Formatesi
a Londra nel 2014, le Big Moon (la cantante e chitarrista Juliette
Jackson, la chitarrista Soph Nathan, la bassista Celia Archer e la
batterista Fern Ford) si sono fatte fin da subito largo nel sottobosco
delle band indie rock con un disco, Love in the 4th Dimension
(2017), che ha attirato l’attenzione della stampa britannica e ha
portato in dote alle quattro ragazze il prestigioso Mercury Prize.
Quello
era un disco per chitarre, che suonava molto vicino alla musica dei
connazionali Libertines di Pete Doherty, ed era trainato da canzoni,
come il singolo Cupid, capaci di essere al contempo graffianti e
orecchiabili. Una formula vincente, che aveva portato la band a
condividere palchi importanti a supporto di artisti già affermati e a
scalare le classifiche inglesi, nonostante una proposta tutt’altro che
mainstream.
Walking Like We Do,
invece, sposta decisamente il tiro verso altri bersagli, suona meno
istintivo e aggressivo, e si apre decisamente al pop. E’ la stessa
Juliette Jackson, autrice di quasi tutto il materiale del disco, a dirlo
apertamente: “volevamo fare un disco che fosse rilassante e purificante, come un tonico”.
Niente più graffi, allora, ma undici canzoni decisamente più morbide e
solari, con pianoforte e synth a rubare parte della scena alle chitarre,
e arrangiamenti più complessi e stratificati.
Prodotto da Ben Allen (Animal Collective, Gnarls Barkley), Walking Like We Do
possiede un suono arioso e più leggiadro, in cui il rock si ritaglia
solo pochi momenti a favore di ganci pop di facile presa e di un mood
che si ispira apertamente alle girl band dei sixties e al r’n’b anni
’90.
A
fronte, però, di una maggiore accessibilità delle canzoni, la Jackson
continua a creare immagini livide e disturbanti e a scrivere liriche
abrasive e puntute. Ecco, allora, che l’irresistibile pop dance di Your Light
coagula, all’interno di melodia orecchiabilissima, il disagio di una
generazione, quella dei millenians, alle prese con un mondo in
disfacimento, in cui incombono le distorsioni della politica e le
catastrofi ecologiche.
Il
medesimo mood che pervade Dog Eat Dog, ballata pianistica screziata di
soul (e uno dei vertici dell’album) in cui la Jackson riflette sulle
ingiustizie sociali e sulla sperequazione economica che affligge il
Regno Unito.
Nonostante il sarcasmo e il pessimismo che pervadono alcune liriche, Walking Like We Do resta, però, un disco godibilissimo, ricco di melodie uncinanti e di canzoni come Take a Piece, Barcelona e la citata Your Light che conquistano fin dal primo ascolto per la loro inebriante leggerezza.
VOTO: 7
Blackswan, lunedì 27/01/2020
Nessun commento:
Posta un commento