Associare il Northern
Soul alla città di Tel Aviv non è certo un meccanismo immediato ma a tutto c’è
rimedio, deve aver pensato Yashiv Cohen mente e motore propulsivo dei MONC:
"E’ vero che la nostra non è esattamente ciò che viene in mente quando si
pensa alla musica israeliana, ma ho avuto il privilegio di crescere nel Kibbutz
Kfar Blum, i cui fondatori provenivano principalmente dagli Stati Uniti e
grazie a loro ho ascoltato musica americana e inglese fin da piccolo. La
famiglia di mia madre emigrò da Brooklyn e crescere in casa mia era un po' come
stare dentro a Radio Days di Woody
Allen. Ben presto il Soul è diventata la mia musica preferita. Scavando più in
profondità mi sono poi innamorato del Northern Soul, il movimento che è emerso
dalla scena Mod nel nord dell'Inghilterra alla fine del 1960, da quel momento
mi sono praticamente innamorato di tutto il genere Mod". E’ con questo
background che il buon Yashiv nel 2008 comincia a farsi notare nei locali
notturni della capitale israeliana (le cronache riferiscono di karaoke
clandestini!) dove presto incontrerà gli altri componenti del futuro ensemble.
Dagli Elettra, rock band molto popolare nei circuiti cittadini, recluta il chitarrista
Nitzan Horesh, il batterista Boaz Wolf e il bassista Doron Farhi. Completa la
line-up con il trombonista Ido Kretchmer e i fratelli Sizzling, Sefi alla tromba
e Ongy al sax. E' il pezzo di Dylan Girl From The North
Country a ispirarlo per il nome della band; Wilson Pickett,
Gloria Jones e Booker T. sono invece tra i riferimenti per l’indirizzo
musicale. Un’altra allegra brigata del Soul è nata e se The Commitments sono
stati nell’immaginario cinematografico la band più nera di Dublino, i MONC
vogliono diventare la Northern Soul band più tosta del medio oriente!
La gavetta anche per
loro è la solita: ore trascorse nelle cantine a ripassare i classici R’n’B e
Soul dei ’60 e ’70 che poi ripropongono in decine di concerti, affinando la pratica
strumentale e mettendo insieme un pugno di composizioni originali con le quali riescono
ad attirare l’attenzione della Acid Jazz Records ed esordire nel 2010 con il 7’’
Man Of North Country / Debut. Due anni
più tardi, sempre con l’etichetta londinese (negli anni diventata sinonimo di
eleganza musicale con in catalogo artisti del livello di Brand New
Heavies e James Taylor Quartet), arriverà il primo
lavoro sulla lunga durata, The North.
Nell’album oltre alla black, di cui
abbiamo già detto, le atmosfere di band come Style Council e Dexy’s Midnight
Runners, canzoni esuberanti dalla presa immediata, ottimi arrangiamenti e un approccio
ultra vigoroso.
Adesso, dopo quattro
anni passati in tour per mezza Europa, arriva This City e i MONC colpiscono ancora. Il disco infatti parte
benissimo, la voce calda di Cohen (somigliantissima a quella di Paul Weller) e
il sound pastoso, illuminato dai fiati, fanno di Running un pezzo esemplare per introdurci alle prelibatezze
musicali del sodalizio israeliano. Siamo nello stesso emporio frequentato da
Weller, Talbot e Rowland agli inizi degli anni ‘80: memorabilia Soul e R’n’B,
eleganza proletaria e inarrestabile voglia di ballare. Wendy Rene, tributo alla cantante di colore in forza alla Stax nei
primi anni ’60 è, senza esitazioni, il brano più bello del lotto, un’autentica
meraviglia dal refrain accattivante e la melodia lineare che non stanca mai, un
piccolo classico istantaneo. Sono ancora gli ottoni e il sax che eccellono nelle
solari e spumeggianti All In, Country Lost/Tobacco Road e Let’s Get Away e se, Country Boy è la perfetta colonna sonora
per cocktail party e spy story alla Bond, 77
è il lento che si aspetta per ballare stretti stretti. Bella anche la versione
di I’m Comun Home (In The Morn’un), capolavoro
Northern Soul di Lou Pride. Chiude il disco la seducente ballata kinksiniana Permanent Vacation. This City è dunque un ottimo disco che trasmette una sensazione di
libertà e gioia che è all’origine stessa di questa musica inebriante e
inconfondibile. Che poi, a questo giro, provenga da Tel Aviv e non dai
sobborghi di Liverpool, è solo un dettaglio.
Porter Stout, giovedì 09/06/2016
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