"Cantavo
spesso 'La locomotiva' di Guccini e i Nomadi...gli unici nomadi che mi
piacciono sono quelli della band...".
Matteo Salvini ha
fatto la battuta e si sa che scherzando, spesso si dicono le cose serie.
Peccato che in tema di immigrazione, argomento tanto caro al nostro nerboruto
vicepremier, non si scherza. E neppure si minimizza. A Casal Bruciato (un
quartiere alla periferia est di Roma) si è verificata una vera e propria
eclissi dei diritti umani senza che qualcuno delle istituzioni, sindaca Raggi a
parte, abbia adottato misure per arrestare e disperdere i facinorosi fascisti
che hanno minacciato una famiglia bosniaca, assegnataria regolare di un
alloggio popolare. Nessuno delle istituzioni e nessuno del Movimento 5 Stelle
ha sostenuto, se non tiepidamente, l'iniziativa della sindaca. Del resto,
incombono le elezioni europee e il rischio di una rottura tra gli alleati è
alto. A maggior ragione dopo l'affair Siri conclusosi con l'uscita di scena del
sottosegretario. Per il leader del Carroccio ultimamente tira un vento artico.
Sembra strano, eppure qualche ingranaggio pare si stia inceppando nella
macchina da guerra della Lega. Le bordate che Di Maio non esita a infliggergli,
le foto con il mitra, la sfilata con Orban lungo la barriera anti immigrati, il
niet del premier Conte alla permanenza di Siri nell'esecutivo sembra stiano un
po' fiaccando il leader delle Ruspe. A complicargli la situazione astrale ci si
è messo pure il Salone del libro di Torino dopo l'iniziativa scellerata di far
pubblicare la biografia a un editore vicino a Casa Pound. Per non parlare del
proposito stravagante di dichiarare guerra ai cannabis shop tralasciando temi
più impellenti come la lotta alla criminalità. E non mi riferisco solo alla
sparatoria di Napoli. In più, qualche fischio di contestazione e qualche
"buffone" cominciano a udirsi nelle piazze durante i comizi. Persino
a Otto e mezzo Salvini è apparso un po' spompato. Gli ultimi sondaggi
confermano una flessione della Lega di ben 6 punti percentuali. Certo, viviamo
in una congiuntura politica in cui il consenso è più che mai liquido e questo
vale per tutti, Salvini incluso. Forse, per il vicepremier il quarto d'ora di
celebrità si sta esaurendo e i "moscerini rossi" cominciano a
pungere. Peccato che a farne le spese sono sempre i cittadini onesti.
Cleopatra, lunedì
13/05/2019
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