ROBBIE FULKS - GONE AWAY
BACKWARD
Genere : Alt Country
In
circolazione dal 1989, Robbie Fulks è una delle personalità di
spicco della scena alternative country a stelle e strisce. Dodici album
all'attivo, una penna magica che spesso lo ha portato ad accostamenti con il
mondo letterario e una musica che ricerca nelle radici, alternando rock'n'roll
e country, sono le caratteristiche peculiari di uno dei musicisti più
interessanti degli ultimi anni. Oggi, Fulks torna nei negozi con un disco
prodotto, niente pò pò di meno che da Steve Albini, leggendario membro dei Big
Black e degli Shellac, nonchè produttore di circa 2000 album, per artisti del
calibro di Nirvana, Slint, Neurosis, Stooges e tanti altri. Che cosa può saltar
fuori dall'abbinamento inconsueto fra un artista roots e un produttore che si
aggira invece nei territori del punk e dell'hard core? Un album bellissimo
di country-blues polveroso e antico, suonato con perizia tecnica da un
pugno di veterani del genere che mettono in risalto le notevoli doti di un
fingerstyle e di un songwriting di Fulks. L'arpeggio trasognato di Imogene è il
momento migliore di un disco che sarebbe bello poter ascoltare su una sedia a
dondolo in veranda, pipa in bocca e Jack Daniel's alla mano.
VOTO : 7,5
THE AVETT BROTHERS - MAGPIE
AND THE DANDELION
Genere : Alt
Country, Pop
Dei fratelli
Avett ho sempre apprezzato l'indiscussa capacità di comporre splendidi dischi
di roots music rendendo accessibile a chiunque il genere, grazie
all'utilizzo di generose dosi di pop. In questo senso, The Carpenter,
uscito lo scorso anno, era un piccolo capolavoro di canzoni dall'appeal
radiofonico, le cui melodie cristalline mantenevano tuttavia un elevato tasso
di qualità. Un disco orecchiabilissimo, eppure mai banale, grazie anche a un
soffio di crepuscolare malinconia che attraversava le dodici canzoni in
scaletta. Magpie And The Dandelion, ottavo album della band, è il seguito
ideale di The Carpenter, in quanto è composta da materiale proveniente
prevalentemente dalle stesse sessioni di registrazione, prodotte dal
grande Rick Rubin. Se gli Avett si dimostrano ancora una volta abilissimi nel
ricreare sonorità che sono ormai un marchio di fabbrica, l'impressione
tuttavia è che ci troviamo di fronte ad un lavoro molto meno unitario del
precedente, nel quale le canzoni, non tutte allo stesso livello
qualitativo, sembrano essere state assemblate un pò a caso. Se
l'iniziale Open- Ended Life e la conclusiva, americanissima, The Clearness Is
Gone, ripresentano una band in stato di grazia, il resto dell'album, per quanto
ben suonato e ben prodotto, resta sottotono, inducendo anche qualche sbadiglio
di noia. Mancano, insomma, canzoni spettacolari come Live And Die e Paul
Newman Vs The Demons che facevano di The Carpenter un autentico gioiello. Qui,
invece, siamo al minimo sindacale e il disco è assolutamente prescindibile.
VOTO : 6
THE DIRTY STREETS
- BLADES OF GRASS
Genere :
Hard Rock Blues
I The Dirty
Streets sono una giovane band proveniente da Memphis e si presentano oggi con
un nuovo album, il terzo della loro discografia, che dimostra quanto
questi ragazzi siano una delle realtà più interessanti del recente panorama
rock blues statunitense. Ovviamente la natura stessa del genere non
consente particolari spunti creativi. Basta un ascolto anche superficiale del
disco per rendersi conto infatti che le fonti di ispirazione di Blades Of Grass
risiedano nel classic rock e chiamino in causa campioni del calibro di Led
Zeppelin, Hendrix, Blue Cheer, Cream e soprattutto le cose più dure dei
Black Crowes. Eppure i The Dirty Streets dimostrano di avere un notevole piglio
compositivo e sono abili a creare continui ganci di ruvide melodie che ti
entrano in testa con imbarazzante facilità. Ciò che piace di questo disco,
potente e cazzuto assai, è l'affiatamento del trio nel proporre un
repertorio tradizionale (ma non convenzionale) con un'energia pazzesca abbinata
però a una notevole perizia strumentale. Le belle canzoni si sprecano, a
partire dal singolo Stay Thirsty e dall'ottima Try Harder (all'organo c'è Rick
Steff dei Lucero), e la voce di Justin Toland è di quelle che non si
dimenticano tanto facilmente.
VOTO : 7
Blackswan, venerdì 25/10/2013
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