martedì 29 marzo 2016

GIORGIO CANALI & ROSSOFUOCO – PERLE PER PORCI



Una raccolta di cover, si sa, serve spesso a mascherare un momento di afasia creativa, a tamponare il vuoto di ispirazione, in attesa che le canzoni originali su cui si lavora, funzionino così bene da poter finire su disco. Ne può venir fuori qualcosa di buono oppure, come accade frequentemente, il risultato finisce per essere un lavoro prescindibile, che nulla aggiunge o toglie alla credibilità di un musicista. Poi, capita di rado, ci sono artisti come Giorgio Canali, che rappresentano un unicum nel panorama nazionale e che quando decidono di fare qualcosa, la fanno incredibilmente bene. Ecco, allora, che questo Perle Per Porci si colloca anni luce lontano dal classico album di reinterpretazioni, e suona esattamente come suonerebbe un disco di canzoni originali. Canali, d’altra parte, ha sempre dimostrato di possedere un rigore artistico (ed etico) che lo tiene lontano da scelte furbette e accomodanti, andando spesso in contro tendenza a un mercato, come quello italiano, zavorrato da tonnellate di paccottiglia. Così, invece, di riciclare canzoni arcinote e vivere di riflesso il successo altrui, l’ex CCCP imbastisce una scaletta di canzoni pressoché sconosciute, ripescando dall’oblio artisti di cui nessuno, diversamente, si sarebbe ricordato. Un progetto esplicitato dal titolo del disco, che cita un passo del Vangelo di Matteo, in cui Gesù esorta i propri discepoli: “Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle ai porci, perché non le calpestino e, rivoltandosi, vi sbranino”. Non sprechiamo, quindi, le cose di valore, e riportiamo alla luce queste canzoni che sono autentici gioielli, piccole perle nascoste fra le pieghe del tempo. Non è un caso, allora, che il disco inizi con la splendida Pesci e Sedie (Fish and Chair), rilettura, anche testuale (originariamente i versi erano cantati in inglese) di una canzone, datata 1990, dei Corman & Tuscadu, gruppo francese, di cui faceva parte Claude Salt, bassista dei Rossofuoco fino al 2009), e che continui, poi, con brani di artisti, quasi tutti, misconosciuti. Alzi la mano, infatti, chi ha mai sentito nominare la band milanese dei L’upo (AFC – Angelo Fausto Coppi ha un testo che emoziona alle lacrime), o i veneti Plasticost (Canzone Dada, tra le migliori del lotto, rilegge alcuni versi del poeta romeno Tristan Tzara) o i triestini Luc Orient, di cui Canali ripesca la suggestiva Gambe di Abebe, risalente al 1984. Una scelta non facile e, come si diceva, decisamente contro corrente, che alla fine, tuttavia, paga, perché dopo averle ascoltate, queste canzoni, vorremmo averle tutte nella nostra discografia. Ci sono, poi, brani più noti, ma nemmeno troppo. Il più famoso è senz’altro Le Storie Di Ieri di Francesco De Gregori (la trovate su Rimmel del 1975), canzone dalla genesi travagliata (il testo, tra censure e autocensure, fa esplicito riferimento al fascismo e al MSI) e qui privata del lungo intro di contrabbasso in favore di una maggior dose di elettricità; e c’è anche Lacrimogeni, presa in prestito da Canzoni Da Spiaggia Deturpata, album d’esordio, datato 2008, di Vasco Brondi (alias Le Luci Della Centrale Elettrica), ai tempi prodotto proprio da Giorgio Canali: altra grande canzone ed ennesima grande rilettura, con una coda rumorosa, che eleva il pathos al parossismo. In scaletta troverete anche brani di Eugenio Finardi (F-104), di Angela Baraldi (Mi Vuoi Bene o No?), di Faust’O (Buon Anno) e dei Mary In June (la vibrante malinconia di Un Giorno Come Tanti); ma soprattutto, troverete un musicista e una band, i Rossofuoco, che ben lungi da replicare pedissequamente canzoni altrui, recuperano quarant’anni di musica italiana inconsueta, e ce li restituiscono vitali, sferraglianti e pervasi da un’attitudine punk che qui, più che mai, è figlia di un’irrequieta, e per questo realmente creativa, onestà artistica. Un grande disco da conservare gelosamente fra le cose migliori di questo 2016.

VOTO: 7,5





Blackswan, martedì 29/03/2016

6 commenti:

Bartolo Federico ha detto...

Giorgio Canali è un artista. Un vero rocker. Non tutti lo sono, anche nomi più' blasonati di lui.

Blackswan ha detto...

@Bartolo: possiamo dire, senza troppi problemi, che è unico.

Ezzelino da Romano ha detto...

Ti ricordi, Black, quando siamo andati a vederlo qui intorno a Milano?
Ricordo una strofa di un suo pezzo che mi ha folgorato.
Mi pare dicesse "Precipito. Guarda come brillo mentre scendo".
Fantastico.

Blackswan ha detto...

@ Ezzelino: cinque euro, quasi tre ore di musica, un pogo infernale. E chi se lo scorda più... :)

giuseppe ha detto...

secondo me un disco orribile -

Blackswan ha detto...

@ Giuseppe: se sei abituato a Battisti, capisco possa non piacerti.