A quasi sessantasei anni, quarantacinque dei quali
passati a incidere canzoni e suonare, Bonnie Raitt potrebbe
tranquillamente mollare il colpo. Anche perchè di grandi dischi ce ne ha
lasciati parecchi e, basta dare uno sguardo rapido ai numeri, venti milioni di
album venduti e dieci Grammy Awards vinti rappresentano un traguardo
raggiunto da pochi al mondo. Evidentemente tutto ciò non basta, quando si è
divorati dal sacro fuoco del rock. Così, la Raitt, lungi dall'aver mollato un
grammo dell'energia che da sempre la contraddistingue, celebra la sua ventesima
uscita discografica con un disco che non ha nulla da invidiare al
celebratissimo Slipstream del 2012. Abbandonato il fruttuoso sodalizio con Joe
Henry (che qui compare come autore di You've Change My Mind), Bonnie torna
ad autoprodursi, allestendo, come da consolidata tradizione, una
scaletta in cui compaiono canzoni originali (cinque in tutto) e
alcune cover. Tutta roba buona, anche perchè Bonnie ha la capacità, non da
poco, di prendere canzoni altrui e suonarle come se fossero farina del suo
sacco. Prendete, come esempio, Need You Tonight degli INXS, clamorosa hit
datata 1987, che all'epoca conquistò la prima piazza di Billboard 100: una
scelta difficile, e ben lontana dalle sonorità a cui la Raitt ci ha abituato,
qui però riletta con gusto personalissimo, mantenendo intatta l'anima
funky del brano e coprendo con un po’ di fango blusey la polvere
accumulata nel tempo e la pompa radio friendly dell'originale. O come non farsi
travolgere dal boogie anfetaminico di Shakin' Shakin' Shakes dei Los
Lobos, in cui la chitarra slide della Raitt suona come una centrifuga impazzita
che frulla letteralmente il finale di canzone? C'è tanta energia in Dig In
Deep, che però il mestiere consumato della Raitt addomestica a piacimento,
mantenendo i livelli e la tensione in perfetto equilibrio. Energia che
apre il disco con il funkettone grasso di Unintended Conseguence Of Love e
torna col rock grezzo di The Comin' Round Is Going Through, per poi
acquietarsi, lasciando spazio alle morbide atmosfere della ballata. Ed è
proprio quando si abbassa il tiro che la chitarrista di Burbank sfodera i
colpi della fuoriclasse: le irresistibili malinconie di All Alone With
Something To Say, i ganci melodici di I Knew e, soprattutto, i palpiti acustici
di You've Changed My Mind (Joe Henry non ne sbaglia una) sono i fiori
all'occhiello di un disco riuscitissimo e di una carriera che pare ben lungi
dal volgere al termine. Sono pronto a scommettere quel che volete che un altro
Grammy è dietro l'angolo.
VOTO: 7
Blackswan, giovedì 03/03/2015
5 commenti:
Sempre apprezzata, anche per il suo costante impegno sociale.
La ricordo con piacere tra i promotori di No Nukes.
Una conferma.
Ne ho parlato anche io nel mio blog ...
http://my-way-online.blogspot.it/2016/03/bonnie-raitt-need-you-tonight.html
@ Granduca: bello leggerti ! Quand'è che torni fra noi in pianta stabile? Mi mnchi! :)
@ Maurilio: Ho letto. Bel pezzo :)
Lo sto ascoltando a ripetizione in questi giorni. Gran disco, con un suono caldissimo come non se ne sentiva da tempo
@ Alessandro: le american girls ci stanno danno grandi soddisfazioni. Non trovi?
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