Non
sono in molti quelli che sanno rileggere un genere tradizionale come il
folk con inventiva e originalità. Tra questi, ci sono sicuramente i
Birds Of Chicago, a cui riconosciamo proprio la capacità di uscire
dall’ovvio, di scavalcare gli steccati della tradizione, per creare una
musica che, pur strettamente connessa alle radici di un suono, è capace
anche di (ardite) commistioni che escono dagli schemi.
Originari
della Windy City, i Birds Of Chicago sono un duo composto dai coniugi
JT Nero and Allison Russell (quest’ultima, originaria di Montreal, già
membro della band roots canadese delle Po’Girl), in attività dal 2012 e
con all’attivo un EP e tre album, tra cui anche questo nuovo Love In Wartime.
Un
titolo che, in combinato disposto con la cover dell’album, esplicita
chiaramente quali siano i contenuti della scaletta. L’idea è quella di
raccontare la speranza, di contrapporre l’amore alla brutalità dei
nostri giorni, trasmettendo ottimismo e sostituendo il linguaggio
romantico dei sentimenti alla logica del profitto e alla violenza della
guerra.
Non uno sguardo sofferto sulla società ma una sorta di "kind revolution",
quella che antepone, cioè, i fiori e i baci al freddo acciaio dei
cannoni. Come si è detto, il punto di partenza è il folk, ma i Birds Of
Chicago rileggono la materia attraverso un suono meticcio e ballate
elettroacustiche sviluppate attraverso un montaggio alternato fra roots,
soul, gospel, rock e pop.
Il disco inizia con Intro: Now/Sunlight,
un minuto perfetto in cui banjo, pianoforte e voce, omaggiano le
influenze musicali del duo, esplicitandone il retroterra culturale. Poi,
si parte per un viaggio sonoro coloratissimo e cangiante. Il funky
sbarazzino di Never Go Back è di un’allegrezza irresistibile e
si sviluppa attraverso un mid tempo sincopato e l’interplay fra due voci
(la Russell canta anche in francese) che si sposano meravigliosamente,
un po' come il latte con il cioccolato.
La title track
è percorsa da reminiscenze celtiche, che si sviluppano però su un
morbido tappeto soul, e si conclude con una coda strumentale, in cui la
chitarra elettrica (una grande performance di Joel Schwarzt) diventa
protagonista assoluta. Una chiosa vibrante e rock che si deve
evidentemente alla mano di Luther Dickinson, ex Black Crowes e leader
dei North Mississippi Allstars, qui in veste di produttore. Ed è questo
uno degli altri elementi di novità di un disco che, per quanto morbido e
leggero, non manca mai di abbandonarsi a qualche incursione elettrica,
come nel finale di Lodestar, brano che si sviluppa
nell’abbraccio delle due voci, tra tastiere vaporose, un morbido piano e
un’acustica in punta di plettro. Pur essendo un disco estremamente
omogeneo nel suono, Love In Wartime declina il classico suono
americano distaccandosi spesso dalla strada principale, per scegliere
percorsi più articolati e meno prevedibili.
Se la dolcissima Super Lover,
inno all’amore e vero e proprio antidoto alla paura, all’odio e
all’ignoranza che domina il mondo, si muove attraverso un folk
millesimato (ma attenzione allo splendido assolo di Schwartz), Travelers libra leggera su un tappeto melodico decisamente pop, mentre in Baton Rouge
la Russell lascia il segno con una grandissima prestazione vocale (in
francese e in inglese), creando, poi, un’ ulteriore suggestione,
sostituendosi all’elettrica di Schwart con un bell’assolo di clarinetto.
Resta da citare l’appassionata Try,
in cui i coniugi duettano, sfoggiando due diversi timbri (quello
graffiante di JT Nero, quello decisamente soulfull di Allison Russell)
su una melodia carica di pathos. Un disco, dunque, dallo sviluppo
originale e meravigliosamente suonato, che possiede l’ulteriore merito
di raccontare l’amore e trasmettere positività, attraverso un linguaggio
sincero e sinceramente romantico. Come un raggio di sole, che
attraversa le nuvole di un cielo plumbeo, regalando barbagli di speranza
e umanissimo calore.
VOTO: 8
Blackswan, giovedì 22/05/2018
2 commenti:
scusi killer, ma invece di offrirci queste cose inascoltabili...non ci propone mai un Tom Szirtes - Calling You Feat. Christina Coronel e Villagers & Nico Muhly - Fortunate Child?
@ Giuseppe: puoi leggere tranquillamente dove ne parlano o scriverne sul tuo blog.
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