Riceviamo dalla nostra freelance Cleopatra e integralmente pubblichiamo
Matteo vuò fà ll'americano. Ed è pure riuscito
nell'intento di guadagnarsi la scena. L'endorsement dall'uomo più potente della
terra se lo è portato a casa. Ora si sentirà senza dubbio più accreditato in
patria e con un piglio ancora più sfrontato di quanto già non ne avesse
prima. Eppure quanta tenerezza ci ha suscitato nel vederlo in completo
d'ordinanza accanto al Presidente degli Stati Uniti. Pareva giulivo come un
fanciullo che entra per la prima volta in un luna park. Gli occhi del mondo
puntati alla Casa Bianca, là dove sono passati i grandi della terra. Proprio
sotto quel portico, abbiamo guardato speranzosi personaggi del calibro di
Arafat e Rabin. Era il 13 settembre del 1993 quando si strinsero la mano alla
presenza di Bill Clinton. Ora, il mondo guarda l' "amico Matteo",
come lo ha affettuosamente apostrofato Barack Obama. Ad accompagnarlo
nell'Olimpo dei Grandi oltre che la first lady Agnese, l'eccellenza italiana:
dal fido Roberto Benigni e signora, a Giorgio Armani, fino al premio Oscar
Paolo Sorrentino. E poi la campionessa paraolimpica Bebe Vio, la sindaca di
Lampedusa Giusi Nicolini, la direttrice del Moma Paola Antonelli, la direttrice
del Cern Fabiola Giannotti e l'immancabile Raffaele Cantone. Un tripudio
d'italianità nel Paese a stelle e strisce, insomma.
O meglio, una vetrina che sa più di spot elettorale a
uso e consumo del Premier, che altro. Ma c'è poco da pavoneggiarsi.
L'effetto boomerang dell'operazione mediatica è in agguato e non è tutto oro
quello che luccica. L'esito positivo del referendum costituzionale non è
affatto scontato e c'è di più. La cerimonia in pompa magna tributata a Matteone
è sì un'investitura solenne al cospetto dell'Italia, ma lo è più nei confronti
dell'Unione Europea e non certo per la statura politica del nostro Premier.
L'Europa vive una fase crepuscolare: l'avanzare dei populismi e dei
nazionalismi, la Brexit, la Spagna ancora senza un governo, la Francia alla
vigilia dell'elezione presidenziale e una Germania sempre più egemone, rendono
Matteone un interlocutore "affidabile".
Sembra un paradosso, eppure la congiuntura astrale
favorevole a Renzi si riconferma. Che è la prova vivente del detto, trovarsi al
posto giusto nel momento giusto.
Cleopatra, lunedì 24/10/2016
1 commento:
una passerella pro Referendum a spese di tutti...
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