Caro Justin,
è da qualche
anno che non ci sentiamo, per la precisione dal 2013, quando uscì Grownass Man,
disco del tuo progetto parallelo, Shouting Matches. In quell’occasione, ti
dissi che avevi fatto un mezzo passo falso e che il disco era una discreta
cagata. Certo, tu sei uno che anche fuori dall’egida Bon Iver di cose ne ha
provate tante, e ti do atto di una straordinaria creatività . Però, quella
volta, la ciambella ti è venuta senza il buco. Capita. Mi dispiace che tu te la
sia presa: per me l’amicizia è anche dirsi le cose in faccia, senza filtri e
con onestà. In fin dei conti, come ben sai, quando ho potuto spendere per te le
mie migliori parole, l’ho sempre fatto con entusiasmo e appassionatamente,
senza aspettarmi nulla in cambio. Ti ricordi cosa ti disssi a proposito di For
Emma, Forever Ago? Quel disco, quelle canzoni, e la solitudine del Wisconsin,
mentre lenivano il tuo dolore, facevano altrettanto col mio. E’ allora che
siamo diventati amici, quando ho capito che avevamo tante cose in comune e che
tu sapevi raccontarle molto meglio di me, grazie a canzoni come Flume,
capolavoro che mi accompagnerà per tutta la vita. Quando, poi, uscì Bon Iver,
Bon Iver, mi schierai dalla tua parte, mentre qualcuno, dopo averti assurto
rapidamente a enfante prodige della scena nu folk, non ebbe esitazione a
voltarti le spalle. Certo, avevi perso l’innocenza degli esordi, costruendo la
tua musica in movimento con arrangiamenti complessi e melodie oblique. Eppure,
quel cambiamento mi piacque molto, nonostante preferissi di gran lunga il
soliloquio interiore del tuo esordio. D’altra parte, un artista non può essere
sempre uguale a sé stesso e deve seguire la propria ispirazione, ovunque questa
lo porti. Adesso, la tua ispirazione ti ha condotto fino a 22, A Million, terzo
disco di una breve, e fino a qui ineccepibile, carriera.
Un album che ho
ascoltato più volte, con sorpresa e incredulità, tanto da spingermi a
riprendere la penna e a scriverti, per domandarti, soprattutto: ma che cazzo ti
sei fumato? Che cos’ è questo rumoroso pastrocchio di campionamenti, bit, drum
machine e masturbazioni elettroniche assortite? Va bene il cambiamento, va bene
l’azzardo e anche la sperimentazione, ma quando è troppo è troppo! Così,
davvero, finisci per somigliare a un Manuel Agnelli qualunque, uno, cioè, che
rinnega il proprio passato e coloro che gli hanno donato successo e visibilità,
per andare a X Factor e raccattare qualche svanzica in più. Lo so, sono sicuro
che per te non sia stata una questione di soldi: d’altra parte un disco così te
lo compreranno i parenti stretti e quelle fighette a cui piace inserire nel
curriculum dischi incomprensibili, per poi fare bella figura con gli amici.
Secondo me, invece, sono le cattive compagnie che ti fregano, e quel
James Blake che ogni tanto frequenti, te l’ho sempre detto, è un tizio poco
raccomandabile. E poi, che cosa ci sei andato a fare alle Hawai con Kanye
West? Cazzo, perché non Jovanotti, allora? Comunque, so già come obietterai
alle mie parole. Dirai che sono un vecchio rincoglionito (vero!), che l’ultima
cosa elettronica che ho ascoltato sono i Kraftwerk (vero!), che sono un
passatista della chitarra elettrica (vero!) e che se devo ascoltare musica che
arriva dagli States, preferisco un banjo a un sampler (vero anche questo!).
Però, permettimi di dirtelo: qui non si tratta solo della forma, è che pure le
canzoni sono così così. Si, certo, ogni tanto si sente che c’è pathos nelle
tue parole e, qualche buona idea, come quei fiati jazz che talvolta si fanno
strada fra cumuli di plastica, non ti manca. Tuttavia, basta appena per non
liquidarti con un bel 4, ma non è abbastanza per darti la sufficienza. E poi,
visto che un po’ ti conosco, quella conferenza stampa che hai organizzato per
spiegare il disco…eddai, significa che non ci credi nemmeno tu e hai avuto
bisogno di mettere le mani avanti, come a giustificarti preventivamente. E di
cosa, poi? Di aver fatto un disco di merda? Volevi forse spiegarci attraverso
il simbolismo quelle canzoni dai titoli indecifrabili? Vabbè, Justin, stavolta
è andata così. Io continuo a volerti bene lo stesso, nonostante tutto. Ti prego
solo di non essere arrabbiato con me, come l’ultima volta. Forse dovrei farmi
gli affari miei, però, per l’affetto e la stima che ti porto, certe cose ci
tenevo a dirtele, senza troppi giri di parole. E tanto che ci siamo, ascolta
anche un consiglio: per il prossimo disco, lascia a casa il computer. Fidati.
Ti abbraccio,
con immutato affetto.
VOTO: 5
Blackswan, mercoledì 21/09/2016
4 commenti:
Non sono d'accordo con quello che dici su Manuel Agnelli, James Blake e Kanye West, però sul disco sì.
Una discreta cagata! :)
DELUSIONE :(
@ Marco: ci fosse una volta che la vediamo uguale al 100% :)
@ Sally: delusissimo anche io!
non è completamente brutto - 10 d E A T h b R E a s T ⚄ ⚄ (Extended Version) è una bella canzone
flume non mi piace molto mentre holocene è la mia canzone preferita -
Posta un commento