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North 53° N 8° E Live
in Breman, cattura splendidamente i Beat Farmers all’apice della loro carriera.
Siamo nel 1988, tappa tedesca del tour che promuove l’uscita di Pursuit Of Happiness, terzo album della band
californiana. Un contratto appena firmato con la MCA, l’ammirazione della stampa
specializzata, apparizioni televisive, legioni di fan affollano i loro
live-acts con la certezza di assistere al Country’n’Roll show più caldo in
circolazione.
Guidati dal batterista, ex Crawdaddys, Dan McLain in
arte Country Dick Montana, gli “Agricoltori del Beat” si formano a San Diego
nel 1983 sull’onda della riemergente scena Roots capitanata da Blasters, X e
Los Lobos. Nell’85 l’esordio a 33 giri esce per i tipi della Rhino Records,
s’intitola Tales Of The New West (quasi
un manifesto programmatico), e non passa inosservato. Sortisce gli stessi
effetti di una festa ben organizzata per il debutto in società. Partecipano in tanti:
i Rank & File, Steve Berlin (Blasters e Los Lobos), Syd Griffin (Long
Ryders), Peter Case (Plimsouls) e Vicky Peterson (Bangles). Una parata di
stelle di prima grandezza per un disco sorprendente in cui spiccano le cover Reason To Believe di Springsteen e There She Goes Again dei Velvet
Underground, al resto ci pensa il vocione baritonale di Country Dick Montana. California Kid e Happy Boy, episodi esilaranti di C&W interpretati alla maniera
della Rawhide di John Belushi,
rimarranno tra i cavalli di battaglia dei Farmers.
Uno stile il loro che si rifà esplicitamente al passato,
dai Canned Heat a Johnny Cash, da Fogherty ai Byrds, l’operazione nostalgia è
comunque scongiurata dalle tante scorrerie che la band compie sui territori
battuti dal Punk californiano di inizio decennio. Da qui la definizione di
esponenti di punta del Cowpunk. Spesso infatti verranno associati ai coevi Meat
Puppets e Jason and The Scorchers, comunque sia, nel caso dei Beat Farmers non c’è
bisogno di tante etichette, vale piuttosto l’assunto del divertirsi e divertire
con del sano e robusto R’n’R. Pochi fronzoli, suonano da Dio e sotto i
cappellacci alla Walker Texas Ranger frullano vagonate di idee. L’anno
successivo, infatti, si confermano tra i migliori specialisti nello scavare tra
le radici del Rock stelle e strisce con le uscite in rapida sequenza del mini
Lp Glad’n’Greasy e di Van Go, altro caposaldo della loro discografia.
Da non perdere l’esplosiva versione di Powderfinger
di Neil Young, il Punk’n’Roll di Riverside,
Big Rock Candy Mountain (altro
episodio della serie Country Dick Montana canta il C&W) e Beat Generation in cui si fanno beffe
della Blank Generation di Richard
Hell, fino ad allora uno degli anthem più rispettati del Punk settansettino. Con
Pursuit Of Happiness dell’87 si
conclude la fase più esaltante della loro storia, celebrano Tom Waits (Rosie) e Johnny Cash (Big River), quindi, come d’abitudine,
infilano una manciata di pezzi originali a dir poco elettrizzanti, la
springsteeniana Hollywood Hills, il
Blues marziale di Key To The World e
soprattutto Big Big Man con il suo
refrain assassino.
Poor
And Famous (’89), Viking
Lullabys (’91) e Manifold (’95)
completano la discografia in studio, bei lavori di Rock più convenzionale, che
poco aggiungono all’epopea dei Beat Farmers che si conclude tragicamente nel novembre
del 1995. Country Dick Montana saluta tutti mentre si esibisce a Whistler in
Canada, gli è fatale un infarto mentre canta la ballad The Girl I Almost Married. Aveva solo 40 anni. Per Jerry Raney (vc,
ch), Joey Harris (vc, ch) e Rolle Love (bs) un tentativo di reunion nel 2009 a
nome Farmers, che porterà ad un solo album, il trascurabile Fulmination. Il Beat non c’è più e non
solo nel nome della band. In conclusione, chi non ha mai goduto delle canzoni
di questa indimenticabile e, a loro modo, importante band americana, non perda
l’occasione per farne conoscenza. Heading
North 53° N 8° E è un live godibilissimo, 19 brani in scaletta, nessun
sentore di stantio nonostante i quasi 30 anni passati dalla serata in cui venne
registrato. Fatte le presentazioni, c’è da scommetterci, sarà amore al primo
ascolto.
VOTO: 8
Porter Stout, venerdì 27/01/2017
1 commento:
No dai, i Beat Farmers!
Grandi!
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