Patrick
Spain e i suoi due bambini vengono ritrovati morti in un complesso
residenziale mezzo abbandonato per colpa della crisi. Jenny, la madre, è
in fin di vita. All'inizio Mick «Scorcher» Kennedy, incaricato delle
indagini, pensa alla soluzione più scontata: un padre sommerso dai
debiti, travolto dalla recessione, ha tentato di uccidere i propri cari e
si è tolto la vita. Ma ci sono troppi elementi che non quadrano: le
telecamere nascoste nell'appartamento, i file cancellati su uno dei
computer e il fatto che Jenny temesse che qualcuno fosse entrato in casa
loro per spiarli. A complicare il quadro, c'è il quartiere in cui
vivevano gli Spain - un tempo noto come Broken Harbour - che riporta a
galla ricordi dolorosi del passato di Scorcher.
Broken
Harbour, località costiera a più di un’ora di strada da Dublino, doveva
essere il sito di una zona residenziale da favola, un complesso di
villette per famiglie attrezzato di negozi, scuole, centro fitness,
biblioteca. La promessa di un futuro radioso di fronte a un panorama da
favola. Invece, la crisi, ha spazzato via i sogni di gloria e di
benessere: il sito è in stato di abbandono, l’incuria le erbacce e la
salsedine dominano incontrastate, e delle tante ville che si dovevano
costruire ne sono state completate poche e con materiali scadenti.
In
una di queste, vengono ritrovati i corpi di Patrick Spain e dei suoi
due bambini. Assassinati. Jenny, la madre, viene tratta in salvo per il
rotto della cuffia, ed è in ospedale a lottare tra la vita e la morte.
L’indagine viene messa in mano a Mike Kennedy, detective irreprensibile,
ma con un passato (e un presente) doloroso e ancora tutto da
rielaborare, e alla giovane recluta Richie Currant, ragazzo dai modi
dimessi e gentili.
I
due, con uno strattagemma, arrestano subito un sospettato, il quale,
messo alle strette, confessa l’efferato crimine. Tutto troppo semplice,
però, così semplice che è evidente che qualcosa non quadri. Perché
dietro l’apparente perfezione di una famiglia felice, dietro l’amore
idilliaco che lega i coniugi Spain, emerge qualcosa di oscuro e poco
chiaro: un fantomatico animale che si aggira rumorosamente nella
soffitta di casa, strani buchi nei muri, del tutto inconciliabili con la
perfetta pulizia dell’abitazione. Così, anche se il caso potrebbe
essere immediatamente archiviato, i due detective continuano a indagare.
Cosa è successo davvero agli Spain?
Tana
French, pluripremiata scrittrice americana di origini irlandesi,
costruisce con maestria un romanzo giallo dall’andamento molto classico,
in cui all’azione, praticamente inesistente, sostituisce la pura
indagine, la testimonianza delle persone informate dei fatti, il lavoro
della polizia scientifica, il ragionamento deduttivo. Eppure, nonostante
i ritmi compassati, il libro funziona alla meraviglia e il romanzo
avvince dalla prima e ultima pagina, in un finale che forse non
sorprende, ma che riesce a essere plausibile e sconvolgente.
Nelle seicentocinquanta pagine che compongo Il Rifugio,
però, non è solo il delitto a essere protagonista: il detective Kennedy
rivive il proprio passato (Broken Harbour era il luogo in cui la sua
famiglia si receva in vacanza) e affronta i propri sensi di colpa, e la
French si abbandona a riflessioni acute su giustizia, verità e funzione
dell’indagine poliziesca. Un thriller scritto bene, lontano dalle
banalità del genere, che vi terrà compagnia sotto l’ombrellone, e vi
conquisterà senza mandare in vacanza anche i vostri neuroni.
VOTO: 7,5
Blackswan, giovedì 09/07/2020
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