riportano alla memoria ricordi indelebili per i fan di lunga data e grandi emozioni per i nuovi.
Dice Mick Jones: “Uno spettacolo che ricorderò per sempre! Condividere il palco con i membri che hanno dato vita ai Foreigner e i musicisti stellari che continuano a portare questa bandiera nel nuovo millennio è stato un momento incredibilmente emozionante.”
“Volevamo mettere in scena una produzione elaborata per il primissimo concerto di reunion ‘Foreigner - Then And Now’”, afferma il pluripremiato produttore Barry Summers di Rock Fuel Media, che ha creato questa esplosiva celebrazione rock. “Qualcosa di diverso da qualsiasi altro show precedente dei Foreigner è stato catturato nel film, che sia visivamente sia musicalmente dona nuova vita ai loro incredibili classici – le canzoni con cui sono cresciuto – e i fan potranno apprezzarlo per molti anni a venire.”
Girato in 4K Ultra HD utilizzando più di 24 videocamere, il film concerto presenta uno straordinario design multimediale, con animazione CGI, laser, nebbia ed effetti elaborati che portano questa potentissima performance su nuovi livelli.





Blackswan, mercoledì 09/10/2019

martedì 8 ottobre 2019

JOSEPH, GOOD LUCK, KID (Ato Records, 2019)

Quelle delle Joseph è un nome praticamente sconosciuto alle nostre latitudini, anche se negli States, paese da cui provengono, si sono create un discreto seguito e sono molto chiacchierate da parte della stampa specializzata. Il terzetto proviene da Portland (Oregon) ed è composto dalle tre sorelle Closner, Natalie, Allison e Meegan.
Il primo album, Native Dreamer Kin, interamente autoprodotto, è uscito nel 2014, e ha subito messo in luce le doti della band, tanto che il secondo disco, I'm Alone, No You're Not Was, datato 2016, è stato rilasciato sotto l’egida ATO Records e prodotto da Mike Mogis, membro dei Bright Eyes e produttore prolificissimo (First Aid Kid, Conor Oberst, Pete Yorn, Cursive, etc.). Per quanto vengano spesso etichettate come folk band (per l’uso anche di strumenti acustici e per qualche vaga sonorità roots), è chiarissimo dall’ascolto di questo nuovo Good Luck, Kid che le Joseph si muovono in ambito (indie) pop. Che poi indie, che ho messo di proposito tra parentesi, non sarebbe nemmeno un termine troppo corretto, visto che le tredici canzoni che compongono la scaletta del disco sono incredibilmente mainstream. Per cui, connotatelo un po' come volete, ma quelle del terzetto americano è pop: radiofonico, prevedibile e zeppo di citazioni.
Eppure, questi brani, che a un ascoltatore distratto potrebbero apparire di poco conto, hanno dalla loro due punti di forza che li rendono estremamente piacevoli: dei ganci melodici che acchiappano alla velocità della luce e degli arrangiamenti davvero brillanti (produce Christin “Leggy” Langdon), che grazie a pochi elementi ben inseriti (una tastiera, qualche di pianoforte, un lick di chitarra) riescono a risollevare le sorti di brani altrimenti parecchio ovvi.
Un connubio misurato di strumenti acustici, elettronica ed elettricità, oltre al perfetto interplay delle tre voci, rappresentano il piatto forte della casa, e nonostante non vi sia nulla di davvero sorprendente il risultato finale è credibile e molto piacevole. L’iniziale Fighter, ritmica pulsante, innesti di elettronica e quello splendido suono di tastiera che compare nel ponte, è un singolo che si fa ricordare e fa venire in mente Sia (Chandelier). Nella title track entrano in gioco le chitarre e la canzone è attraversata da una tensione nervosa che la rende una degli high light del disco. E’ comunque davvero difficile resistere al potenziale melodico di questo disco, e brani come In My Head, nella sua adolescenziale semplicità, Presence, dagli accenti rock (e con un riff di chitarra che fa esclamare immediatamente: Black Keys!) o Shivers, con quella progressione che suggerisce sottotraccia la Kate Bush di Running Up That Hill, sono episodi riuscitissimi e che dimostrano tutto il talento di queste tre ragazze.
Good Luck, Kid non finirà certo nelle classifiche di fine anno, ma se avete voglia di ascoltarvi un buon disco pop che non ha alcuna pretesa artistica se non quella di divertire, le Jospeh sapranno darvi soddisfazione.

VOTO: 7





Blackswan, martedì 08/10/2019

lunedì 7 ottobre 2019

PREVIEW




I Theory Of A Deadman annunciano la pubblicazione del loro settimo album in studio dal titolo “Say Nothing” in uscita il 31 gennaio 2020 su etichetta Atlantic Records
L’album è anticipato dal singolo “History Of Violence”, che porta in primo piano una storia di rivincita sulla violenza domestica. Diretto da Sam Sulam, il video di “History Of Violence” mostra un momento devastante nella vita di una donna che, stanca degli abusi del marito, pianifica la propria rivincita, per poi finire in carcere ma finalmente libera dal suo aguzzino.
“History of Violence’ racconta la triste storia di una ragazza intrappolata in una vita di abusi domestici che la porta a quella che le sembra essere l’unica via d’uscita”, spiega il cantante Tyler Connolly. “Alla fine, la prigione sarà per lei un luogo migliore della vita reale a fianco di quell’uomo. Incoraggiamo tutte le persone che subiscono violenza domestica a chiedere aiuto”.
In Say Nothing”, i  THEORY Tyler Connolly [voce, chitarra], Dave Brenner [chitarra, voce], Dean Back [basso] e Joey Dandeneau [batteria] — affrontano temi attuali e sensibili con la loro consueta attitudine rock ‘n’ roll, una visione sperimentale e chiare ambizioni pop. Registrato a Londra con il produttore Martin Terefe (Jason Mraz, Yungblud), l’album parla di questioni attuali nella vita moderna. Violenza domestica, razzismo, politica e molto altro. Alla base di tutto, un positivo messaggio di speranza per il futuro.
“Considero questo album un microcosmo dell’era attuale”, commenta Brenner. “È un monito a guardare dentro ciò che sta accadendo e ciò che stiamo diventando. Spero che tutti si fermino a riflettere su quanto espresso. Allo stesso tempo, la musica resta una via di fuga. Magari possiamo donare al mondo una piccola luce di speranza e incoraggiare le persone a trattarsi meglio.”
“Say Nothing” prosegue l’evoluzione tematica e musicale che da sempre contraddistingue i THEORY. Il brano di apertura “Black Hole Of Your Heart” vede la partecipazione di un’intera orchestra, il cui incedere è scandito da una cigolante chitarra. Un pellegrinaggio agli Abbey Road Studios ha ispirato “Ted Bundy”, brano che racconta in prima persona la storia di un uomo problematico che non può amare o essere amato. “Strangers” colpisce con la sua prosa provocatoria che riflette l’attuale situazione politica americana. Infine, il coro gospel di “Quicksand” aggiunge l’ennesima e profonda dimensione a Say Nothing”.  
Nel 2017 il singolo “Rx (Medicate)” , tratto dall’album Wake Up Call” , ha superato i 250 milioni di streaming diventando il terzo singolo nella carriera dei THEORY a raggiungere la posizione #1 della classifica Hot Mainstream Rock Tracks di Billboard. Nel corso delle ultime due decadi  l’impressionante catalogo musicale dei THEORY ha portato numerose certificazioni oro e platino, due debutti nella Top 10 della classifica Top 200 di Billboard e otto debutti nella Top 10 della classifica Hot Mainstream Rock Tracks di Billboard. 





Blackswan, lunedì 07/10/2019