Per
chi ama un certo suono americano, ascoltare Thrilled To Be Here è un
tuffo al cuore, un emozionante fluttuare a mezz’aria fra note e suoni
famigliari, a cui però è stata tolta la polvere dei ricordi e che
tornano a brillare di nuova luce. Come perdersi in un dolce flusso di
reminiscenze, profumi e fragranze che ti riportano indietro nel tempo,
pur senza che la consapevolezza del presente venga in qualche modo
obnubilata.
I
Bailen, trio con base a New York e composto dai fratelli gemelli Daniel
(voce / basso / synth / chitarra) e David (voce / batteria) e la
sorella minore Julia Bailen (voce / chitarra), non inventano nulla di
nuovo, semplicemente salgono in soffitta, tolgono le ragnatele alla
discografia di mamma e papà, sfogliano vecchi album di foto e si
immaginano il passato. Con i loro occhi giovani e i loro cuori ardenti.
Niente copia incolla, nessuna frusta replica di una stagione gloriosa ma
ormai anacronistica. Cambiano l’approccio, cambiano la prospettiva e
giocano con i colori.
Questo
esordio, a ogni solco, evoca alcune delle stagioni più eccitanti del
rock a stelle e strisce, e la gioia per gli appassionati sarà scoprire
quali citazioni si nascondo nelle pieghe di queste undici canzoni. Io,
ad esempio, ci ho trovato i Carpenters, i Fleetwood Mac, Simon &
Garfunkel, The Band e i CS&N; e tutto, però, mi è parso fresco e
imprevedibile, e per certi versi addirittura straniante, soprattutto
quando gli ammiccamenti suonano palesi e al contempo felicemente
decontestualizzati.
C’è una vibrante e dolce ingenuità che permea Something Tells Me,
canzone che apre il disco con il carezzevole interplay delle tre voci
dei Bailen, che omaggiano la loro mamma e parlano con delicatezza di
amore romantico. Ed è inevitabile pensare ai CS&N per gli intrecci
vocali e a Simon & Garfunkel, in abiti deliziosamente soul, per le
armonie.
Così come è impossibile non rimandare la mente a Paul Simon nell’acquarello folk di Eyelashes, o ai Fleetwood Mac nell’irresistibile melodia di Going On A Feeling, o ancora ai CS&N nell’evanescenza ipnagogica dell’incipit di Your Love Is All I Know, brano che poi fluisce e si risveglia in un’inaspettata modernità indie.
C’è
una maturità artistica insospettabile in questi tre ragazzi, che il
lavoro in fase di produzione di John Congleton (St. Vincent, John Grant,
Anna Calvi) esalta, sgravando le melodie dalla facile e ingombrante
etichetta di “vintage”. E anche quando il songwriting si fa più
esile, i Bailen comunque centrano il bersaglio grosso, con due
splendide ballate in chiusura di disco: lo sfarfallio trasognato di Rose Leaves e la morbidissima corale di Careless Wishing, accarezzata da un’armonica senza tempo.
I
Bailen non sono certo gli unici o i primi che si avventurano in un
genere tanto noto quanto insidioso, ma lo fanno con una ricchezza di
idee e una modernità di suono che lascia stupiti. Pertanto, se mi
chiedeste ora di indicare il disco d’esordio dell’anno, non avrei alcuna
esitazione a indicare Thrilled To Be Here.
VOTO: 8
Blackswan, martedì 14/05/2019
2 commenti:
Forti!
Refusino: "To be here" ;)
Lucien: Grazie, mi era proprio sfuggito! :)
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