Un talento
cristallino, un disco pubblicato a soli diciassette anni, la possibilità di
entrare, giovanissima, nel circuito della musica che conta. Jaime Wyatt aveva
il proprio futuro in mano e ha rischiato di sperperarlo per colpa di un’indole
ribelle. La droga, la dipendenza, un crimine, otto mesi passati in galera,
stavano per sprofondarla in un baratro senza fine. Poi, la resurrezione, il
ritorno alla normalità, la forza di aggrapparsi alla musica per uscire dal
dramma e sopravvivere. Questa, in sintesi, la storia della trentunenne
songwriter losangelina, che col suo secondo disco, Felony Blues, ha attirato
l‘attenzione della stampa americana e che, è proprio il caso di dirlo, sta
recuperando tutto il tempo perduto. Una seconda chance, dunque, che Jaime ha
sfruttato al meglio, facendo le cose con calma, mettendo insieme un pugno di
canzoni vincenti e pubblicando un disco breve (sono solo sette i brani in
scaletta), ma capace di suggestionare positivamente la critica specializzata.
Basta Wishing Well, il brano posto in apertura del disco, per rendersi conto
che siamo di fronte a un talento puro e che la Wyatt ha tutti i numeri per
inserirsi nella scia di quelle iconiche voci femminili del country pop/rock che
portano il nome di Linda Ronstadt o Sheryl Crow, solo per citarne un paio. Una
grande canzone, una grande voce e una melodia irresistibile: con un adeguato
battage radiofonico, questo opener potrebbe scalare la classifiche
statunitensi, posizionandosi molto in alto. Non è, però, solo Wishing Weel a
fare la differenza, perché, in realtà, tutte le canzoni del lotto evidenziano
un songwriting maturo e ricco di sfumature: numerosi richiami al country rock
degli anni ’70, il profumo del sud della California, screziature soul, la
capacità di gestire sonorità roots (il continuo utilizzo della lap steel e
della pedal steel) armonizzandole con un istinto decisamente pop. Tutto suona
credibile e autentico, sia nella ballata dolce amara di From Other Space, sia
nel country cadenzato di Wasco, ispirato al periodo trascorso in prigione, sia
nei languori acustici della morbida Giving Back The Best Of Me. Chiude il breve
full lenght un’intensa cover di Misery & Gin, brano estratto dal repertorio
di Merle Haggard, in cui Jaime ci spappola il cuore cantando “memories and
drinks don’t mix too well … looking at the world through the bottom of a
glass”, e dimostrando così di essere anche interprete sensibile di brani
altrui. Una volta messo nel lettore, Felony Blues vi terrà compagnia per
molto tempo: difficile, infatti, resistere al fascino di questa ragazza, che ha
saputo raccontarci con il cuore in mano una storia di riscatto e redenzione.
Potere salvifico della musica.
VOTO: 7,5
Blackswan, sabato 11/03/2017
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