Il 27 agosto del 1990,se ne andava per sempre Stevie Ray Vaughan,uno dei più grandi chitarristi blues che la storia ricordi.Stevie aveva solo 35 anni e un destino crudele gli tramava alle spalle.Perchè nonostante fosse tossicodipendente e alcolista,non sono state un overdose o una sbronza colossale a protarselo via,bensì quella che i greci chiamano tuke,la sorte.Quella notte Stevie suona nel Winsconsin,all'Alpine Valley Music Theatre di East Troy.A dividersi il palco,oltre a Vaughan,c'è una schiera di musicisti da far tremare i polsi:suo fratello Jimmie,Eric Clapton,Robert Cray e Buddy Guy.A fine concerto Stevie è stanco,non ne può più,vuole tornare a Chicago,dove lo attendono una stanza d'albergo e un pò di meritato riposo.Sul primo elicottero in partenza deve però imbarcarsi Clapton insieme al proprio enturage.Ma Vaughan chiede a "Slowhand" di cedergli il posto.Clapton accetta,senza sapere che quel gesto,quel favore fatto ad un amico,gli salverà la pelle.L'elicottero,infatti,precipita poco dopo il decollo a causa delle avverse condizioni meteorologiche ( una fitta nebbia ) e della scarsa esperienza del pilota.Stevie muore così.Non c'entrano l'eroina o il bourbon.Il destino se lo porta via in volo,come già aveva fatto con altri grandi del calibro di Buddy Holly e Ritchie Valens.
Completamente autodidatta,Stevie Ray Vaughan inizia a suonare fin dai primi anni ' 70 senza tuttavia riuscire mai ad imporsi al grande pubblico,fino a quando non viene notato durante un'esibizione al Montreaux Jazz Festival da David Bowie, che lo ingaggia per suonare sull'album" Let's Dance " e per il successivo tour mondiale.La vera svolta,però, avverrà di lì a poco con la pubblicazione nel 1983 del disco d'esordio,"Texas Flood",che grazie al traino del singolo " Pride and Joy ",balzerà ai primi posti della classifica americana.Da questo momento in avavnti saranno sette anni di riconoscimenti,premi,collaborazioni importanti ( tra gli altri Bob Dylan e Jeff Beck )e dischi eccellenti ( segnalo il memorabile " Live Alive ! "del 1986 ),che porteranno Vaughan a conquistarsi la settima piazza nella classifica di Rolling Stones dei più grandi chitarristi di sempre.Musicalmente figlio di Hendrix,di cui dal vivo eseguiva numerose cover ( "Voodoo child " ) senza sfigurare rispetto all'originale,Stevie incarna,diventandone eterno portabandiera,lo spirito del blues texano,tanto da riportare in auge il genere, grazie al suo particolare swing costruito su fraseggi veloci e ritmica indemoniata.Vaughan era un patito della Fender Stratocaster,a cui dava un suono inimitabile,montando sul manico corde di dimensioni ben più grandi della norma,che lo costringevano a ricoprirsi i polpastrelli di colla Superglue,per evitare dolorosissime ferite.Il suo modo di suonare ha influenzato schiere di nuovi chitarristi blues,fra cui Eric Sardinas,Kenny Wayne Sheperd e Joe Bonamassa.
Voglio ricordare Vaughan con questo memorabile filmato che lo riprende in duetto con un giovanissimo Jeff Healy,al suo esordio televisivo.Quando i due partono con i rispettivi assoli,vi assicuro che sono scintille.
Blackswan, venerdì 26/08/2011
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