Melissa
Etheridge non è certo una di quelle artiste che hanno rinnovato profondamente
la musica; eppure, i suoi dischi sono sempre stati pervasi da una sincerità di
fondo che l’ha fatta amare, dal pubblico e dalla critica, concedendole perfino
il lusso di aggiudicarsi un premio Oscar nel 2007 e ben due Grammy Award. Le
sue canzoni, infatti, possiedono quello spirito indomito e battagliero, a cui
la Etheridge non ha mai rinunciato anche nel corso della vita, vincendo una
grave malattia, raccontando senza veli la propria omosessualità e combattendo
tutte le battaglie nelle quali vi fossero in gioco i diritti civili e le
istanze dei meno fortunati. Una donna grintosa e irriducibile, dunque, che
ha saputo contaminare di inesauribile energia il suo melodico heartland rock
(quasi sempre) diretto e senza fronzoli, essenziale quanto si vuole, ma sempre
irrorato di trasporto e passione. Memphis Rock And Soul, nonostante sia un
disco di cover, non smentisce l’assunto di cui sopra. Anzi, fin da subito, la
prima cosa che viene in mente è per quale motivo Melissa abbia atteso così
tanto tempo per affrontare un catalogo, quello della Stax, così adatto al suo
timbro vocale graffiante e appassionato. Anche perché questi classici, che
tutti ben conosciamo, non risultano affatto smunte repliche degli originali o
impettiti omaggi al bei tempi che furono. Tutt’altro. La Etheridge, infatti, ci
mette la consueta grinta e canta con trasporto, rispolverando brani noti che,
se da un lato mantengono l’originaria morfologia, dall’altro, quello che conta,
sembrano ardere di un nuovo fuoco. Così Melissa, prende armi e bagagli e se ne
va a Memphis, dove ingaggia un gruppo di musicisti che la materia la conosce a
menadito, per aver già suonato con un maestro come Al Green. Rispettato
l’approccio filologico, la chitarrista originaria del Kansas aggiunge il
graffio rock, quella peculiarità interpretativa che da sempre è presente nei
suoi dischi, e fa decisamente centro. Brani tirati o ballate, la Etheridge non
sfigura mai, e anzi rende addirittura credibile un’abusatissima I’ve Been
Loving You Too Long di Otis Redding e fa ancora meglio degli Excitements,
rispolverando la super hit Wait A Minute, portata al successo per la prima volta
da Barbara Stephens. Melissa riesce, in definitiva, a reggere il confronto con
il passato, senza essere schiacciata dal peso di straordinari evergreen, la cui
scelta poteva rivelarsi un clamoroso passo falso. Invece, alla resa dei conti
Memphis Rock And Soul è una scommessa vinta, come tutte le battaglie che
la Etheridge ha dovuto affrontare nella sua travagliata esistenza. Divertente e
appassionato.
VOTO: 7
Blackswan, sabato 29/10/2016
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