Lontano dai
tracciati dei radar che contano, il texano Sam Baker si è costruito in tredici
anni di carriera la fama di artista “difficile”, incapace di scendere a
compromessi con lo star system o di piegarsi alle mode del momento. La sua idea
di country, termine mai come in questo caso assai riduttivo, ha prodotto dischi
affrancati dagli stereotipi di genere, nei quali, pur mettendo in luce le
proprie radici texane e la conoscenza filologica della materia (Townes Van
Zandt, Guy Clark), ha di volta in volta spostato gli accenti della
declinazione, utilizzando diverse modalità espressive e rendendo inscindibile
l’elemento compositivo da quello relativo alle liriche, romanzesche o poetiche,
ma sempre capaci di arrivare al nocciolo della questione. Il suo Say Grace del
2013 gli fece acquisire per la prima volta e un’estemporanea visibilità, dal
momento che addirittura Rolling Stone USA inserì quel disco nella lista dei
dieci migliori dischi country dell’anno. Questo nuovo Land Of Doubt potrebbe
allora rappresentare il così detto disco della svolta, quella consacrazione,
cioè, che uno degli artisti più interessanti dell’attuale panorama texano
merita per la qualità del lavoro svolto finora. Difficile, ovviamente, che
questo disco possa entrare in qualche classifica di vendita, ma un importante e
definitivo riconoscimento da parte della critica è a dir poco doveroso. Siamo,
infatti, di fronte a un songwriting intenso ed evocativo, che parte dalle basi
dell’americana, arricchendola però di melodie sghembe, soundscapes
cinematografici, arrangiamenti inconsueti che vibrano sulle note della tromba
jazz di Dan Mitchell o avvolgono nei serici archi di David Henry e Eamon
McLoughlin. Una musica che ricorda da vicino quella di Vic Chesnutt e Mica P.
Hinson, altri due magnifici perdenti che, al pari di Baker, hanno creato un
immaginario di canzoni malinconiche e dall’incedere obliquo, in cui le
esitazioni, i vuoti, gli angoli cechi diventano il centro espressivo di una
scrittura tanto colloquiale quanto languida. Non un disco immediato o di
facilissima assimilazione, ma un flusso di suggestioni che, lento e
inesorabile, canzone dopo canzone, saprà toccarvi il cuore.
VOTO: 8
Blackswan, mercoledì 19/07/2017
1 commento:
bellissimo
Posta un commento