“Blue-jean baby, L.A. lady, Seamstress for the band…” recita uno degli incipit più celebri della storia del rock, una dolcissima ballata per pianoforte, scritta da Elton John e inserita nel suo Madman Across The Water del 1971. Le liriche, come di consueto, furono scritte dall’amico e pigmalione artistico, Bernie Taupin, il quale fu ispirato dal primo viaggio fatto negli Stati Uniti al seguito di John e della sua band.
Spesso, si pensa che la canzone fosse dedicata da Bernie alla sua fidanzata Maxine Feibelmann, che divenne la sua prima moglie nel 1971. E’ lei la blue-jean baby, la sarta (seamstress) per la band, di cui all’incipit citato poco sopra. Maxine, infatti, aveva accompagnato il fidanzato nei primi tour di Elton John, e aveva dato il suo contributo cucendo i costumi di scena e rammendando i vestiti dei musicisti. Non è un caso, quindi, che il suo nome compaia fra i ringraziamenti nei crediti di Madman Across The Water.
Tuttavia, tempo dopo, fu lo stesso Taupin a negare che la canzone fosse dedicata alla moglie, raccontando, invece, che il brano era un omaggio alla California (L.A. Lady), dove si era recato insieme a John nell’autunno del 1970. Dalla sua prospettiva, tutta anglosassone, era un sogno trovarsi in un posto in cui splendeva sempre il sole, tanto che gli abitanti sembrava proprio che irraggiassero luce. Il suo intento, dunque, era quello di cogliere e cristallizzare le sensazioni del momento, e di omaggiare le donne che aveva incontrato in quel posto dalle atmosfere magiche, soprattutto quando si recava con l’amico nei negozi di abbigliamento, su e giù per lo Strip. Bernie voleva raccontare queste splendide creature, che erano spiriti liberi, disinibiti, vestite di jeans aderenti all’anca e camicette di pizzo, e sensuali nelle movenze. E tutte, proprio tutte, con amorevole gentilezza, si offrivano di cucirgli toppe colorate sui pantaloni. Altro che Inghilterra! La California era un vero e proprio paradiso sulla terra.
Quando iniziò a pensare al titolo da dare alla canzone, Taupin, in un primo momento, optò per Small Dancer o Little Dancer. Nessuna delle due soluzioni, però, lo convinceva completamente, perché trovava entrambi i titoli molto prevedibili e poco orecchiabili. Alla fine, ebbe l’intuizione, ed utilizzò quella che definì una licenza poetica, Tiny Dancer, il cui aggettivo Tiny, ovvero minuscolo, ben si adattava alla grazia delle ragazze che aveva incontrato.
La canzone non fu mai pubblicata come singolo in Inghilterra, mentre negli Stati Uniti ebbe una tiepida accoglienza, raggiungendo soltanto la piazza numero 41. Il motivo del fallimento è dovuto all’eccessiva durata del brano, ben sei minuti e dodici secondi, un minutaggio, questo, inviso a molte stazioni radio, che vista la lunghezza, si rifiutavano di passarla.
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