Se
pensate che i Beatles siano stati i più grandi geni della storia del Rock, i
R.E.M. la migliore band americana degli ’80 e gli XTC quella inglese, i TUNS
sono il vostro gruppo preferito del 2016. Anzi il supergruppo preferito, perché
Mike O’Neil, Chris Murphy e Matt Murphy (nessuna parentela tra i due) hanno
alle spalle una lunga militanza in alcune tra le Indie band più conosciute del
Canada, rispettivamente, Inbreds, Sloan e Super Fiendz. Tutte provenienti dalla
scena underground di Halifax della prima metà degli anni ’90. La formazione è
il più classico dei Power Trio, chitarra (Matt), basso (Mike), batteria (Chris):
l’ABC del Rock’n’Roll.
TUNS
(acronimo di Technical University of Nova Scotia, il college frequentato in
gioventù dai due Murphy), è anche il titolo del loro esordio, che prevede in scaletta nove
canzoni inedite di scintillante Power Pop. Mezz’ora in tutto da mandare a
memoria da qui all’inizio dell’inverno per poi goderne a lungo. Perché, c’è da
scommetterci, superata la prima fase del “mah, popettino innocuo”, ti si
attacca alle orecchie come le dita delle zie nel più allucinante dei compleanni
e non ti molla più. Fate la prova con il riff ipnotico di Mind Over Matter, la quarta traccia e se, dopo un paio di ascolti, non
cominciate a fischiettarlo in giro per l’ufficio vuol dire che quell’ufficio dovete
mollarlo: vi sta inaridendo peggio della sabbia del Gobi. Stessa storia con Back Among Friends, la killer-song che
apre l’album rimandando ai gioiellini Pop/Rock di Romantics e Nick Lowe.
Per
non dire degli impasti vocali della solare Mixed
Messages: producono gli stessi, prodigiosi, effetti della DeLorean di Ritorno al Futuro scaraventandoci all’istante,
indietro negli anni, tra le mura del Cavern Club nel 1961, giusto in tempo per
sentire anche Throw It All Away, la
love song (vaporosa come zucchero filato) che Matt, Mike e Chris canteranno
subito dopo nel brulichio di gridolini delle teenager sotto il palco. I TUNS
hanno comunque il respiro più ampio, nel disco non c’è solamente l’amore
viscerale per le melodie immediate dei sixties. Proseguendo nell’ascolto infatti,
potremmo imbatterci nella psichedelia pulsante di Look Who’s Back In Town Again, l’avvolgente e fascinosa Lonely Life magnificata dal drummig
ossessivo di Chris Murphy oppure, in Mind
Your Manners, illuminante trattatello su come la frenesia ritmica debba
applicarsi al Pop. Infine, To Your
Satisfaction e I Cant Wait Forever,
i due pezzi da applausi che chiudono l’album lasciandoci con emozioni
contrastanti: appagamento misto a scontento. Troppo belle le canzoni della band
canadese, troppo breve la loro durata. Il bis è dunque necessario per superare
l’impasse. I TUNS sono destinati a monopolizzare gli stereo di chi bada
sopratutto alla sostanza e se ne fotte allegramente di quanto possano essere
derivativi. Da mettere su anche quando a cena ti capita davanti uno che ti fa
due palle così su Jamie xx e non puoi mandarlo affanculo perché è il nuovo fidanzato
di tua sorella. Nient’altro da aggiungere, grande esordio, grandi TUNS!
VOTO: 8
Porter Stout, venerdì 28/10/2016
Nessun commento:
Posta un commento