Riascoltato a distanza di diciassette anni dalla sua
uscita (era il 1997 - ma le edizioni celebrative non hanno
solitamente cadenza decennale?), Hai paura del buio? continua a
risuonare dalle casse dello stereo con tutta la sua forza iconoclasta. Un disco
che non solo si presenta ancora attualissimo, e forse addirittura
ancora all'avanguardia, ma che ci proietta nuovamente, grazie a un'ottima
rimasterizzazione, in quella che è stata la grande stagione del rock
"alternativo" italiano. Una stagione vibrante, aperta da
Catartica (1994) dei Marlene Kuntz e chiusa dallo strabiliante esordio dei
Verdena, datato 1999. In mezzo, oltre a tanti ottimi album (mi piace ricordare
Lungo i Bordi dei Massimo Volume) si colloca il capolavoro degli
Afterhours, fratello maggiore del già eccellente Germi, pubblicato solo due
anni prima. Hai paura del buio ? è un'opera difficile, eclettica
e sperimentale, un lavoro che fin dalle prime battute (il rumorismo
controllato della title track e il bestemmione che benedice la seconda
traccia, 1.9.9.6.) si pone volutamente e caparbiamente contro, spazza
via le convenzioni (e le convinzioni) di un panorama musicalmente
asfittico, porta in Italia in modo compiuto, rielaborandoli con intelligenza e
gusto, i grandi fermenti sonori che in USA e Inghilterra avevano
caratterizzato la prima metà degli anni '90 e la fine del decennio precedente.
Sperimentazione e psichedelia (Simbiosi, Hai Paura Del Buio?), frustate
hardcore di lucida follia (Dea, Lasciami Leccare l'Adrenalina e Sui
Giovani D'Oggi Ci Scatarro Su rappresentano un trittico di deragliamento sonoro
senza compromessi), il recupero del grunge (la vertigine distorsiva di Male di
Miele) e dell'hard rock (Veleno), il ringhio amaro di Rapace, si
accompagnano a momenti più morbidi, come nel pop lascivo di Voglio Una
Pelle Splendida o nell'agro disincanto della struggente Pelle.
A dominare su
tutto, il chitarrismo manipolatore, spigoloso ed effettato di Xabier
Iriondo e i testi oltraggiosi, ironici e corrosivi di Manuel Agnelli, che
da questo momento in avanti assurgerà a punto di riferimento per tutte le nuove
leve dell'alternative rock nostrano. E' evidenza storica che la grandezza
di un album di rottura come Hai Paura del Buio? verrà compresa solo dopo la
pubblicazione. Ci volle, infatti, un anno di tentativi perchè gli Afterhours
trovassero una casa discografica (la Mescal) disposta a scommettere e
investire su un disco che porterà al gruppo riconoscimenti e vendite
soprattutto dopo lo splendido tour promozionale che succedette all'uscita
dell'opera. Oggi, che l'importanza dell'album (diventato un vero e proprio cult
per i fans degli Afterours) non è in discussione, la Universal esce sul mercato
con un'operazione che, in qualche modo, ricalca quanto
già sperimentato lo scorso anno dai Gov't Mule con la loro ultima fatica,
Shout!: abbinare al disco originale un bonus cd, in cui le canzoni in
scaletta vengono riproposte da svariati artisti, in base al proprio gusto e
alla propria indole musicale. Un'intuizione, questa, che rende appetibile
l'acquisto soprattutto per i fans della prima ora, curiosi di riascoltare brani
arcinoti in abiti nuovi, ma che non toglie e non aggiunge
nulla soprattutto per quanti si approcciassero per la prima volta al
disco, che resta inimitabile nella sua veste originale. Come accade sempre per
operazioni di questo tipo, alcune della cover sono apprezzabili, altre pessime,
alcune semplicemente inutili. Così, se Mark Lanegan e il suo meccanico cantato
in italiano mortificano il pathos di Pelle, e se Il Teatro Degli Orrori
e i Ministri non aggiungono nulla al furore, rispettivamente, di Dea e di
Sui Giovani D'Oggi Ci Scatarro Su, piace invece, e molto, l'intensità di Joan
As Police Woman in Senza Finestra, la mano pesante dei Bachi Da Pietra in Punto
G e le tinte fosche, quasi dark, con cui Eugenio Finardi rilegge Lasciami
Leccare L'Adrenalina. A parere di chi scrive, non si comporta male Edoardo
Bennato, che rilegge in modo autoironico una 1.9.9.6., depurata però dal
bestemmione iniziale, e Nic Cester, frontman dei Jet, che si cimenta in modo
convincente con la potenza di Veleno. Il resto è prescindibile, ma poco
importa. Basta tornare al disco originale e il fascino di Hai Paura Del Buio?
riemerge in tutta la sua aspra bellezza. Esattamente come diciassette anni fa.
VOTO CD ORIGINALE: 10
VOTO CD COVER: 6,5
Blackswan, martedì 18/03/2014
3 commenti:
Celo, li sto ascoltando entrambi in questi giorni, belli!!!
17 anni...minchia...
Concordo sulle parole del disco originale, capolavoro assoluto del rock italico. Un pò meno sul disco di rivisitazioni: Bennato non mi convince, mentre Lanegan è più che discreto.
Grave, gravissima pecca citare i grandi nomi del rock italiano degli Anni '90 e dimenticare Timoria e Ritmo Tribale :-)))
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