Esattamente 40 anni fa, il 5 settembre 1972, l'alba illuminava le palazzine del villaggio olimpico di Monaco di Baviera, città che ospita i Giochi.
E' un'edizione importante: la prima ospitata dalla Germania dopo la seconda guerra mondiale e la prima in assoluto cui partecipi una rappresentativa di Israele.
Gli organizzatori vogliono che siano Olimpiadi di pace, anche per allontanare il tragico ricordo delle Olimpiadi naziste del 1936 a Berlino, e quindi niente barriere, tutto aperto, con i ragazzi liberi di andare e venire a tutte le ore del giorno e della notte per conoscersi ed anche per dedicarsi a quelle attività, diciamo parasportive, che da sempre fioccano intorno ai grandi eventi sportivi, i cui protagonisti hanno pur sempre vent'anni.
Quindi nessuno nota il gruppetto di otto giovani che scavalca la bassa recinzione di un gruppo di palazzine e si dirige verso le stanze occupate dalla squadra israeliana.
Una nuotatrice canadese in realtà li vede ma non ci fa caso, in fondo la sera prima anche lei aveva scavalcato per andare a trovare il suo boyfriend tedesco.
Sono i terroristi palestinesi di Settembre Nero, che irrompono nelle camere degli isreaeliani armi alla mano e passamontagna in testa ed uccidono subito l'allenatore del sollevamento pesi ed un lottatore, per poi sequestrare gli altri nove membri del team israeliano chiedendo di scambiare la loro liberazione con quella di 204 attivisti palestinesi detenuti in Israele e di Andreas Baader ed Ulrike Meinhof, i due leader della Rote Armee Fraktion, la RAF, le BR tedesche.
Israele dice subito no ed offre alla Germania Ovest l'invio di una squadra speciale per risolvere la questione, ma Willi Brandt rifiuta.
Preferisce fare lui, per evitare di eccitare ancora di più il conflitto israelo-palestinese ed anche per dare al mondo un'immagine della Germania non solo efficiente ma anche di custode della pace.
Purtroppo, a differenza del Mossad israeliano, la Germania non sa quasi nulla di antiterrorismo e sbaglia praticamente tutto quello che si può sbagliare.
Viene organizzata una irruzione dei corpi speciali dal livello box-cantina della palazzina, ma all'ultimo qualcuno si accorge che non sono state disattivate le telecamere a circuito chiuso mediante le quali dagli appartamenti si vedono i seminterrati, e quindi i terroristi avrebbero potuto vedere arrivare in diretta la polizia.
Peggio ancora per un altro piano: passare dai condotti della ventilazione posti sul tetto dell'edificio.
In quel caso i poliziotti erano già saliti sul tetto ma l'intera scena andava in diretta tv ed i terroristi l'hanno proprio vista ed hanno intimato di lasciar perdere.
Ergo, sospendere tutto, se ne riparla all'aeroporto.
Viene messo a disposizione dei terroristi un Boeing 727 Lufthansa con a bordo sei poliziotti travestiti da piloti, hostess e steward, e contemporaneamente vengono schierati sugli edifici dell'aeroporto i tiratori scelti.
Terroristi ed ostaggi arriveranno all'aeroporto su due elicotteri.
Il piano è che i finti steward blocchino i primi terroristi che saliranno a bordo dell'aereo, lanciando ai cecchini un segnale convenuto perchè questi aprano il fuoco contro gli altri palestinesi nel tratto che dovranno percorrere per andare dagli elicotteri all'aereo.
Nel contempo, un terzo elicottero con una squadra di rinforzo dovrebbe atterrare a poca distanza scaricando altri poliziotti e, da terra, dovrebbero sopraggiungere mezzi blindati.
Ma i poliziotti a bordo dell'aereo si accorgono che le loro divise sono incomplete, e temono che i terroristi se ne accorgerebbero, nel qual caso una sparatoria a bordo di un aereo pieno di carburante significherebbe la morte certa.
Decidono quindi di andarsene.
L'elicottero di rinforzo atterra, per ragioni mai chiarite, nel punto opposto dell'aeroporto, ad oltre un chilometro dall'aereo, ed i poliziotti a bordo non entreranno mai in azione.
I mezzi blindati restano bloccati nel traffico e non riescono neppure ad avvicinarsi all'aeroporto.
Addirittura, uno dei blindati si dirige verso un altro aeroporto di Monaco e quando l'autista capisce di avere sbagliato inchioda per fare inversione ad U provocando un tamponamento a catena.
Fantozzi in Germania, verrebbe da dire, se non si trattasse di una tragedia.
I terroristi arrivano all'aeroporto, due di loro salgono sull'aereo, vedono che è vuoto e se ne tornano ai loro elicotteri.
Si affida quindi tutto ai cecchini, i quali però hanno fucili normali, non hanno visori all'infrarosso (ormai è notte), non conoscono le loro reciproche posizioni (uno di loro è sulla linea di tiro di un suo collega) e non sono nemmeno veri tiratori scelti ma poliziotti normali che vanno al tiro a segno per loro diletto, scelti in base a questo criterio.
Aprono comunque il fuoco ed in pochi minuti è la strage: muoiono nove ostaggi, cinque terroristi ed un poliziotto tedesco.
La fiamma sacra di Olimpia non arde più nella storia, non è più nel mito dell'antichità, ma scende sulla terra e nella cronaca e lo fa nel modo peggiore.
Già quattro anni prima, a Città del Messico, si era capito che c'era qualcosa di nuovo, ma tutto sommato i pugni guantati di nero di Tommie Jet Smith e di John Carlos sul podio dei 200 metri erano più che altro un messaggio di liberazione.
Certo, Black Power, mica roba soft, ma si trattava dei diritti dei neri, e tutti erano d'accordo tranne ovviamente fascisti e razzisti.
Nel 72 cambia tutto, i Giochi perdono la loro innocenza, come l'Italia aveva perso la sua nel 69 con la bomba di Piazza Fontana.
Dopo l'apparente pausa di Montreal 76 la politica rientra velenosamente ad Olimpia nell'80, quando gli stati Uniti non mandano i loro atleti a Mosca per protestare contro l'invasione sovietica dell'Afghanistan, e quattro anni dopo i russi non vanno a Los Angeles per ripicca.
Poi il doping, poi l'uscita definitiva dalla fiaba (per la verità ormai un po' ipocrita) del dilettantismo di De Coubertin, ma su tutto resterà per sempre la tremenda foto del palestinese incappucciato sul balcone della palazzina della squadra di Israele.
Un'icona mondiale di quegli anni, come lo era stata per l'Italia e per Milano in particolare la foto del ragazzo col passamontagna che spara in Via De Amicis impugnando la sua pistola con due mani.
Ora che abbiamo tutti quarant'anni in più, e che ci agitiamo se i nostri figli rientrano tardi la sera, nessuno rimpiange quelle immagini e quelle situazioni.
Personalmente, però, rimpiango l'idea che allora molti di noi avevano, che tutta quella energia e quella forza potessero servire per costruire un mondo diverso in cui vivere.
Di allora è rimasto solo un pugno di morti, qualche tragedia collettiva o personale, e di cambiare il mondo e la vita di tutti noi sembra che ormai non importi più nulla a nessuno.
Forse, tra i membri di Settembre Nero di Monaco 72 e le Spice Girls di Londra 2012 ci sarà da qualche parte una via di mezzo dignitosa, per meritare un'altra vita, più giusta e libera se vuoi.
State bene, killers, e buona stagione 2012 - 2013.
Ezzelino Da Romano, mercoledì 05/09/2012
Ezzelino Da Romano, mercoledì 05/09/2012
4 commenti:
Ottimo post, a ricordare un evento che non dovremmo dimenticare.
Approfitto per consigliare One day in september, ottimo documentario su quei giorni.
Quoto Ford: ottimo pezzo. Purtroppo tendiamo a scordarci questi momenti. Sono scomodi, sporchi.
da non dimenticare...
Ricordo vivamente quell'orrendo episodio, ancora così insolito in una cornice che doveva essere festosa e doveva ancor più unire gli animi.
Hai fatto bene a ricordarlo, bravo come sempre il nostro grande capitano!
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