Ormai è chiaro.Per guardare le cose nella giusta prospettiva,occorre legarsi i piedi al lampadario e penzolare a testa in giù.Perchè questa è una nazione dove tutto funziona al contrario,tutto è capovolto.Inutile ricordare che 1° di maggio è la festa dei lavoratori.Una ricorrenza che risale al lontano 1882 e che non è solo un'occasione di riposo,ancorchè meritata.E' anche, e soprattutto, l'occasione per dibattere,riflettere,dare l'abbrivio a nuovi progetti e riforme che migliorino la sicurezza,amplino i diritti,implementino le garanzie tutte di chi lavora.Un giorno di festa e di condivisione,dunque,che qualcuno però vorrebbe abolire.E' di questi giorni infatti la notizia che in molte città italiane domenica i negozi resteranno aperti.A Milano,la mamma di Batman,Letizia Moratti,giustifica le serrande alzate,sostenendo che in periodi di crisi è questo il modo migliore per sostenere il lavoro.La decisione ha subito inalberato i sindacati che,a buon diritto, hanno indetto uno sciopero del settore del commercio.Leggo,trasecolo e mi appendo al lampadario.Se qualcuno riesce a vedere chiaramente le cose stando in piedi è pregato allora di alzare anche la mano e spiegarmele.Io se resto dritto,per quanto mi torca il collo per vedere meglio,non riesco a capire.Appare evidente infatti che la crisi dei consumi non dipenda certo da un giorno in più all'anno di apertura dei negozi,ma,così ad occhio,direi piuttosto dal fatto che lavoratori e pensionati abbiano a disposizione molte meno risorse,in virtù della precarietà e della disoccupazione sempre più diffuse,di stipendi che non crescono in proporzione ai prezzi come nel resto d'Europa e di un sistema assistenziale ormai allo stremo.Volendo poi elevare il livello della riflessione,si potrebbe notare come disparate decisioni,come quella di tenere i negozi aperti il 1° maggio,trovino ormai le proprie motivazioni sempre e solo nel medesimo concetto che tutto ammorba,e cioè il profitto.Non si può infatti pensare ad un festa, che ha molteplici implicazioni di carattere storico politico e sociale, solo in termini di mancato guadagno.Perchè significa svilirne il significato o far finta di non averlo compreso.Si potrà obiettare che la categoria coinvolta è quella dei commercianti,che probabilmente tra tutti i lavoratori sono coloro più agevolati nell'evadere le tasse e che prevalentemente hanno introiti più alti della media,e quindi chi se ne frega se devono lavorare in un giorno di festa.Ad asseverare questa obiezione però si finisce per commettere un errore marchiano.In primo luogo perchè ad andarci di mezzo sono soprattutto i lavoratori che compongono il mare magnum dei dipendenti della grande distribuzione,già vessati normalmente con stipendi da fame quale misera contropartita per orari di lavoro aberranti.In secondo luogo,perchè a ragionare per categorie si finisce con il legittimare la violazione di un diritto che non riguarda solo pochi ma tutti.Dobbiamo imparare a non distogliere lo sguardo ma imporci di sentire il sopruso nei confronti degli altri come un sopruso fatto a noi stessi.Se continueremo a far finta di nulla o a minimizzare,avremo come risultato che il tessuto già sfilacciato delle nostre garanzie in ambito lavorativo,verrà stracciato e gettato come si fa con un vestito dismesso.Da tempo questa erosione di diritti si sta verificando in modo inaccettabile a scapito di sempre più numerose categorie di lavoratori.Ecco perchè se sto in piedi non riesco a capire.Devo invece legarmi a testa in giù per digerire il fatto che domenica ci sarà gente costretta a scioperare per poter festeggiare il 1° maggio.Che non è proprio come scioperare per un diritto,ma implica qualcosa in più.Significa tornare a lottare affinchè non vengano messe in discussione tutte le conquiste che ci sono costate quasi un secolo di battaglie.Perchè non si sta mettendo in pericolo una futura miglioria,una garanzia in più,un aumento di stipendio.Ciò che verrebbe ad essere colpito è la festa simbolo di tutte le lotte sindacali.Trasformare il 1° maggio in una giornata lavorativa per pochi,significa renderlo una patacca per tutti.
Blackswan, giovedì 28/04/2011
1 commento:
E di che cosa ci stupiamo?
In una società di commerci il commerciante è re, mi pare logico.
Del resto, avete mai fatto caso che quando si prospetta un blocco del traffico per l'inquinamento subito si fionda a Palazzo Marino la delegazione delle varie Ascobaires e compagnia che paventa la bancarotta e sistematicamente ottiene la revoca?
Salvo poi far slittare il blocco alla domenica, cioè quando in giro c'è comunque meno gente e si va a rompere le balle a quelli che magari quel giorno lì vorrebbero scarrozzare in giro la nonna o i figli piccoli.
Ma chi se ne frega, alla domenica i negozi sono comunque chiusi e quindi i commercianti tacciono.
Per certi aspetti, non ha mai smesso di essere una Milano da bere.
Comunque tranquilli, domenica si potrà sempre gioire per la beatificazione di Woitila.
E poi si sono appena sposati William e Kate, cos'altro serve per essere felici?
Eh, comunisti del cazzo mai contenti?!?
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