Ben e
Chon, gli eroi de "Le belve", hanno avviato da non molto il loro
business: coltivare e diffondere ad ampio raggio la miglior marijuana di tutta
la California. Ma qualcuno non è disposto a lasciar loro mano libera, senza
mantenere il controllo e incassare una percentuale sui loro traffici. Finché si
tratta di combattere con gli sbirri corrotti che si sono fatti avanti per
riscuotere la tangente, Ben e Chon possono anche cavarsela con pochi danni. Ma
il gioco dietro il ricatto è molto più ampio, e coinvolge nomi insospettabili:
un'intera cricca di surfisti e hippy che si sono stancati di predicare pace e
amore e hanno deciso di accumulare denaro nel modo più efficace e rapido che
esista al mondo: il traffico di stupefacenti. Una cricca in affari da più di
trent'anni, di cui fanno parte anche i genitori di Ben e Chon, e che ha per
capo Doc Halliday, re del surf, convertito alla cocaina e legato a doppio filo
con i narcos messicani...
Quando nel 2011 Le Belve uscì nelle
librerie, i fans di Don Winslow si divisero in due schieramenti contrapposti. Da
un lato, coloro, tra i quali il sottoscritto, che accettarono di buon grado che
la prosa dal sapore cinematografico, da sempre caratterizzante i libri dello
scrittore americano, vestisse in modo definitivo i panni essenziali del
romanzo-sceneggiatura; dall’altro, per converso, quanti rimasero sconcertati da
quei ritmi frenetici, dalla punteggiatura “creativa” e dagli elementi
descrittivi ridotti all’osso. Appare quindi inevitabile che anche quest’ultima
fatica finisca per diventare, se mi si passa un termine molto in voga in questo
periodo, un romanzo “divisivo”, dal momento che I Re Del Mondo altro non è se
non il fratellino minore de Le Belve. Non solo perché ne rappresenta il prequel
(in queste trecento pagine si spiegano gli antefatti del romanzo precedente), e
quindi ricorrono i medesimi personaggi e la stessa ambientazione, ma
soprattutto perchè la cifra stilistica della prosa di Winslow viene riproposta
in una versione ancora più adrenalinica che nel precedente. Capitoli composti
da un’unica frase o parola, digressioni poetiche strutturate come haiku, note a
margine, spot filosofici, dialoghi al fulmicotone e personaggi tratteggiati in
un lampo sono l’essenza di una scrittura che talvolta tradisce un certo
compiacimento artistico, quasi che Winslow si rimirasse allo specchio,
applaudendosi per essere riuscito a scrivere un romanzo di trecento pagine a
colpi di tweet. Eppure, nonostante questa iniziale sensazione fastidiosa, I Re
Del Mondo regge brillantemente alla distanza il paragone con Le Belve, grazie a
una buona dose di graffiante ironia, e a un’analisi, icastica e centrata, sulla
nascita e il declino della controcultura hippie, i cui sogni colorati di peace &
love si perdono lentamente nella logica del businnes e in quintali di cocaina. Winslow
poi rimane un maestro nel gestire con sapienza il ritmo frenetico e i numerosi colpi
di scena, e sa dare il giusto equilibrio allo sfasamento temporale delle due
narrazioni parallele, quella che si svolge sul finire degli anni ’70 e quella, invece, relativa al 2005, quando Ben,
Chon e O iniziano la loro carriera criminale. In definitiva, I Re Del Mondo è un
libro che si legge in un fiato e che diverte, ma che non aggiunge o toglie
nulla alla grandezza di uno scrittore che, per quanto brillante, sembra essere
giunto a pochi metri dal fatidico momento del raschio del barile. Tanto da
farci auspicare una svolta drastica che lo porti a percorrere nuove strade
espressive e che gli consenta di non cadere nella trappola frustrante di
ripetere se stesso all’interno di un canovaccio redditizio ma ormai un po’ logoro.
Blackswan, giovedì 08/08/2013
3 commenti:
Ho preferito di gran lunga Le Belve, a questo darei una sufficienza :)
Io fui tra i detrattori de Le belve, questo invece mi è piaciuto molto di più!
Si, la difficoltà è la ripetitività..anche se la sua scrittura mi piace , così secca , concisa e spesso provocatoria..
Tutto sommato è un libro che si legge facile, quindi perchè non consigliarlo?
Magica serata , dolcezza!
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