Si scrive Billy Gibbons, ma si pronuncia ZZ Top.
Almeno, così, si diceva un tempo. Oggi, il chitarrista texano abbandona la
casa madre e dopo circa quarantacinque anni dal suo esordio sulle scene,
rilascia un disco solista, il primo di una lunga e, per lunghi tratti,
venerabile carriera. Un album, Perfectamundo, la cui genesi risale a una
recente partecipazione del nostro barbudo all'Havana Jazz Festival, e che
nelle intenzioni di Gibbons avrebbe dovuto mettere a confronto e far convivere
le suggestioni derivanti da due diverse tradizioni musicali, quellla cubana e
quella texana in quota rock-blues. Registrato tra la Spagna, il Texas e la
California, questo full lenght in solitaria (ma non temete: gli ZZ Top sono
stati accantonati solo momentaneamente) nasce con l'intento di stupire, di
cercare strade espressive più originali rispetto a quelle di un passato
ormai risaputo e di sperimentare con quei suoni latini, che
appaiono concettualmente agli antipodi rispetto al ringhio hard
boogie dei Tres Hombres. Operazione senz'altro commendevole, sulla carta
molto intrigante e, verrebbe da dire, financo coraggiosa, se non fosse
che, chi in carriera ha venduto più di quaranta milioni di dischi, può
permettersi azzardi di questo tipo senza, in fin dei conti, rischiare granchè.
Il fatto è che Perfectamundo è un disco riuscito male, un'accozzaglia confusa e
sfiatata di banal blues, latin rock, funky, elettronica (oddio, che pena
gli ZZ Top degli anni '80!), ove spesso si mostrano i muscoli per compensare
un'evidente mancanza di ispirazione. Le canzoni da salvare sono veramente
poche, e anche quelle che superano indenni le forche caudine di un
ascolto attento (Got Love If You Want It, cover da Slim Harpo, la
divertente Sal Y Piemento), risultano marginali rispetto al disastro che le
contorna (la cover di Baby Please Don't Go di Big Joe Williams è da codice
penale). Ofelè fa el to mestè (pasticciere fai il tuo mestiere), diciamo a
Milano, per indicare qualcuno che si cimenta in lavori in cui non è avvezzo.
Ecco, il proverbio milanese ben si adatta a chiosare la recensione su
Perfectamundo, disco in cui Billy Gibbons, lo dico con tutto l'affetto
possibile, ha pisciato, con compiaciuta supponenza, fuori dal vaso. Non che uno
pretendesse un'altra La Grange, ma nemmeno s'aspettava un pasticcio simile.
VOTO: 4,5
Blackswan, martedì 17/11/2015
6 commenti:
terribile questo disco.
@Bartolo: agghiacciante !
dove posso mandarti link da ascoltare? :)
@ Sally luna: foreveryoung@fastwebnet.it :)
con la morte nel cuore, ammetto che il disco non è bello. però non ce la faccio ad aggiungere niente altro...lui, molto più di altri, è stata la motivazione per la quale mi sono messo a studiare la chitarra in maniera approfondita....
@ Alessandro: a volte capita anche ai migliori: sto disco è una vera ciofeca.
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