Da est a ovest, da sud a nord: il nuovo album dei Foo
fighters è un reticolato di interstatali e autostrade che congiunge i
punti cardinali degli States, raccontando attraverso la musica, questo è il
senso dell'operazione, le tradizioni e la storia di alcune tra le città
americane più significative. Tanto rock e non solo, visto che David Grohl ha
preso spunto da questa idea per dirigere una serie di documentari, andati
in onda in America su HBO, con l'obiettivo di analizzare, grazie
a immagini e musica, le otto città in cui sono state registrate le otto
canzoni che compongono la scaletta del disco (l'ottavo, per la precisione). Un
progetto importante, dunque, che testimonia l'eclettismo dell' ex
batterista dei Nirvana, sempre più propenso a svincolarsi dallo schema
convenzionale "nuovo album-tour", e imboccare strade alternative,
imbracciando la macchina da presa e vestendo gli inconsueti panni del regista
(lo aveva già fatto lo scorso anno con il film Sound City). Un surplus di
creatività che però non toglie nulla alle qualità compositive della band,
il cui suono, ormai divenuto un marchio di fabbrica, non si distingue certo per
originalità, ma resta uno dei meglio confezionati del panorama rock. I Foo
Fighters, non lo scopriamo certo adesso, sono una macchina da guerra
tritatutto, riempiono gli stadi come pochi al mondo e inanellano una hit
via l'altra. Possiedono uno stile ben definito che si replica, album dopo
album, resistendo alle mode e restando scintillante come le cromature di
un una moto appena uscita dal concessionario Harley. Sonic Highways, a
prescindere dalle alte premesse che l'hanno generato, è l'ennesimo classico
discone rock dai volumi esagerati e dalle chitarre sferraglianti, un disco che
risucchia l'ascoltatore in un vortice di melodia e rumore in grado di
soddisfare tanto chi si eccita con lo screaming feroce di Grohl (Something From
Nothing) quanto chi apprezza aperture più radio frendly (il power pop di
Congregation). Otto canzoni, con otto diversi ospiti, dedicate a otto
differenti città.
Un viaggio per gli States che inizia da Chicago, in compagnia
di Rick Nielsen dei Cheap Trick, con una cavalcata a quattro chitarre (la già
citata Something From Nothing) il cui (risaputo) crescendo esprime al meglio
l'arte compositiva di Grohl e soci: incipit lento e melodico, virata
con riffone sabbathiano, sviluppo funky e finale cantato a
squarciagola. Un classico Foo Fighters che più classico non si può. Nello
stesso modo, bastano pochi accordi per capire che dietro il riff nervoso e le
tre chitarre di The Feast And The Famine (Washington) c'è sempre il
migliore David Grohl, che subito dopo ci regala Congregation (Nashville e Zac
Brown), grande canzone, ma tanto ruffiana da entrare in testa dopo un solo
ascolto. What Did I Do?/God As My Witness (dedicata a Austin e registrata nei
mitici Austin City Limits Studios) si avvale della presenza di Gary Clark Jr.
nella costruzione di cinque minuti che alternano elettricità e momenti più
morbidi. Los Angeles è invece rappresentata da Outside e nobilitata dalla
presenza della chitarra di Joe Walsh (Eagles), che porta un pò di California
nel rombante rock targato FF. Con In The Clear e i suoi fiati passiamo
a New Orleans, e da qui procediamo verso Seattle, patria di Grohl, con una
canzone, Subterranean (ospite Ben Gibbard dei Death Cab For Cutie), che vira
verso atmosfere più morbide e sfocia come un fiume (I Am A River)
direttamente a New York, dove insieme a Joan Jett ci attende un finale d'archi
davvero inaspettato. Qui si conclude il viaggio dei Foo Fighters attraverso gli
States e qui termina un disco che conferma la grande vena di David
Grohl, un artista che ha saputo affrancarsi da un leggendario (e ingombrante)
passato, inventandosi dal nulla una delle migliori rock band da stadio del
pianeta. Energia pura: it's only rock
'n' roll, but i like it.
VOTO: 7
Blackswan, martedì 25/11/2014
6 commenti:
Eccolo! Ti aspettavo al varco: bravo.
progetto molto ambizioso, peccato che le canzoni qui presentate dal buon dave grohl siano parecchio mediocri...
Cominciato ad ascoltare da ieri...
bel rock, quello che ci sia aspettava da Grohl però, appunto, niente di trascendentale e particolarmente incisivo.
@ Angelo: ti piacciono i Foo Fighters ? :)
@ Marco: Non direi mediocri. In linea con il suo stile e decisamente buone. Meglio di Taylor Swift, per intenderci :)
@ Viaggiatore: un disco dei Foo Fighters,fatto e finito. Divertente ed energizzante, direi. :)
Non l'ho ancora ascoltato ma il tuo voto mi tranquillizza non poco :-)
@ Antonello: il disco è buono, non rivoluziona la storia del rock, ma è buono :)
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