Riceviamo
dalla nostra freelance Cleopatra e integralmente pubblichiamo
George
Orwell diceva che il linguaggio politico è concepito in modo che le menzogne
suonino sincere e l'omicidio rispettabile.
Sacrosanto,
direi. Mai si è assistito a un ricorso alla bufala tanto spregiudicato come in
questo referendum.
Più
che un civile dibattito sulla Costituzione è parsa soprattutto una sagra
dell'insulto, spesso becero, come in un reality show che si rispetti. Da una
parte, i politici non se le sono mandate a dire, dall'altra, gli italiani,
hanno riscoperto il gusto per la partigianeria più accesa e sfegatata. Vota No,
chi è brutto, sporco e cattivo e votano SI, le anime belle, i giusti e gli
illuminati. Uno scontro tra il bene e il male, dunque. Per mesi, ci hanno
instillato a dosi massicce un manicheismo avvilente, divisivo e logorante. Un
brain - storming di slogan, messaggi, menzogne senza requie, via etere, via
cavo, via posta e sui social. Ogni spazio, ogni singolo pertugio è stato
occupato da un Premier straripante che, in veste di sommo vate, snocciola
oscuri presagi, anatemi e invettive.
Usa
il bastone ma anche la carota. Promette paghette, bonus e prodigi di ogni
sorta. Con il SI, sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno. E tra un
ingiuria e l'altra, a spese della Costituzione, si è consumata una disputa
feroce fatta di colpi bassi e volgarità a tutto tondo. Si sono evocate
accozzaglie, seriali killer, scrofe ferite e animali di ogni specie. In questo
delirio collettivo sono stati coinvolti persino i malati terminali, i
diabetici, i partigiani (quelli "veri") e pure i Masai. Con il SI, l'Italia
è più forte contro il terrorismo. E, udite udite, risparmierà pure sulle
bollette. Voti NO? Allora, vuoi la conservazione della casta, ti poni sullo
stesso piano di Casa Pound. Hai persino la stessa brutta faccia di Renato
Brunetta, sbertucciato nella rete come un Pokémon qualunque.
Nonostante
tutto, ha vinto il NO. Confesso che nutrivo qualche dubbio su questo esito.
Finalmente, un sussulto di orgoglio. Forse, l'Italia è ancora viva e lotta insieme
a noi.
Cleopatra,
lunedì 05/12/2016
2 commenti:
Onestà intellettuale impone di dire che molto è stato fatto da entrambe le parti per rendere questo referendum una specie di giudizio di dio.
A sentire molti commenti del fronte del no, sembrava che in caso di vittoria del sì Renzi avrebbe parlato dal balcone di Palazzo Venezia e stroncato qualsiasi opposizione manco fosse Pinochet.
Il che mi pare francamente una stupidaggine.
Come ho già scritto in altri contesti, mai come in questo caso mi è parso sterile il giochino del "dimmi con chi voti e ti dirò chi sei".
Se uno votava sì votava con Confindustria, Verdini e le banche.
Se uno votava no votava con Casa Pound e Salvini.
Cioè, per il no parlava D'Alema.
Uno che quando aveva il timone in mano le riforme se le è vendute per un piatto di lenticchie col Berlusca.
Sull'alternativa secca sì/no è ovvio che si finisca per avere compagni di viaggio non graditi.
Posso dire che in tutti i contesti che frequento, nessuno escluso, le persone erano più o meno suddivise tra sì e no.
Ed è tutta gente normale, dato che non frequento banchieri nè, ovviamente, fascisti e leghisti.
Adesso, che si è capito che la costituzione va bene così com'è (o almeno che se va cambiata non lo si può fare come voleva Renzi perchè la gente non lo desidera), è il caso di rimboccarsi le maniche e lavorare sul serio.
Le province le spazziamo via o no?
La competenza concorrente tra stato e regioni la vogliamo buttare finalmente nel cesso in favore di competenze esclusive o dell'uno o delle altre?
Le regioni a statuto speciale, figlie di logiche di confine o di esigenze di ricostruzione vecchie di decenni, le vogliamo rivedere?
Il Jobs Act lo possiamo caricare su una zattera e affidarlo all'oceano?
Ma nello stesso tempo, lo cambiamo il processo del lavoro, dove chiunque, per il solo fatto di essere un lavoratre dipendente ed avere proposto un ricorso, si vede premiato anche se è indifendibile?
Invece di inventarci cagate come la buona scuola, vogliamo magari acquistare un caccia F35 in meno e mettere un po' di quattrini nella scuola pubblica in modo che un professore non debba per forza essere un missionario?
Ma così, tanto per dire qualche spunto.
Adesso che il referendum - armageddon è passato, e si è visto che non è successo assolutamente un cazzo (persino le borse paiono tranquille), tiriamoci fuori da questo pantano e cominciamo a correre, che è ora.
Perdonate la lunghezza ma ne avevo proprio bisogno.
Il tema refendario è stato inasprito solo da Renzi, con un one man show di ricatti e minacce. Occupando abusivamente il servizio pubblico, insultando l'accozzaglia che poi lo ha mandato a casa. Il Si era il progetto dei poteri forti (Confindustria, BCE, JP Morgan e vecchia casta)per tentare un golpettino bianco (vedi anche l'Italicum, partorito dopo il 40% alle Europee, quando Renzi pensava di avere in pugno il paese),fortunatamente non riuscito (pensa che bello il bomba con in mano camera, senato, presidente della repubblica, televisioni, stampa e magistratura: nemmeno Mussolini). Avesse vinto il SI sarebbe stato un dramma per tutti, soprattutto per quelli che lo hanno votato, ignari di tutto e suggestionati solo dalle sirene di un cambiamento che invece stava nelle ragioni del NO (ma si può essere così cretini da votare per farsi togliere il diritto di voto?). Detto questo, ognuno la battaglia l'ha combattuta per quello in cui credeva: il M5S per salvare la Costituzione, D'alema per fare un dispetto a Renzi (adesso lo trovo financo simpatico) e Berlusconi per motivi squisitamente politici. Poi, sulla seconda parte del tuo post mi trovo d'accordo: elezioni subito, sperando nella vittoria del Movimento, che è l'unica realtà politica che ha la forza, l'onestà e il senso della cosa pubblica per fare le cose di cui hai scritto.
Un abbraccio
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