Dietro il progetto musicale White
Buffalo si cela l’irsuto Jack Smith, songwriter originario dell’Oregon e uno fra
i più interessanti artisti della sua generazione. Il nome del gruppo, che rimanda
al bisonte bianco, animale sacro per i nativi americani, esplicita in modo
chiaro a quali generi si rifaccia la scrittura di Smith: americana, soprattutto,
con una particolare attenzione all’outlaw country e Waylon Jannings, ma anche al
rock classico e al blues. In circolazione dal 2002, tre EP e quattro album all’attivo,
i White Buffalo hanno acquisito in patria una discreta notorietà, non solo per
gli innumerevoli concerti che li hanno portati in ogni angolo degli States, ma
anche perché alcune delle loro canzoni sono finite nella colonna sonora di una
seguitissima serie televisiva, Sons Of Anarchy (arrivata ormai alla sesta
stagione). Shadows, Greys & Evil Ways è, per così dire, il disco della
maturità o della definitiva consacrazione. Un’opera che pur mantenendo intatto
il fascino di una scrittura genuina, diretta, polverosa ed emotivamente coinvolgente,
alza, e non di poco, il livello qualitativo delle composizioni. Il disco
infatti è strutturato come un concept album che, in quattordici canzoni, narra l’appassionante
storia di Joey White, un reduce che torna a casa dopo aver vissuto gli orrori
della guerra, e cerca di ricostruire la storia d’amore interrotta con la sua
Jolene, trovandosi però ad affrontare l’avventura quotidiana del vivere, che è
ancora più violenta e brutale di un campo di battaglia. Il sogno americano, il
male di vivere, l’insensata violenza degli uomini e le asprezze dell’abitudine
raccontate attraverso la voce intensa, sofferta e decisamente vedderiana di
Smith, che solo nella conclusiva Pray To You Now lascia intravvedere quel
barbaglio di luce e di speranza che forse la fede in Dio è in grado di donare.
In definitiva, Shadows, Greys & Evil è un disco amaro, dolente, in cui i
momenti più decisamente rock sono residuali (la ruvida When I’m Gone), brevi
parentesi in una scaletta di ballate, in cui la penna di Smith raggiunge spesso
vertici di lirismo cristallino (l’immensa The Whistler). Un racconto americano
che colpisce al cuore e che farà la gioia di tutti gli amanti del genere.
Voto: 8
Blackswan, domenica 12/01/2013
4 commenti:
Segnalazione ricevuta. Grazie :)
Molto country... mi piace :) Ben ritrovato Black!
Prendo appunti...
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