lunedì 13 maggio 2019

IL MEGLIO DEL PEGGIO



"Cantavo spesso 'La locomotiva' di Guccini e i Nomadi...gli unici nomadi che mi piacciono sono quelli della band...".

Matteo Salvini ha fatto la battuta e si sa che scherzando, spesso si dicono le cose serie. Peccato che in tema di immigrazione, argomento tanto caro al nostro nerboruto vicepremier, non si scherza. E neppure si minimizza. A Casal Bruciato (un quartiere alla periferia est di Roma) si è verificata una vera e propria eclissi dei diritti umani senza che qualcuno delle istituzioni, sindaca Raggi a parte, abbia adottato misure per arrestare e disperdere i facinorosi fascisti che hanno minacciato una famiglia bosniaca, assegnataria regolare di un alloggio popolare. Nessuno delle istituzioni e nessuno del Movimento 5 Stelle ha sostenuto, se non tiepidamente, l'iniziativa della sindaca. Del resto, incombono le elezioni europee e il rischio di una rottura tra gli alleati è alto. A maggior ragione dopo l'affair Siri conclusosi con l'uscita di scena del sottosegretario. Per il leader del Carroccio ultimamente tira un vento artico. Sembra strano, eppure qualche ingranaggio pare si stia inceppando nella macchina da guerra della Lega. Le bordate che Di Maio non esita a infliggergli, le foto con il mitra, la sfilata con Orban lungo la barriera anti immigrati, il niet del premier Conte alla permanenza di Siri nell'esecutivo sembra stiano un po' fiaccando il leader delle Ruspe. A complicargli la situazione astrale ci si è messo pure il Salone del libro di Torino dopo l'iniziativa scellerata di far pubblicare la biografia a un editore vicino a Casa Pound. Per non parlare del proposito stravagante di dichiarare guerra ai cannabis shop tralasciando temi più impellenti come la lotta alla criminalità. E non mi riferisco solo alla sparatoria di Napoli. In più, qualche fischio di contestazione e qualche "buffone" cominciano a udirsi nelle piazze durante i comizi. Persino a Otto e mezzo Salvini è apparso un po' spompato. Gli ultimi sondaggi confermano una flessione della Lega di ben 6 punti percentuali. Certo, viviamo in una congiuntura politica in cui il consenso è più che mai liquido e questo vale per tutti, Salvini incluso. Forse, per il vicepremier il quarto d'ora di celebrità si sta esaurendo e i "moscerini rossi" cominciano a pungere. Peccato che a farne le spese sono sempre i cittadini onesti.

Cleopatra, lunedì 13/05/2019

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