lunedì 30 dicembre 2013

2013 : IL PEGGIO






3) ARCADE FIRE – REFLEKTOR
Così gli Arcade Fire, dall'alto dello scranno accademico, vendono per alta cucina una sbobba insipida cucinata con tutti gli avanzi trovati in frigor. Ovviamente, il piatto è servito con grande eleganza e attenzione quasi maniacale a quei suoni di tendenza che piacciono alla gente che piace : samples, elettronica a go go, overdubs, florilegio d'archi e un certo piglio trash da dancefloor. Ma nonostante gli sforzi di apparire glamour, versatili ed eccentrici, il risultato finale è di una mediocrità disarmante. Nel marasma generale, non c'è una canzone che riesca a farsi notare, non uno scatto d'ingegno che ricordi i momenti migliori della band. A voler salvare il salvabile, scelgo Here Comes The Night Time e You Already Know, che restano comunque episodi minori. Il resto del disco, invece, palesa solo una sicumera che mi ricorda quel pessimo vizio italico con cui gli arroganti apostrofano i loro interlocutori : lei non sa chi sono io ! Tutte chiacchiere e distintivo, risponderebbe De Niro/Al capone come in un'epica scena de Gli Intoccabili. Era meglio tenere un basso profilo e vivere di rendita. Invece 'sta noia ammorbante, dispiegata peraltro in due cd (ah, cosa riesce a combinare il senso dell'onnipotenza!), mette tutto a repentaglio. Aridatece Funeral !

2) GOGOL BORDELLO – PURA VIDA CONSPIRACY
Pura Vida Conspirancy è un disco sciapo e senza mordente, che ripresenta sempre la solita solfa ma leccata a uso e consumo del grande pubblico. Sorvoliamo sulla copertina orripilante che già la direbbe lunga sul contenuto in scaletta; e ti perdoniamo, caro Hutz, anche quel titolo ammiccante a sonorità latino americane che, si sa, piacciono tanto a chi non possiede una coscienza musicale che vada oltre i balli di gruppo in un villaggio Alpitour. Qui, però, sono proprio le canzoni a fare pena : banali, prive di verve, tese a centrare il ritornello vincente che si trasforma, fin dal primo ascolto, in un innocuo involucro di plastica. Tanto che, arrivati alla patetica Malandrino (e siamo solo al terzo pezzo di un lotto di dodici canzoni), verrebbe già voglia di lanciare il cd dalla finestra. Insomma, siamo arrivati alla vittoria dell’imborghesimento su una filosofia musicale che, non più tardi di qualche anno fa, sembrava vivere a cento all’ora e a “regole zero”. Il disco, ne sono sicuro, piacerà comunque, perché il mondo è pieno di cazzoni che amano lustrare il pedigree da etno-freakettoni, sostenendo che i Gogol Bordello sono fottutamente alternativi. Un tempo, forse si. Un disco del genere, invece, lo si può passar tranquillamente in una balera estiva senza dispiacere gli avventori. Quanta tristezza.

1) MGMT – MGMT
Sul futuro degli MGMT avrei scommesso ogni cosa. Loro due, Andrew VanWyngarden e Ben Goldwasser, mi sono sempre apparsi come gli enfantes prodige di un eclettismo musicale germogliato fin dentro quei due cognomi troppo strambi per appartenere a newyorkesi doc. Come un'astronave psichedelica alla deriva nella galassia Stg. Pepper, la musica degli MGMT ha saputo riscrivere il linguaggio pop rock, prendendo il meglio della tradizione, declinandolo con una pronuncia dalla modernità assoluta e contaminandolo vieppiù con scorie futuriste di luccicante bellezza. Due dischi imprescindibili all'attivo : Oracular Spectacular (2007), opera cardine del primo decennio del nuovo millennio, arcobaleno luminescente che fondeva kraut rock, Beatles, Bowie, elettronica, rave e synth pop, e Congratulations (2010), spiazzante seguito che confermava il talento, all'apparenza infinito, di due giovani, insolenti e visionari, proiettati a velocità supersonica verso l'Olimpo dei più grandi di sempre. Oggi, quel baldanzoso viaggio verso la gloria eterna, che non più di tre anni fa sembrava inarrestabile, s'è bruscamente interrotto. Sarebbe bastato un altro disco dello stesso livello o anche solo un pugno di grandi canzoni, e il cerchio si sarebbe definitivamente chiuso. MGMT, quarto album della band (il primo però era stato pubblicato sotto il moniker The Management), ci racconta invece di una forza propulsiva che si è esaurita, di un'astronave che fluttua nel cosmo della creatività, tenendo a mala pena la rotta grazie alla forza d'inerzia. Se un tempo il progetto di VanWyngarden e Goldwasser appariva figlio di un ambizione giovanile e sventata, che però il pentagramma concretizzava egregiamente, adesso questa musica sembra invece generata esclusivamente dalla presunzione di sentirsi onnipotenti. Non bastano pochi episodi centrati come I Love You Too, Death, per salvare un disco senz'anima, costruito a tavolino, algido prodotto di copia e incolla elettronici e masturbazioni di liquefatta psichedelia. Tutto suona cervellotico, farraginoso, inutile e di una noia letifera. Dispiace ammetterlo, perchè sul futuro degli MGMT avrei scommesso ogni cosa. Invece, coitus interruptus. Peccato.

Blackswan, lunedì 30/12/2013

7 commenti:

Cannibal Kid ha detto...

su arcade fire decisamente in disaccordo, su mgmt a sorpresa d'accordo! :)

i gogol bordello invece mi sono sempre stati indifferenti, quindi boh

Lucien ha detto...

Arcade Fire, visti i livelli precedenti, mi aspettavo molto di più come qualità e meno quantità; però non è una delusione: bastava asciugare e tenere 8/9 canzoni, ne sarebbe uscito un ottimo disco.

Su MGMT concordo in pieno: evaporati come una bolla di sapone. Inascoltabile!

Offhegoes ha detto...

D'accordissimo su tutti e tre.......AF me fin troppo incensati anche nei precedenti lavori....

Blackswan ha detto...

@ Marco : io e te d'accordo ??? Uno dei due sta invecchiando ! :))

@ Lucien : ascoltato e riascoltato, il disco degli Arcade Fire mi pare solo l'esercizio borioso di un gruppo che comincia a supporre un pò troppo. Ascolto Funeral e palpito, ascolto questo e mi sale parecchia acrimonia. Ciao,grande Lucien! :)

@ Offhegoes : a mio avviso i primi due dischi sono davvero validi, mentre questo è un grande buco nell'acqua, oltre a essere un disco decisamente noioso.Ma forse sono io che non l'ho capito.

Arte e design ha detto...

I Gogol bordello mi piacquero un tempo.
Peccato...

Blackswan ha detto...

@ Gioia : un tempo piacquero anche a me :)

El_Gae ha detto...

Si può sperare che si tratti di un passo falso per tutti e tre (in particolare Gogol e MGMT che ho apprezzato in passato).
In ogni caso tanti auguri ;)