Quelli che, come me, negli
anni ’90 hanno speso la loro meglio gioventù musicale, sanno quanto bisogna
essere grati a J Mascis. I suoi Dinosaur Jr. hanno dato vita a un vero proprio
culto, iniziato nel 1985 (l’album di debutto Dinosaur) proseguito con un capolavoro
assoluto (You’re Living All Over Me del 1987), esploso poi, dopo l’uscita dal
gruppo di Lou Barlow, con un uno-due da ko, Green Mind (1991) e Where You Been
(1993). Alternative rock impestato di feedback, chitarre sferraglianti, orge
rumoristiche in cerca di lievi melodie, sono il marchio di fabbrica di una band
che generò un verbo musicale, che però solo altri (Nirvana, Sonic Youth)
declinarono con successo. Così quando esce un nuovo disco di J Mascis, quelli
che hanno vissuto in prima persona quella stagione selvaggia, corrono in
negozio a comprarlo. Fosse anche solo per una questione di riconoscenza. Che
poi, si sa, assai difficilmente il canutissimo chitarrista sbaglia un disco.
Tied To A Star è il seguito naturale, o per così dire, il fratello minore, dell’ottimo
Several Shades Of Why (2012), di cui riprende le trame acustiche (con qualche
breve ricamo elettrico, vedasi per esempio Every Morning) imbevute di spirito
folk- rock. Più rock che folk, a dire il vero, visto che le dieci canzoni in
scaletta sprizzano vitalità ed energia e suonerebbero magnificamente anche coi
volumi altissimi e la sei corde di Mascis a macinare i consueti kilowatt di distorsioni.
Neil Young sottopelle, grammi di psichedelia (la travolgente coda di Heal The Star)
quella voce che riconosceresti al volo in una moltitudine e un filotto di
melodie che sbriciolerebbero anche un cuore di pietra, sono gli elementi
distintivi di Tied To A Star, ennesima ottima prova di un artista che non
smetteremo mai di adorare. La splendida chitarra che apre il disco coi languori
di Me Again e che si perde nel falsetto finale di boniveriana memoria, e la
struggente Wide Awake, impreziosita dal breve contributo vocale di Cat Power,
sono i momenti migliori di un disco godibilissimo dalla prima all’ultima nota. Un
disco che si conclude lasciandoci addosso una gran voglia di recuperare gli
album dei dinosauri e rituffarci in quelle atmosfere che ci facevano sentire
giovani e selvaggi proprio quando eravamo giovani e selvaggi. Non fosse altro
che per una questione di riconoscenza. immarcescibile J.
VOTO: 7,5
Blackswan, domenica 07/09/2014
2 commenti:
Pensa, me l'ha consigliato oggi mio figlio viawhatsapp... e poi ne leggo anche qu.
Non poteva mancarmi!
Già piaciuto al primo ascolto.
@ Lucien: davvero un gran bel disco. Complimenti al figliolo :)
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